COME RISOLVERE I PROBLEMI DI MAGGIORANZA
PARLAMENTARE
Pochi giorni dopo il risultato delle elezioni 2018 il nostro beneamato Presidente della Repubblica Mattarella si è espresso con un'importante e nuovissima definizione politica; nessuno se l'aspettava: "Non darò alcun incarico a chi si presenterà senza una maggioranza certa".
A me ricorda un certo Monsieur de La Palice, ma credo di sbagliarmi perché sono quasi certo che il Presidente non abbia mai avuto un colloquio con questo distinto signore morto da ormai molto tempo.
A parte la battuta scherzosa, cosa poteva dire il Presidente quando gli tirano la giacca quei politici e giornalisti pasticcioni che vogliono creare confusione e promuovere "coalizioni" sempre più assurde?
Ma veniamo al punto. Grazie ad un mio anziano amico/parente lontano che ogni tanto si ricorda di me e di questo piccolo blog, ho avuto delle informazioni eccezionali che costituiscono un vero "scoop". Mi ha illustrato il contenuto di un documento segreto redatto da un noto economista che lavora in varie università italiane, britanniche e francesi, soprattutto nel campo dell'economia politica e sociale. Mi ha chiesto di non divulgare assolutamente il nome e la residenza dell'economista (ma penso che forse anche lui non li conoscesse).
Dopo pochi giorni dai risultati delle elezioni, questo economista, appena eletto per la prima volta in Parlamento in una piccola lista semi-indipendente (non so ancora se in Senato o alla Camera), ha scritto questo documento segretissimo con il quale indica esattamente la soluzione ottimale per risolvere il problema attuale della maggioranza parlamentare.
La soluzione si basa su un suo recente saggio in cui aveva esaminato le ragioni per cui i numerosi parlamentari, soprattutto italiani, avevano lasciato il partito o il movimento di appartenenza durante la scorsa legislatura. Il risultato era stato poi comparato con quello di altri paesi europei e oltre oceanici....non vi dico i risultati.
Il titolo del saggio è "Il Cambio Di Casacca". In effetti negli scorsi 5 anni 495 parlamentari italiani hanno esercitato questo "diritto costituzionale". Le ragioni del cambio sono state le più varie: ideologiche, cacciata dal partito, promesse di partiti concorrenti a ricandidarli o di ricandidare un figlio o una figlia, una moglie, ecc., nella successiva legislatura, antipatia verso il capo, i compagni, amici o camerati del partito, una certa quantità di Euro, una donazione segreta di un appartamento in città o per le vacanze, "altro". Il mio amico non mi ha rivelato le percentuali per ciascuna ragione.....
La soluzione del problema è destinata al Capo (e cerchio magico ristretto) di uno dei tre più importanti raggruppamenti/coalizioni attuali (inservibili per quelli con meno del 13% di eletti), cioè PD, oppure M5S, oppure Berlusconi & C.
Il destinatario, previo pagamento di un certo numero di € raccolti mediante colletta da versare all'economista, contatterà tutti gli eletti in Parlamento, e richiederà - e otterrà - di passare al suo partito, movimento, coalizione.
Al contempo ogni eletto chiederà una certa quantità di €, sempre mediante colletta fra il suo "entourage" di elettori composto da parenti vicini e lontani, amici più o meno veri (qualcuno di questi emetterà assegni falsi o bancomat con PIN sbagliato), tifosi della sua squadra di calcio, di pallacanestro, sport vari, compreso i rugbisti che menano forte.
Qualche giorno dopo il mio amico - bontà sua - mi ha poi confidato un altro segreto Udite, udite: il nostro economista (per fortuna non si conosce il nome e cognome per salvaguardagli la vita) a causa di un rarissimo piccolo difetto in Italia: l' amore per il denaro (da piccolo faceva il chierichetto in chiesa per raccogliere le elemosine e in parte conservarle con lo scopo finale di non gravare il padre diversamente abbiente di dargli la "paghetta" settimanale) non si è rivolto solo ad uno dei capi partito/coalizione ma, in gran segreto, a tutti e tre. L'economista si è scusato dicendo al mio amico che l'ha fatto per amore della democrazia .
Non vi dico cosa è successo: nei giorni seguenti. Per la fretta di non lasciare l'Italia senza un governo forte di più del 50% dei parlamentari in ambedue le camere, in vista delle vicine audizioni del Presidente, tutti i capi si sono ri-precipitati in tutta Italia, in treno, in moto, aereo, in pullman, ed anche in auto elettrica e biciclette con pedalata assistita, come avevano fatto durante la campagna elettorale.
Immaginate Berlusconi, Salvini, Meloni, Renzi, Di Maio, Di Battista, Grillo....
Non so come sia finita, ma il mo amico ha promesso che il primo a conoscere i risultati sarò certamente io. E per la grande simpatia che ho verso i miei lettori, ne farò parte a tutti su questo piccolo blog.
PS - ecco i risultati pochi giorni prima dell'elezione dei Presidenti di Camera e Senato: i capi partito hanno fatto un ottimo lavoro ma alla fine nessuno è riuscito ad aggregare il numero necessario a superare il 50% dei parlamentari nelle due Camere....forse l'economista doveva essere meno democratico...e anche meno avido di denaro. Chissà!