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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
TNT
Di Gennaro Aprea (del 14/02/2009 @ 11:16:21, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 2568 volte)
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE E CALL CENTRE
 
Qualche giorno fa ho dovuto confrontarmi con i problemi aziendali che hanno costituito un pezzo importante della mia passata vita professionale di consulente di direzione e organizzazione. Solo che ho la netta impressione, per continue esperienze degli ultimi anni, che le aziende siano decisamente peggiorate, con il risultato che i costi aziendali aumentano invece di diminuire. In questo caso i problemi riguardavano soprattutto – ma non solo – l’organizzazione e il call centre di un famoso corriere espresso nazionale e internazionale che mi sembra sia nel gruppo Poste Italiane: la TNT.
Io ricevo di tanto in tanto, come molti di noi, pacchi e pacchetti da fornitori, alcuni dei quali sono periodici perché si tratta di miei ordini permanenti.
Numerose volte ho chiesto al fornitore di dire al corriere di telefonarmi prima della consegna al fine di evitare doppi viaggi del mezzo di trasporto del corriere (una volta uno è dovuto venire 3 volte), nell’interesse stesso del fornitore che paga il servizio di consegna che prevede anche la media delle pluriconsegne; tutto ciò per evitare un mio viaggio per andare personalmente al magazzino del corriere, in questo caso la TNT che, fino a pochi mesi fa, era non lontano da casa. Dico era, perché ho avuto la bella sorpresa che ha lasciato la sede che conoscevo e ne ha aperta un’altra faraonica molto più lontana.
Ed ecco l’esperienza, convalidata da pezze di appoggio.
1)     il 4 febbraio arriva il furgone della TNT mentre io sono fuori e lascia il biglietto-”avviso di passaggio” con la data e l’ora; “entro 3 giorni lavorativi, compreso quello del passaggio, devo chiamare il call centre per la riconsegna” al numero gratuito 803 868.
2)     Telefono e mi risponde un disco che mi avvisa che il numero gratuito è ora preceduto dall’ 199, che non è più gratuito perché il disco precisa che la chiamata costa poco meno circa mezzo Euro al minuto.
3)     Chiamo e mi risponde l’abituale addetta che mi chiede, come al solito, cosa può fare per me. Mi permetto di dirle che non è serio ed etico che sul biglietto sia scritto che il numero del call centre è gratuito ma la realtà è contraria. Mi risponde malamente che è una cosa nuova, che quelli sono biglietti vecchi e che lei non ci può fare niente…non faccio in tempo a replicare per dire che bastava mettere un timbro o un’annotazione sul biglietto, che mi attacca.
4)     Richiamo; mi risponde un’altra addetta. Quando inizio a spiegare di cosa si tratta mi dice che ho sbagliato numero e di seguire le indicazioni del disco, cosa che avevo fatto pedissequamente…e mi attacca
5)     Mi collego al sito web della TNT indicato sul biglietto lasciato dall’autista. Tento di fare tutte le operazioni necessarie per comunicare il numero del biglietto ed il giorno in cui sarò in casa per attendere la consegna: non c’è niente da fare: il servizio clienti previsto sul sito è riservato solo a quelli che vogliono spedire un collo oppure sapere a che punto è il collo che attendono, oppure abbonarsi al servizio. Abbandono rassegnato e decido di andare a ritirare il pacchetto (dimensioni 35 cm x 10 x 10) personalmente.
6)     Sul biglietto c’è scritto solo Peschiera Borromeo. Allora telefono al fornitore che mi comunica anche il nome della strada ed il numero civico. Metto in funzione il navigatore ma mi risponde che non ha trovato Via Altiero Spinelli 1 a Peschiera B.
7)     Mi avvio sperando di trovare qualcuno che me la indichi. Al terzo tentativo sono fortunato e finalmente arrivo in una strada nuovissima (per cui capisco l’impossibilità di aiuto da parte del navigatore) con una enorme costruzione ancora più nuova dove in un angolo c’è un grande cartello poggiato a terra con scritto TNT.
8)     Parcheggio l’auto ed entro. C’è un sbarra per i veicoli e mentre la supero un portiere mi chiama: “Ehi, capo, dove va?” rispondo: “a ritirare un pacco”…. “nazionale o internazionale?” mi dice; “non lo so – replico – non c’è scritto sul biglietto/avviso di passaggio” (da notare che il prodotto è fabbricato in Olanda) “Bene, entri da quella porta”
9)     Dopo un 40ina di metri entro in un locale e mi trovo davanti a una fila di circa 15 sportelli con relativi addetti; mi avvicino al primo che vedo non impegnato davanti al suo PC e lui mi fa’ segno di andare più avanti; mi avvicino all’ultimo e presento il biglietto; controlla sul computer e mi dice che si tratta di un pacchetto nazionale, quindi devo uscire, riprendere l’auto e andare molto più avanti nello stesso edificio; poi si impietosisce alla vista dei miei capelli bianchi e, gentilissimo, mi accompagna ad una porta riservata agli impiegati che si apre solo con un chiave/badge indicandomi la strada da seguire.
10)Finalmente arrivo a destinazione, ma la porta da cui devo entrare si apre solo da dentro con un’altra chiave-badge.
11) Allora esco all’aperto, ma sempre all’interno del recinto del complesso, e chiedo; mi indicano che devo andare più avanti per i nazionali; altri 60 metri e finalmente entro. Altri 10 sportelli e attendo abbastanza tempo prima che mi diano retta. Consegno il biglietto e l’impiegata smanetta sul PC per almeno 3 minuti d’orologio; poi stampa dei grandi moduli in 4-5 copie e mi dice di firmare in un certo punto; cerco di leggere cosa c’è scritto e mi dice: “è per ricevuta”….cerco invano la parola ricevuta fra le decine di righe del modulo e penso che dovrei firmare nel momento in cui ho in mano il pacchetto....ma non dico niente e firmo.
12)Poi mi dice: “adesso viene l’addetto che le porterà il pacco”. Dopo 5 minuti d’orologio arriva un carrello sollevatore elettrico e penso: “finalmente!” e gli consegno i moduli, ma si occupa di altri pacchi poggiati sul pavimento per vari minuti poi entra nel deposito aprendo un cancello scorrevole e fila via finché non sparisce alla vista perché il capannone è enorme ma vuoto, quindi diventa invisibile solo per la lontananza del mezzo dal cancello di entrata.
13)Ho atteso altri buoni 5 minuti e a un certo punto riappare il conducente del carrello con il solo pacchetto; hanno sparato sulle mosche col cannone, mi dico.
14)Riprendo la mia camminata di ritorno che non è affatto breve e mi chiedo se una società di quella portata potrebbe mettere (qualcuno degli impiegati mi aveva detto che questa sede aveva aperto da una settimana) dei cartelli che indicano dove si entra e parcheggia per il reparto nazionali e dove per gli internazionali, che precedentemente l’autista della consegna avrebbe dovuto scrivere sull’avviso di passaggio che si tratta di un pacchetto nazionale e il nome della strada ove è situata la nuova sede, che per la consegna di un collo non dovrebbe utilizzare tanta burocrazia informatico-cartacea (ma si sa, gli informatici si divertono a complicare le cose) e spreco logistico
15)In conclusione per ritirare il pacchetto, ho sprecato un sacco di benzina, ed ho impiegato quasi due ore del mio tempo
16)……così mi viene il latte alle ginocchia e mi rassegno pensando però in cuor mio che ho fatto bene a smettere di fare il consulente: se avessi continuato sarei stato sicuramente condannato a molti mesi di prigione per ripetute calunnie e pesanti maltrattamenti agli alti dirigenti delle aziende italiane ai quali avrei (sottolineo il condizionale) dovuto insegnare come si fa’ a gestire un’azienda anche con un po’ di occhio al Cliente
17) Amen
 
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Di Gennaro Aprea (del 19/02/2009 @ 17:40:37, in H) Rodano, cliccato 1286 volte)
 
I MASSACRATORI DI RODANO
 
  
 
 
 
 
In seguito al recente reiterato taglio di altri 72 tigli lungo le vie delle Querce (lato sud) e Palermo, qualche giorno fa due cittadine di Rodano accompagnate da 2 cittadini dei quali uno era chi scrive, hanno richiesto ed incontrato il Sindaco “pro-tempore” del nostro Comune per protestare.
In questo sito ho parlato molte volte degli alberi inutilmente tagliati e “sostituiti con altre essenze” come dicono in Comune e di altre magagne perpetrate dalle varie amministrazioni per quanto riguarda la corretta amministrazione pubblica del verde, che non è mai esistita e che è necessaria come l’acqua per vivere. Questo nuovo articolo è l’ennesimo che tocca questi temi; purtroppo credo che non sarà l’ultimo perché ci troviamo di fronte ad un andazzo che sta portando il nostro territorio ad uno sfascio ambientale.
Durante l’incontro ci siamo resi conto ed abbiamo toccato con mano che questi amministratori comunali posseggono delle caratteristiche caratteriali precipue che cercherò di illustrarvi.
1)     Mania di grandezza – hanno deciso che la popolazione di Rodano deve aumentare dagli attuali 4.300 circa ad almeno 5.500 abitanti (affermazione del sindaco durante una riunione di Aria di Rodano all’Ottagono nel 2008). Nessuno ha mai risposto alla mia domanda: “Perché?” Il risultato però è che si è costruito a Lucino su vecchie aree verdi del primo PRG, degradate d’imperio a zone edificabili; è stato inoltre “rubato” territorio al Parco Agricolo Sud Milano per costruire nuovi edifici di grande volume
2)     Assoluta indifferenza ai gravi ed urgenti problemi ambientali che affliggono l’intera umanità (global warming) e disconoscenza della bio-edilizia (o se la conoscono, se ne fregano). I progetti dei nuovi edifici approvati dalle ultime 3 amministrazioni per quanto riguarda il risparmio energetico si basano unicamente sulle vecchie leggi in vigore (alcune molto vecchie), leggi che sono superate da questi problemi verso i quali il governo centrale dimostra indifferenza e misconoscenza. Dimostrazione: le 49 unità abitative di Via Palermo/via delle Querce hanno lo stesso grado di coibentazione muraria di quella della mia casa progettata nel 1981 sulla base dei parametri raddoppiati della legge sul risparmo energetico del 1979, ma hanno, al contrario della mia abitazione, numerosissime aperture (finestre e porte) sul lato nord mentre la mia casa ha ridotto queste aperture al minimo (solo questo fa’ risparmiare in media il 10% di energia per il riscaldamento). Hanno limitato il risparmio di gas per il riscaldamento dell’acqua sanitaria ai pannelli collettori solari, la stessa cosa che ho fatto io nel 1981. Non conosco il modello di caldaie previste a via Palermo, ma immagino che siano di quelle a condensazione per il massimo di risparmio di gas, cioè dello stesso tipo che ho istallato io nel 2007 (usufruendo dei rimborsi del 55%) sostituendo la precedente caldaia ancora perfettamente funzionante. Il riscaldamento degli ambienti è realizzato mediante i comuni radiatori in ghisa. Oggi, per risparmiare energia, il riscaldamento si fa’ con le serpentine sotto i pavimenti: perché? E’ sufficiente che l’acqua nelle serpentine sia riscaldata a non più di 40°; per i radiatori ce ne vogliono almeno 60°C, cioè il 33% in più. Non so, ma non credo che abbiano previsto il recupero dell’acqua piovana dai tetti in un grande serbatoio sotterraneo per l’innaffiamento dei previsti giardini prospicienti le abitazioni, così come feci io nel 1981 nel mio giardino.                                     
      Perché vi ho raccontato questo? Perché esistono alcuni comuni italiani, anche in
      Campania, dove vi sono amministratori illuminati che hanno a cuore i problemi
      ambientali e che superano le leggi in vigore con progetti innovativi: 3 esempi, ma ce ne sono altri.
-   Settimo Torinese (TO) – E’ già funzionante, quindi progettato prima dei nostri
      tuttora in costruzione, un edificio di 27 appartamenti che è completamente
      autosufficiente dal punto di vista del riscaldamento e rinfrescamento
      estivo degli ambienti (pompa di calore). Hanno un surplus del 40% di energia
      elettrica creata dai pannelli foto-voltaici che vendono all’ENEL.  
                                                                                                    
Nerviano (MI) - edificio di 22 appartamenti: idem come sopra a Settimo Torinese
 
Torraca (SA) 1400 abitanti. L’intera illuminazione pubblica (600 lampioni) è stata trasformata a “LED” con il 70% di risparmio di energia elettrica, una minore spesa di 27000 Euro l’anno (45000 –18000) che fa’ ammortizzare la spesa in 7 anni, minore manutenzione perché i led durano 10 anni, minore inquinamento luminoso e minori emissioni serra; in novembre hanno inaugurato una fabbrica di pannelli foto-voltaici, hanno la prima piscina interamente riscaldata col sole con i pannelli foto-voltaici il cui surplus di energia elettrica è venduto all’ENEL. Infine hanno un corso universitario di laurea sul rapporto tra ambiente ed energia (ecco delle opzioni per l’area ex SISAS, altro che Centro Commerciale)
 
3)     Odio sviscerato per i vecchi alberi e collezionisti di abbattimenti – Dopo i pioppi di via dei Tigli, le querce di via delle Querce, i tigli e altri vari di Lucino e Rodano (via Marconi, via De Gasperi e via Turati) come già detto, hanno eliminato i bellissimi tigli (72) trentennali di Via delle Querce e Via Palermo. Ma non è finita lì. Il sindaco Marazzi ci ha detto che taglieranno anche i pini marittimi dei posteggi di via Palermo e via dei Tigli per via delle radici superficiali che hanno gonfiato a dismisura l’asfalto. Alla nostra richiesta di conservarli, ha detto con tono paternalistico e ricattatorio, va bene tagliamo le radici superficiali e rifacciamo l’asfalto; se poi muoiono non ne rimettiamo più nessuno. Io non so quanti siano gli alberi tagliati finora in tutto il comune, ma non credo di discostarmi molto dalla realtà dicendo che sono più di 300. Durante la conversazione/discussione è apparso chiaro che la mentalità è la seguente: “cosa c’è di male a tagliare gli alberi, anche pericolosi – lo dice lui - che hanno bisogno di molta manutenzione, ecc.? tanto li sostituiamo con altre essenze che non danno fastidio, che hanno bisogno di minore manutenzione (tutto da vedere ndr)…. e poi, cosa volete, Rodano ha più di 900 alberi nel suo abitato, molti altri comuni vicini si sognano di averne tanti come noi”. Le nostre reazioni sono state le seguenti: “non ci interessa che altri comuni abbiano meno alberi di Rodano, noi vogliamo mantenere moltissimi alberi e se possibile aggiungerne; per esempio perché avete deciso di non piantare più un albero per ogni nuovo nato rodanese sulla zona verde di fronte all’attuale scuola media? Anche se le precedenti amministrazioni hanno sbagliato a piantare alberi non adatti (mi riferisco soprattutto ai pini marittimi), il principio è quello di salvarli fino a quando sia possibile; se si fanno nuovi progetti di marciapiedi, piste pedo-ciclabili, parcheggi, viabilità, il principio di base deve essere che tutti i progetti devono essere in funzione degli alberi esistenti per mantenerli e non viceversa; e devono essere eliminati solo se pericolosi, malati e vecchi; e poi, gli alberi che esistono li abbiamo pagati noi con le imposte che abbiamo versato negli anni: sostituirli significa maggiori spese che vengono sempre dai contributi fiscali dei cittadini, anche se vi sono finanziamenti esterni non locali”.
4)     Progettisti da secoli passati – Abbiamo visto il progetto della via Palermo dove hanno abbattuto i 72 tigli. La ragione (o scusa) è che dovevano creare per legge il parcheggio auto lungo la strada sul larghissimo spazio attuale (6,7 metri) dove vi erano i tigli in uno spazio erboso largo circa 2 metri (quindi gli alberi non disturbavano) ed il marciapiede asfaltato di 4,5 metri più la siepe che delimitava la campagna (okkupata dalla nuova urbanizzazione con distruzione di alcuni grandi alberi) e più che sufficiente per fare il nuovo marciapiede e la pista ciclabile. Ebbene, la mia personale critica è stata la seguente: a) dato che vi saranno 104 nuove famiglie lungo la strada, b) che sarà costruita la nuova scuola media sull’area verde del parco di fianco alla scuola dell’infanzia lungo la via Venezia (con ovvio abbattimento di alberi esistenti) la circolazione automobilistica già pesante sarà probabilmente più che triplicata nelle ore di punta, con conseguente incremento enorme dell’inquinamento da trasporto. Se voi amministratori aveste avuto in mente questo fatto e contemporaneamente la conservazione degli alberi, la logica conseguenza era – e tuttora è – di progettare il tutto modificando la viabilità da doppio senso a senso unico per il perimetro dell’area, cioè, a partire da via delle Querce all’altezza di via del Pioppo/via del Mandorlo, Via Palermo, via dei Tigli, aprendo la circolazione di via Venezia. Risultato (che può ancora essere realizzato): avremmo avuto una strada a senso unico più larga, quindi più scorrevole, lo spazio per il parcheggio senza dover tagliare gli alberi e allargare la strada, superamento delle lunghe manovre per uscire ed entrare nei parcheggi come succede già adesso, e conseguente attesa di altri veicoli col motore acceso provenienti dai due sensi, il non abbattimento degli tigli ed infine minor costo di tutto il progetto pagato con i nostri denari. Risposta: “vero ma noi (ma non è previsto ancora dal progetto, dunque chissà se si farà), vogliamo realizzare la (costosissima) costruzione della rotonda sulla Strada Provinciale che porta a Cassignanica all’altezza di via delle Querce (copertura della roggia e allargamento della strada) che inviterà i genitori e nonni che portano i bambini alle tre scuole, infanzia, primaria e media a prendere la S.P. entrando nella via delle Querce senza passare per il centro abitato”. Ho replicato che sono pronto a scommettere che solo il 10% degli accompagnatori utilizzerebbe quel percorso, specialmente d’inverno con la pioggia, la nebbia ed eventualmente la neve. Allora l’Ernesto Marazzi ha detto: “chiudiamo la piazza delle Betulle”. Ho subito accettato, ma la sua replica non si è fatta attendere “… così quelli dei palazzoni di Piazza delle Betulle mi uccidono…” In conclusione queste persone insistono nel difendere gli sbagli pur di mantenere il punto e dimostrano solo che non hanno immaginazione, che quando fanno nuovi progetti non sanno pensare a più alternative, che non sanno cosa sia l’innovazione.
5)     Al primo punto di questo articolo ho posto un quesito: Perché l’aumento della popolazione di Rodano? Alla fine di questa lunga disamina mi pongo un'altra domanda: perché tutti questi nuovi mega-progetti (non mi riferisco ai marciapiedi e alle piste ciclo-pedonali, né alla manutenzione delle strade), l’acquisto di nuovi alberi per la sostituzione di quelli esistenti, ecc.? Ci sono degli interessi particolari? Sarò grato se qualcuno potrà rispondere con argomentazioni valide e documentabili. Che non siano quelle dei ricavi per il Comune derivanti dalle nuove costruzioni per coprire il deficit permanente. I deficit si ripianano con il “change management”[1], cioè il cambiamento innovativo continuo della gestione al fine di diminuire i costi e gli sprechi, ottimizzare l’organizzazione con competenza e capacità di amministrare, oltre naturalmente all’onestà.,  


[1] Si veda il sito dell’Associazione Italiana del Change Management : www.assochange.it 
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Di Gennaro Aprea (del 23/02/2009 @ 16:27:21, in H) Rodano, cliccato 860 volte)
MASSACRATORI - CAPITOLO 2
 
Nell’articolo precedente mi è sfuggita una cosa che riguarda nuovi lavori nel nostro Comune, lavori importanti perché si tratta della nuova sede del Municipio.
La storia è lunga e non so se sia ancora finita, probabilmente perché non riesco a stare dietro a tutti i progetti previsti da questa amministrazione.
Alla base di tutto c’è il fatto incontrovertibile: la sede attuale è divenuta da tempo troppo piccola, quindi si deve risolvere il problema.
Quando io sono arrivato a Rodano per abitarci 40 anni fa, la sede era quella dell’edificio che contiene ora dei piccoli appartamenti sulla piazza di Lucino, a destra della chiesa. Poi, dato l’esiguità dei locali, fu trasferita nella vecchia scuola elementare e asilo (c’erano ancora le suore), cioè la sede attuale.
In tempi successivi mi sono arrivate le voci dei vari tentativi di soluzione che non conosco nei dettagli:
1)     ristrutturiamo la sede attuale che è basata su un adattamento della vecchia scuola
2)     non basta, è comunque troppo piccola, quindi buttiamo giù tutto e ricostruiamo una nuova sede nuovissima
3)     trasferiamo la sede nell’edificio dell’attuale scuola media che sarà ricostruita a Millepini nella zona delle altre due scuole, primaria e dell’infanzia, su parte del territorio del parco attuale; l’attuale comune sarà smantellato e ceduto a terzi per la costruzione di nuove unità abitative
4)     come il punto 3) ma il comune sarà ricostruito sulla stessa area dove è ora, la scuola media andrà a Millepini e l’attuale scuola media sarà smantellata (per unità abitative? non lo so)
A questo punto vorrei dire la mia, indipendentemente da tutta questa lunga storiella di proposte e controproposte. L’attuale sede comunale è in un edificio di chiara architettura fascista, brutto? passabile? non importa. Io sono un deciso antifascista, da sempre, nonostante la foto della pagina “chi sono” in cui mi si vede vestito da Balilla a 6 anni di età, plagiato dalle direttive mussoliniane e dal Minculpop. Quindi resto del parere che la storia non si può disconoscere, né cancellare: essa fa’ parte di noi e lo sarà dei nostri figli, nipoti, ecc.
Non voglio fare un paragone con l’EUR a Roma che è un inno all’architettura fascista di Piacentini e altri “camerati”, perfettamente conservato, però il nostro è un edificio che fa’ parte della storia di Rodano. In conclusione ritengo che l’ideale sarebbe quello di ingrandire la sede comunale aggiungendo spazi nuovi sul retro dell’attuale edificio, restaurando la facciata opportunamente. Sono certo che molti rodanesi sarebbero d’accordo con me.
Vedremo come andrà a finire dopo le elezioni amministrative.
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