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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 10/03/2018 @ 17:49:13, in M) Satira e Umorismo, cliccato 561 volte)
COME RISOLVERE I PROBLEMI DI MAGGIORANZA 
PARLAMENTARE

 
Pochi giorni dopo il risultato delle elezioni 2018 il nostro beneamato Presidente della Repubblica Mattarella si è espresso con un'importante e nuovissima definizione politica; nessuno se l'aspettava: "Non darò alcun incarico a chi si presenterà senza una maggioranza certa".
A me ricorda un certo Monsieur de La Palice, ma credo di sbagliarmi perché sono quasi certo che il Presidente non abbia mai avuto un colloquio con questo distinto signore morto da ormai molto tempo.
A parte la battuta scherzosa, cosa poteva dire il Presidente quando gli tirano la giacca quei politici e giornalisti pasticcioni che vogliono creare confusione e promuovere "coalizioni" sempre più assurde?
 
Ma veniamo al punto. Grazie ad un mio anziano amico/parente lontano che ogni tanto si ricorda di me e di questo piccolo blog, ho avuto delle informazioni eccezionali che costituiscono un vero "scoop".  Mi ha illustrato il contenuto di un documento segreto redatto da un noto economista che lavora in varie università italiane, britanniche e francesi, soprattutto nel campo dell'economia politica e sociale. Mi ha chiesto di non divulgare assolutamente il nome e la residenza dell'economista (ma penso che forse anche lui non li conoscesse).
 
Dopo pochi giorni dai risultati delle elezioni, questo economista, appena eletto per la prima volta in Parlamento in una piccola lista semi-indipendente (non so ancora se in Senato o alla Camera), ha scritto questo documento segretissimo con il quale indica esattamente la soluzione ottimale per risolvere il problema attuale della maggioranza parlamentare.
 
La soluzione si basa su un suo recente saggio in cui aveva esaminato le ragioni per cui i numerosi parlamentari, soprattutto italiani, avevano lasciato il partito o il movimento di appartenenza durante la scorsa legislatura. Il risultato era stato poi comparato con quello di altri paesi europei e oltre oceanici....non vi dico i risultati.
Il titolo del saggio è "Il Cambio Di  Casacca". In effetti negli scorsi 5 anni 495 parlamentari italiani hanno esercitato questo "diritto costituzionale". Le ragioni del cambio sono state le più varie: ideologiche, cacciata dal partito, promesse di partiti concorrenti a ricandidarli o di ricandidare un figlio o una figlia, una moglie, ecc., nella successiva legislatura, antipatia verso il capo, i compagni, amici o camerati del partito, una certa quantità di Euro, una donazione segreta di un appartamento in città o per le vacanze, "altro". Il mio amico non mi ha rivelato le percentuali per ciascuna ragione.....
 
La soluzione del problema è destinata al Capo (e cerchio magico ristretto) di uno dei tre più importanti raggruppamenti/coalizioni attuali (inservibili per quelli con meno del 13% di eletti), cioè PD, oppure M5S, oppure Berlusconi & C.
Il destinatario, previo pagamento di un certo numero di € raccolti mediante colletta da versare all'economista, contatterà tutti gli eletti in Parlamento, e richiederà - e otterrà - di passare al suo partito, movimento, coalizione.
Al contempo ogni eletto chiederà una certa quantità di €, sempre mediante colletta fra il suo "entourage" di elettori composto da parenti vicini e lontani, amici più o meno veri (qualcuno di questi emetterà assegni falsi o bancomat con PIN sbagliato), tifosi della sua squadra di calcio, di pallacanestro, sport vari, compreso i rugbisti che menano forte.
 
Qualche giorno dopo il mio amico - bontà sua - mi ha poi confidato un altro segreto Udite, udite: il nostro economista (per fortuna non si conosce il nome e cognome per salvaguardagli la vita) a causa di un rarissimo piccolo difetto in Italia: l' amore per il denaro (da piccolo faceva il chierichetto in chiesa per raccogliere le elemosine e in parte conservarle con lo scopo finale di non gravare il padre diversamente abbiente di dargli la "paghetta" settimanale) non si è rivolto solo ad uno dei capi partito/coalizione ma, in gran segreto, a tutti e tre. L'economista  si è scusato dicendo al mio amico che l'ha fatto per amore della democrazia .
Non vi dico cosa è successo: nei giorni seguenti. Per la fretta di non lasciare l'Italia senza un governo forte di più del 50% dei parlamentari in ambedue le camere, in vista delle vicine audizioni del Presidente, tutti i capi si sono ri-precipitati in tutta Italia, in treno, in moto, aereo, in pullman, ed anche in auto elettrica e biciclette con pedalata assistita, come avevano fatto durante la campagna elettorale.
Immaginate Berlusconi, Salvini, Meloni, Renzi, Di Maio, Di Battista,  Grillo....
 
Non so come sia finita, ma il mo amico ha promesso che il primo a conoscere i risultati sarò certamente io. E per la grande simpatia che ho verso i miei lettori, ne farò parte a tutti su questo piccolo  blog.
 
 
 
 
 
 
 
 
PS - ecco i risultati pochi giorni prima dell'elezione dei Presidenti di Camera e Senato: i capi partito hanno fatto un ottimo lavoro ma alla fine nessuno è riuscito ad aggregare il numero necessario a superare il 50% dei parlamentari nelle due Camere....forse l'economista doveva essere meno democratico...e anche meno avido di denaro.  Chissà!
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Di Gennaro Aprea (del 03/04/2018 @ 11:21:09, in C) Commenti e varie, cliccato 758 volte)
PASTIERA


 
In questi giorni di feste pasquali sui "social" si è parlato molto della pastiera, dolce tipicamente napoletano. Non esiste un dolce chiamato pastiera di altra provenienza, quindi non si dovrebbe - e non si deve - aggiungere, come spesso sentiamo, l'aggettivo "napoletana"...è solo un inutile spreco di parole!
 
Vi sono leggende e tradizioni trasmesse oralmente e su qualche documento antico sull'origine della pastiera: ve ne sono di tutti i tipi ma io preferisco quella che racconta che la pastiera era il dolce tipico della primavera della Magna Grecia, quindi prima ancora della fondazione di Roma di Romolo e Remo. Napoli fu fondata infatti dai greci.
Una delle caratteristiche era, ed è, di profumare l'impasto con l'acqua di fiori d'arancio che nell'attuale sud era molto disponibile all'inizio di primavera. L'altro, tipicità era la frutta candita soprattutto quella di zucca (chamata a Napoli "cucuzzàta"), di buccia di cedro e d'arancia che servivano a dare la dolcezza all'impasto (allora non esisteva ancora lo zucchero) fatto di ricotta di latte vaccino mescolato con quello di capra o pecora, uova, grano cotto nel latte profumato di scorza di limone, il tutto contenuto nell'involucro di pasta frolla fatto di farina e uova dolcificata con un po' di miele
La pastiera è sempre stato il dolce fatto in casa ed ogni famiglia del popolo ha la sua ricetta particolare con qualche segreto trasmesso da nonna a madre e figlia. Solo poche pasticcerie a Napoli fanno pastiere accettabili ed hanno successo perché le donne che sanno cucinare di questi tempi sono poche e hanno meno voglia rispetto alle nostre nonne e bisnonne...in effetti  hanno meno tempo per farlo; ma va bene così.
 
Vorrei precisare che mi posso permettere di parlare di pastiere perché, fra le cose che amo fare, c'è la cucina tradizionale di Napoli imparata fin dalla mia adolescenza da mia madre e da una mia zia sorella di mio padre, cuoca superlativa, conosciuta in tutta la l'ambiente degli alti ufficiali della Marina Militare perché lo zio era negli anni 50, prima colonnello commissario, e infine generale. La pastiera è stato sempre uno dei dolci che mi sono divertito a preparare per Pasqua, cosicché  gli amici che l'avevano assaggiata mi hanno sempre chiesto di gustarla.
Fino a qualche anno fa ne facevo una decina che erano distribuite fra parenti e cari amici, alcune spedite anche in Inghilterra e Francia.
 
Non vorrei che qualcuno (la grande industria) si inventasse un dolce imitando male la vera pastiera e la chiamasse pastiera napoletana ma di origine nord o centro Italia, o siciliana, o sarda, come è successo con la mozzarella. Ricordo benissimo che fino al periodo del dopoguerra, cioè gli anni 50 del secolo scorso, a Roma e a Napoli, se andavi in una salumeria chiedevi la "mozzarella" e ti davano quella che oggi si chiama "mozzarella di bufala campana" per fortuna ormai protetta (DOP). Altrimenti tu chiedevi il "fiordilatte" e il salumiere ti serviva ciò che oggi è servita come "mozzarella" ma è fatta di latte vaccino ben scremato.
Al centro e nord Italia non sapevano nemmeno cosa fosse la mozzarella. Solo negli anni sessanta, quando il reddito degli italiani aumentò e si cominciò ad andare in vacanza al sud, i "nordici" assaggiarono la mozzarella e la chiesero ai loro salumieri che la facevano venire dalla Campania in aereo....poi l'industria si appropriò del nome e fece la brutta copia della mozzarella con il latte vaccino superscremato.
 
A proposito di conservazione di prodotti tipici, quest'anno alcuni supermercati hanno messo in vendita delle pastiere "made in Parma" (Esselunga). La cosa si è risaputa e i "neo-borbonici"(1) si sono rivoltati contro questa invasione: hanno comprato una pastiera falsa cioè made in Parma, l'hanno regalata al Governatore della Campania De Luca, rimproverandolo di non aver fatto niente per tutelare le tradizioni napoletane. Al contempo hanno inviato una pastiera vera fatta in una nota pasticceria napoletana alla Esselunga, sottintendendo che la loro è una schifezza.
 
A Milano quest'anno tutti si sono messi a fare pastiere più o meno false: ne ho comprate due piccole per sentire come erano, una fatta industrialmente (Auchan) l'altra da un pasticciere spacciatosi di tradizione del sud; risultato: due banali "pizze di ricotta". Frutta candita quasi inesistente, l'acqua di fiori di arancio, zero (costa troppo) sapore di grano, zero, ricotta industriale di latte vaccino scrematissimo, cioè "nun sàpe 'e niènte".
 
Allora, neo-borbonici datevi da fare affinché la pastiera non diventi un banale prodotto industriale che si trova tutto l'anno.
Insomma la PASTIERA è qualcosa di molto particolare che deve continuare a vivere ed essere fatta solo artigianalmente. E' talmente buona e delicata che - come si dice a Napoli - "ti ricrea"
 
Infine c'è una vecchia storia che risale la secolo XIX. Maria Teresa d'Austria andò sposa a Ferdinando II di Borbone, buona forchetta ed ottimo ardente amante (ci fece 12 figli). Lei non si trovava bene a Napoli, non era riuscita a piacere alla corte, così era sempre seria ed arcigna.
Il cuoco di corte suggerì al re di farle assaggiare la pastiera, dolce del popolo sconosciuto allo stesso re, che approvò. Risultato: la regina sorrise, divenne allegra e la fece gustare e sorridere tutte le cortigiane che finalmente divennero devote, cosicché il re espresse la famosa frase: 'a reggina ha fernuto 'e stà sempe cu 'e ppaturnie 'nce vuleva a pastiera pe' falla rìrere.


(1) Movimento culturale  apolitico per la valorizzazione e la tutela dei beni storici, artistici, ambientali e della tradizione del Regno delle Due Sicilie

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Di Gennaro Aprea (del 22/05/2018 @ 19:11:48, in M) Satira e Umorismo, cliccato 539 volte)
MENO MALE !


 
In questi ultimi giorni sono stato assillato da un dubbio terribile, cioè che il nostro ineffabile Luigino diventasse Presidente del Consiglio dei Ministri... e poi, dopo la dichiarazione che il "premier" non sarebbe stato né lui, né Matteo il leghista, nemmeno per un'alternanza 6 mesi l'uno e 6 mesi l'altro (o 1 settimana l'uno e 1 settimana l'altro, ecc.) si vociava ancora,  dicevo,  che poi Luigino sarebbe stato forse Ministro degli Affari Esteri.
 
Mi chiedevo: ma come fa un "premier" o un Ministro di tale importanza a parlare con i colleghi premier o ministri degli esteri di altri paesi europei e non, senza poter parlare in un "fluent English"?  Vi giuro, qualche notte mi sono svegliato e, pensando a questi problemi immani, sono rimasto insonne per ore...mannaggia!
 
Il fatto è che il nostro impareggiabile boss dei 5S aveva iniziato a studiare l'inglese (la fonte di questa notizia è più che sicura e seria, n.d.r.) ma il risultato era che la sola parola che era riuscito ad imparare nei vari "slang"  anglo-americani, era solo la traduzione di "formaggio". Ciò a causa - ho saputo - del suo grande amore per i formaggi, a cominciare dalla mozzarella di bufala campana, attraverso i vari formaggi freschi campani della consistenza della provola, per finire con il vero "provolone" piccante....
 
Così, quando gli era capitato di incontrare qualcuno che non sapeva bene l'italiano, pensava al formaggio che gli veniva in mente al momento, più leggero o più forte, così riusciva a far innamorare all'istante l'interlocutore, sussurrando un silenzioso "cheese" più o meno accentuato a seconda del formaggio a cui pensava, più o meno forte, in quel preciso secondo.
Dati gli ottimi risultati questa sua strategia è diventata da tempo un vezzo che ha distribuito a tutte le telecamere che lo hanno ripreso in questi lunghi mesi di presenze nelle varie TV da quando è diventato ufficialmente  il "Kapo" dei Pentastellati. Oltre a questa espressione del viso ha imparato anche a "sfilare" come i migliori indossatori di moda con le braccia penzolanti...
 
Meno male che proprio oggi si è vociferato che sarà nella lista dei ministri in pectore ma non il Ministro degli Esteri...meno male! Finalmente potrò dormire tranquillo.
 
Però, ora che è riuscito a "formare un governo di politici, ripeto, politici"  che più politici non si può (e la competenza dov'è?) dovrà pure decidere di fare qualcosa di serio come a suo tempo fece - con profitto devo dire - l'altro Matteo il toscano. E ciò perché Luigino è diventato un personaggio - molto criticato ma anche preso per il sedere.... da numerosa stampa e TV straniera.
Però, Giggì, statte accuorto, te staie cumpranno 'a nòmmena d'o famoso proverbio latino, "risus abundat in ore stultorum"... 
 
Comunque, forza Giggì ! sei tutti noi... e dietro la schiena incrocio le dita, e faccio pure le corna!
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