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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 31/08/2016 @ 11:50:41, in L) Zero-carbonio, cliccato 774 volte)
IL SILENZIO E' D'ORO

Vecchio detto, ormai dimenticato, ma sempre valido. Quando si legge un qualsiasi scritto, articoli, saggi, romanzi, ecc., oppure si ascoltano conversazioni, battute, trasmissioni varie sui media, non è facile trovare qualcosa che combacia perfettamente col proprio pensiero.
Eppure verso la fine di agosto ho letto una lettera al Direttore de l'Espresso che mi ha fatto impressione per l'identicità col mio pensiero. Ho chiesto all'autore, il dottor Mauro Luglio di Pordenone il permesso di pubblicarlo su questo blog ed ho ricevuto il suo assenso, per cui lo ringrazio. Certamente molti lo avranno già letto sul settimanale ma forse ritengo che farà piacere a tutti i miei lettori che non lo conoscono perché molti di essi la pensano come me in generale.
Ecco il testo:
"C'era una volta il silenzio che dava senso alle parole"
"Anche questa estate si caratterizza per una miscela infernale di rumori e schiamazzi che imperversano giorno e notte nelle nostre città dalle più svariate fonti. Non c'è requie. In particolare i rumori rivelano la speciale capacità dell'uomo di ignorare i diritti degli altri e di affermare il proprio primato mediante l'uso degli strumenti sonori proprio come quando si alza la voce nelle conversazioni e nei dibattiti televisivi.
Una barbarie che dimostra la frantumazione del vincolo sociale, l'incapacità d'ascolto del nostro prossimo, una tragica forma d'insopportabilità del silenzio. Sta emergendo una centralità della parola che elimina gli spazi della contemplazione.
Il silenzio è un ornamento della parola, la nutre di significati e sfumature. A teatro, nella musica e nella vita le pause di silenzio danno valore, forza e respiro alle parole e ai suoni.
E invece sembra quasi che si tema il silenzio, considerato rappresentazione del vuoto, negazione della vita. Si evita il silenzio per evitare gli interrogativi fondamentali, si dedica tempo infinito al cellulare per comunicare il nulla, si usa sempre più raramente la parola per un vero dialogo con il prossimo.
Eppure le vacanze estive potrebbero rappresentare una propizia occasione per recuperare i silenzi perduti, per scoprire il piacere della meditazione, per riprendere la nostra identità svanita fra i rumori alienanti della quotidianità. Occasione sprecata."
 
C'è un'altra persona che difende il silenzio. E' l'americano Gordon Hempton che si autodefinisce ecologista acustico.  Ha vinto un Emmy Award per il documentario "Vanishing Dawn Chorus" (l'evanescente coro dell'alba). Ha fatto della difesa del silenzio una missione registrando all'alba durante i suoi viaggi intorno al globo i suoni armonici degli uccelli e della natura in generale. Egli afferma che in tutto il mondo sono rimasti pochi luoghi ove si possono passare 15 minuti tra cinguettii e sussurri del vento senza sentire alcun rumore provocato dalle attività umane.
"Il silenzio da salvare - afferma - non è la semplice assenza di suoni o rumori, ma è il silenzio della natura, che in realtà è una presenza, una voce. Ogni riva, ogni bosco, ogni spiaggia ha un modo distinto in cui una sorgente sonora come un torrente, una cascata o la risacca emettono onde sonore che accarezzano le superfici, passano fra gli ostacoli e riverberano alcune frequenze più di altre...".
Queste note sono tratte da un articolo su La Repubblica del 29 agosto; chi vuole saperne di più cerchi il profilo di Gordon Hempton su Google.
C'è molto da imparare per la difesa del silenzio.
 
 
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Di Gennaro Aprea (del 15/09/2016 @ 12:01:39, in D) Guerre, cliccato 786 volte)
NON VENDETE PIU' LE ARMI
Qualche giorno fa ho visto in un telegiornale, non volutamente di sfuggita, il resoconto di una manifestazione in favore della pace organizzata, se ben ricordo, da Don Ciotti. La meta del corteo era Assisi.
Tutto bene, però ho letto bene un cartello su cui era scritta la frase del titolo "NON VENDETE PIU' LE ARMI" Devo dire che questo incitamento/invito apparentemente positivo, è decisamente errato e fuori della realtà.
A chi è indirizzato? Ai produttori di armi? ai commercianti di armi? Ai fabbricanti italiani o a tutti quelli in Europa o nel mondo? ad altri? E dove? Oppure si vogliono riferire (senza specificarlo) alle armi vendute all'Arabia Saudita che stanno facendo una strage nello Yemen?
Ammesso che siano giuste queste ipotesi, è mai immaginabile interrompere le vendite in concreto? E come?
Per ambedue i destinatari italiani dell'invito significherebbe fermare la produzione oppure venderle ad acquirenti diversi o addirittura in un altro pianeta. Con quali conseguenze? Fate voi se avete i piedi per terra.
Invece una vera lotta alle guerre e alle stragi di persone che ne derivano potrebbe essere  quella di creare un movimento nel mondo per la riconversione dell'industria delle armi in industria e agricoltura di pace. Utopia? Nel lungo termine forse no se alle Nazioni Unite si formasse una maggioranza di paesi pronti a realizzare questa tendenza che dovrebbe venire dal basso, anche con rivoluzioni senza uso di armi.
Un esempio italiano ben conosciuto. La vecchia Piaggio creata nel XIX secolo (ha cambiato nome e proprietà varie volte) è passata 2 volte da industria di guerra (più che altro aeronautica) a quella di pace. La prima volta subito dopo la prima guerra mondiale e la seconda dopo la guerra del 1939-45 perché aveva ripreso a fabbricare aerei da guerra durante il fascismo. Ora si è stabilizzata sulle due ruote e le decine di milioni di  Vespa, Ape, moto e simili ne sono un esempio.
Meditate amici, meditate. Dobbiamo certamente fare di tutto per diminuire la produzione di armi che creano le guerre perché devono essere "consumate" e "vendute" per svuotare i magazzini. Vedi per esempio l'accordo per la recente tregua a termine in Siria iniziata lunedì 12 settembre, dove le parti in causa subito dopo l'accordo hanno continuato a bombardare pesantemente per giorni con molti morti e distruzioni fino a un'ora prima dell'inizio del "cessate il fuoco".
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Di Gennaro Aprea (del 19/09/2016 @ 17:57:05, in L) Zero-carbonio, cliccato 687 volte)
ULTIMO SUMMIT DEI G20 - ADESIONE DI CINA E USA AL PROTOCOLLO DEL COP 21 DI DICEMBRE 2015 A PARIGI
Il 5 settembre scorso si è svolta l'ultima riunione dei "grandi 20" a Hongzhou. I risultati dell'incontro non sono stati in generale brillanti dal punto di vista politico.
Tuttavia vi è stata la dichiarazione ufficiale di Cina e Stati Uniti di confermare l'adesione al Protocollo del 12 dicembre 2015 che si è svolto a Parigi, al quale tutti i più importanti paesi del mondo (in fatto di emissioni d gas serra), cioè i maggiori responsabili dell'aumento delle temperature terrestri e del cambiamento climatico devono aderire.
Benissimo. Però i media non hanno precisato un particolare importantissimo. Affinché le temperature possano aumentare meno di 2°C entro la fine di questo secolo al fine di poter contenere l'aumento del riscaldamento terrestre possibilmente addirittura entro i 1,5°C, è necessario che le adesioni ufficiali (per esempio per Cina e USA sono sufficienti le dichiarazioni formali dei loro Presidenti, mentre in altri Paesi sono necessari l'approvazione dei loro Parlamenti) siano dei 55 Paesi più inquinanti che insieme sono la causa del 95% di quanto appena descritto.
Ebbene con le adesioni di Cina ed USA siamo arrivati solo al 38% rispetto al 95%. Per esempio mancano ancora molti paesi inquinanti come l'India e perfino numerosi Paesi europei, compresa l'Italia.
Secondo gli accordi c'è tempo per aderire fino al 16 aprile 2017, però mi auguro che l'occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si aprirà domani 20 settembre a New York dove l'ONU riceve le adesioni ufficiali, sia la volta buona per fare dei buoni passi avanti.
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