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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 11/09/2006 @ 09:59:43, in H) Rodano, cliccato 943 volte)

Questa lettera è stata scritta nel Luglio 2005 e rifiutata dall’InformaRodano

Intervengo a proposito della lettera di Leonardo Campanale apparsa sul Pasquino di luglio (foglio dell’opposizione) nella quale lamentava la presenza di “laghi stradali” al termine della via Giovanni XXIII e dell’impossibilità di transito pedonale sul marciapiede a causa dei sacchi di rifiuti che lo ricoprono interamente. Ha perfettamente ragione e assicuro che non è il solo a notare queste situazioni che creano notevoli disagi ai cittadini.

Subito dopo le ferie dell’anno scorso sono state appunto completate le opere di stradali e di asfaltatura davanti al nuovo Centro Sociale a Via Giovanni XXIII poco prima degli ingressi ai due gruppi di box di cui parla il Signor Leonardo. Durante le piogge dagli inizi di luglio ad oggi le pozzanghere in quella zona ed in corrispondenza del “passaggio pedonale rialzato” sono diventate laghi.

A Via delle Querce (dove abito) da anni, quando piove e nei pressi dell’entrata della scuola elementare si formano 2 grandi analoghe pozzanghere. L’asfaltatura è stata rifatta pochi anni fa, ma nulla è cambiato.

Allora, perché si creano queste situazioni?

Delle due, l’una: le amministrazioni, anche quelle precedenti che hanno fatto asfaltare le strade, non hanno inserito nei capitolati di appalto l’esigenza – cosa più che normale - di creare le pendenze necessarie a far defluire l’acqua nei tombini, oppure (seconda ragione) queste clausole sono inserite, ma non vi è controllo del rispetto delle clausole del capitolato d’appalto affinché l’appaltatore corregga gli sbagli dopo il termine del lavoro.

I tombini non sono sufficienti ad assorbire le piogge di forte intensità? (quando si costruisce si deve prevedere le punte massime, non la normalità) Allora si aggiungano tombini ed anche li si tenga puliti (capitolato sul contratto di appalto della pulizia).

Ebbene l’unica ragione di queste situazioni (e di tante altre più importanti, vedi deficit dovuto a sbagli madornali di strategia nei rapporti con la Sisas, vedi errori nella progettazione dell’alberatura delle aree verdi, tanto per fare due soli esempi di cui vorrei parlare in futuro) è che la professionalità e la competenza delle amministrazioni e degli addetti è troppo carente. Impera il pressappochismo salvo per ciò che riguarda l’attaccamento al potere da parte di tutti, anche dell’opposizione, come sempre con qualche lodevole eccezione. Questa amministrazione lo ha dimostrato molte volte.

Voi mi direte: cosa possiamo fare noi cittadini?

Per questi anni che ci separano dalle prossime elezioni propongo due cose: 

1) "tampinarli” su tutti i loro errori, spiegando ai Rodanesi cosa hanno fatto, cosa fanno e penso continueranno a fare. Questo può avvenire solo attraverso il foglio del  Comune, L’InformaRodano, palestra che dovrebbe essere aperta a tutti (ma non lo è), visto che l’opposizione è latitante ed ama più la polemica che la critica costruttiva

2) Iniziare subito a coagulare un gruppo di cittadini, soprattutto giovani – ma non solo - rispetto alle vecchie generazioni come la mia, che abbiano voglia di divenire amministratori, cioè che abbiano voglia di lavorare per i Rodanesi, persone che abbiano idee simili affinché non si trovino a litigare su questioni di principio, o anche su banalità, nel seguito.

Io sono a disposizione per dare un contributo alla ricerca di queste persone per la creazione del team, grazie anche alla mia professione di consulente di organizzazione e direzione.

Vi prego di tenere presente che questo mio appello non è una candidatura alle future elezioni data la mia età avanzata.

Cordiali saluti

 

 

 
Di Gennaro Aprea (del 11/09/2006 @ 11:28:05, in H) Rodano, cliccato 1050 volte)

Questa lettera è stata scritta nel luglio 2005 all’InformaRodano, ma è stata rifiutata perché contiene troppe critiche all’Amministrazione

                                                                                                                                     

Sul primo numero del Pasquino (giornaletto dell’opposizione uscito solo due volte) di maggio ho letto un breve e significativo articolo: “Bilancio 2005: Nessun allarme? Doppio allarme!!”. Avrei voluto che questa mia lettera apparisse sul numero successivo, ma sembra che questa pubblicazione non sarà più edita.

Vorrei comunque fare dei commenti che ritengo interessino tutti i Rodanesi. L’amministrazione attuale, ed anche la precedente, ha deciso una strategia di nuove costruzioni e la ragione più importante di questa strategia era (e forse ora è stata persa di vista a favore della copertura del deficit) che i figli dei Rodanesi non avevano la possibilità di restare nel Comune nel momento in cui volevano formarsi una famiglia. Più che una ragione (condivisa anche da una parte della minoranza) era in gran parte una scusa e cercherò di dimostrarlo.

1)    non mi risulta che nel Comune di Rodano il tasso di natalità si discosti di molto da quello nazionale. L’impoverimento demografico esiste qui (e l’abbiamo visto negli anni sui “nuovi nati” del Comune) come in molte altre parti d’Italia, salvo al sud e dove vi sono agglomerati di extracomunitari di particolare importanza. Vi sono studi che riguardano anche l’Italia, paese nel mirino per la scarsa natalità, del Massachussetts  Institute of Technology, della Banca Centrale Europea, della Banca d’Italia. Fra l’altro, il numero dei nuclei familiari costituiti da single è in forte aumento.

2)    E’ estremamente difficile che i nostri figli trovino lavoro a Rodano o in comuni vicini, zona che certamente non offre posti di lavoro numerosi ed attraenti

3)    Spesso i nostri figli trovano il partner (futuro coniuge) ed il lavoro a Milano dove hanno studiato (scuole superiori, università) il quale partner non ci pensa nemmeno un po’ di venire ad abitare a Rodano. Naturalmente vi sono delle eccezioni, ma sono in percentuale trascurabile.

4)    Una piccola dimostrazione di quanto affermo si trova sull’InformaRodano di giugno 2005. “Cascina Lovati: Assegnazione alloggi agli over 35”. Perché? Non sono stati assegnati tutti gli appartamenti ai giovani.”No comment”. Non parliamo dei criteri di assegnazione che certamente non favoriscono l’investimento dei giovani e dei meno giovani, o dei genitori che vogliono investire per dare una casa ai figli ancora molto giovani (dimostrazione di limitata competenza).

 

E veniamo ora alle costruzioni realizzate finora e previste a breve/medio termine.

a)   Cascina Civasco – Non mi permetto di dubitare della volumetria del costruito rispetto al pre-esistente (mi sembra – salvo errore  - che le volumetrie dovevano essere identiche). Ma il nuovo costruito non ha certamente conservato l’originalità e la tipologia architettonica della vecchia cascina. Il risultato non è certamente piacevole alla vista…ma chi sono gli architetti e i progettisti?

b)   Cascina Lovati: idem come sopra. Vedremo cosa viene fuori

c)   Edifici di via 25 Aprile e di via Gramsci (quest’ultimo ancora in costruzione). Non solo il nuovo piano regolatore ha cancellato questi terreni ad area verde (posseggo ancora una planimetria del Comune di Rodano dove sono indicate tutte le aree verdi) sui quali sono stati costruiti questi nuovi edifici, ma ai costruttori è stata concessa una volumetria che si discosta enormemente da contesto urbano di quella zona. Sull’InformaRodano di giugno nell’articolo “Il punto sul Piano Regolatore” si afferma: “…non vi saranno cementificazioni scellerate, né realizzazioni di immobili che non rispondano alle caratteristiche del nostro territorio. Ribadiamo ancora una volta che il rispetto del nostro territorio ed uno sviluppo oculato sono alla base delle nostre scelte,…”. Cosa sono allora questi edifici? Che bella faccia tosta…ma si sa, vi sono molti politici di questi tempi che dicono cose non vere e negano l’evidenza. A quando il nuovo grattacielo di Rodano?

d)    Cascina Briavacca: Ho saputo che volevano distruggere la parte storica più antica, ricca di preziosi reperti (compresa la parte architettonica). Sembra che qualcosa si sia salvato. Staremo a vedere.

e)    Via Palermo/via delle Querce. Ho saputo che – conto che l’informazione sia esatta, purtroppo – l’altezza degli edifici dovrebbe essere 9 metri di gronda, il che significa 3 piani. Vale quanto detto per c) riguardante la grande differenza dal contesto, cioè cementificazione spinta. Qui c’è anche la forzatura di farsi approvare dal Parco Sud un’estensione di area extra-urbana/agricola a fini edificativi.

In conclusione questa amministrazione si è fatta approvare un nuovo Piano Regolatore che stravolge la caratteristica che il nostro Comune ha mantenuto finora in parte, quella di un comune non dormitorio. Con queste azioni invece stanno solamente rafforzando la caratteristica negativa di comune-dormitorio speculando con l’edilizia intensiva, invece di migliorare le caratteristiche positive  principalmente sociali e ambientali (come numerosi altri comuni dei dintorni hanno realizzato) spesso utilizzando male o malissimo i fondi a disposizione (di cui parlerò in futuro articolo). E non mi vengano a dire per giustificarsi che il nuovo Centro Sociale di Millepini sia bello e ben localizzato…!

Cosa si può fare per fermare questo andazzo? Mi auguro che la minoranza non si lasci sfuggire i termini per il ricorso al TAR (che fra l’altro sono stati sospesi dal 1° Agosto fino al 15 Settembre), ma non so se i termini siano già iniziati mentre scrivo.. 

 

 
Di Gennaro Aprea (del 25/09/2006 @ 17:06:42, in H) Rodano, cliccato 1125 volte)

Questo articolo è stato scritto nel dicembre 2005 e non accettato dall'InformaRodano

DIARIO DELL’IMMACOLATA, ovvero CRONACHE DI UN VECCHIO VIAGGIATORE AD INNSBRUCK

8 Dicembre – Le signore della biblioteca di Rodano si erano raccomandate che quelli di Millepini dovevano anticipare l’appuntamento con il pullman alle 5,45 rispetto alle 6 del precedente programma. Mia moglie ed io usciamo da casa giusto in tempo per essere precisi ed in effetti arriviamo alla fermata degli autobus AGI all’ora esatta. Fa’ freddo, siamo sotto zero, ma il pullman ci fa’ attendere fino alle 6,05.

Mettiamo i trolley nel bagagliaio del primo che arriva (che è il numero 2) e ci accomodiamo levandoci i giacconi che ci proteggono dal freddo. Ad un certo punto sento qualcuno dire ad altri: “.…ma è questo il pullman che vi hanno assegnato?”. Mi alzo e chiedo ad una gentile signora che sembra essere la nostra guida cosa significhi l’assegnazione. Mi risponde che sulla busta (e non sul foglio dove c’è l’indicazione del hotel), consegnatami in  biblioteca c’è scritto il numero del pullman al quale sono stato assegnato….Guardo, ed in effetti vedo per la prima volta questo numero (piccolo). Le rispondo che vicino al numero ci sarebbe dovuto essere anche la parola pullman o bus e che alla biblioteca avrebbero dovuto informarmi, perché scommetto che pochi guardano attentamente una busta che contiene le informazioni, ma cercano subito queste ultime. E poi il numero 2 poteva essere quello che riguardava due persone, in questo caso la coppia formata da mia moglie ed il sottoscritto, segnati sulla busta.

Per fortuna il numero di pullman assegnatoci è il 2 quindi non dobbiamo spostarci. E finalmente si parte con un po’ di ritardo rispetto al previsto dal programma.

Va tutto bene fino al primo tentativo di fermata per la prima colazione e la toilette alla stazione di servizio subito dopo Verona. Impossibile: c’è una fila di pullman, camion e auto. Proviamo alla successiva: la situazione migliora ma ci sono file per la toilette (per le signore) e al bar.

Ritorno preciso all’appuntamento prefissato per la partenza ma ci sono i soliti ritardatari che ci rimandano la partenza di circa 15 minuti. In cuor nostro li perdoniamo perché veramente bere un caffè o fare la pipì era pari ad un’ascensione sul Monte Bianco.

La signora Mariangela, guida del pullman numero 1, ci racconta il programma e ci dice che l’indomani, dopo la seconda colazione, si andrà a visitare Swarovski, senza menzionare che questa visita è fuori Innsbruck.

Alle 12,30 circa arriviamo al posteggio dei pullman all’”Hof Garten” Giardino imperiale) che è pieno di decine di altri pullman. L’appuntamento per riprendere il pullman ed andare in albergo è alle 17.30.

Scendiamo e per fortuna la temperatura non è molto bassa come avevo erroneamente previsto; c’è anche un po’ di sole che ci aveva accompagnato durante tutto il viaggio, ma si sta annuvolando. Come programmato, andiamo verso il “Weihnachtsmarktin” (Mercatini di Natale) che è a non più di 500 metri da dove ci ha lasciato il pullman ed entriamo nella “Altstadt” (città vecchia) del centro storico dove i vecchi edifici sono molto caratteristici e decisamente di ottima architettura. Siamo affamati ed i ristoranti sono zeppi di gente. In uno ci rifiutano; una gentile signora alla porta di dice: “voll!” (pieno!).

Poi finalmente troviamo un posto in un bar tipo tavola fredda con tavolini, ma…dove siamo? La cameriera che ci accoglie ci parla italiano, nei tavoli intorno a  noi si sente parlare solo italiano…poi finalmente sentiamo parlare in tedesco: che siano dei turisti stranieri?….Ed è lo stesso per la strada, siamo tutti italiani, tranne qualche turista francese ed inglese; forse quelli che stanno dietro i banchetti a vendere le loro mercanzie di Natale, i würstel, i punch e la birra, sono gente locale. Ciò mi tranquillizza così facciamo il giro di tutte le stradine ed i vicoli con le caratteristiche insegne in ferro battuto messe a bandiera sopra ai negozi, ai ristoranti agli alberghi. In una stradina, “Kiebach Gasse” (chiamata anche il vicolo delle favole) vi sono sulle pareti degli edifici dei grandi pupazzi che ricordano le favole più famose. Vediamo anche un Pinocchio e una Biancaneve un po’ spettinata con i sette nani.

Più avanti, sulla Friederich-Strasse magnifica strada con i portici, c’è un grande negozio di Swarovski dove entriamo. E’ enorme e nel sottosuolo c’è anche un piccolo reparto museale dove, fra l’altro, c’è un pianoforte e la giacca di Elton John (con foto dell’artista che  la indossa), interamente coperta di queste pietre.

Con la videocamera riprendo le strade, la gente, i banchetti, il “Goldenes Tachl” (Tettuccio d’oro) e più avanti nella larga strada “Maria-Theresien Strasse” ammiriamo altri palazzi, chiese e la colonna con la statua di Maria Immacolata, accompagnata da S. Anna ed altri santi protettori del Tirolo.

Insomma proprio una affascinante esperienza. Alle 17 ci avviamo all’appuntamento con il bravo autista del nostro pullman numero 2. Siamo un po’ infreddoliti e stanchi e non vediamo l’ora di arrivare all’albergo. Che si trova fuori città in un paesino anonimo a mezzora di guida.

E’ un tipico hotel austriaco che si chiama ovviamente “Gasthaus” ed appartiene dalla metà del 1600 alla famiglia Stangl. E’ un 4 stelle e le camere sono all’altezza.

A cena ci servono un pasto banale corrispondente ad una pensione di categoria decisamente inferiore alle 4 stelle. E’ difficilissimo avere l’acqua minerale non gassata (bevande a pagamento): non è prevista. Ripiego, con difficoltà da parte della cameriera, sull’acqua del rubinetto e la mia pur scarsa conoscenza della lingua mi aiuta.

Dopo cena andiamo a fare un giretto a piedi ma il paese non offre niente che valga la pena di vedere, salvo un chiesa buia, e numerosi grandi abbeveratoi/fontane; sentiamo che dentro a delle grandi stalle qualche bovino muggisce. E comincia a nevicare un po’.

Il letto non prevede coperte, ma solo piumoni d’oca. Io ci dormo benissimo, mia moglie no e la mattina si lamenta di aver avuto caldo, freddo, di essersi svegliata perché il piumone viaggiava da tutte le parti…

9 Dicembre – Alle 10 partenza per Innsbruck per l’appuntamento dopo mezzora con la nostra guida austriaca, Sabine, che parla benissimo l’italiano. Ma all’inizio sembra che abbia bevuto abbondantemente di primo mattino perché ogni due parole si mette a ridere fragorosamente e lungamente nel microfono. Poi si calma e comincia a descrivere la città, la sua storia, per prima cosa, perché si chiama così (ponte sul fiume Inn) e ci racconta dei primi insediamenti. Ci porta in un quartiere carico di storia perché in origine era un campo militare romano che si chiamava Veldidena. Perciò la zona si chiama Wilten e ci fermiamo presso la bella basilica di stile rococò che visitiamo accuratamente. Sabine ci spiega che questa basilica è stata costruita da un parroco/architetto di un paesino nei pressi di Innsbruck che la volle dedicare alla “Madonna sotto le 4 colonne”. C’è in effetti sopra l’altare maggiore un bel quadro di Maria che ricorda la preghiera dei soldati romani ad una immagine della Madonna posta sotto 4 alberi.

Stando al di fuori di questa basilica si vede bene il magnifico trampolino del salto con gli sci che è stato ricostruito nello stesso posto dove vi fu quello delle Olimpiadi invernali di Innsbruck molti anni addietro. Ritornando verso il centro Sabine ci fa’ notare la vecchia fabbrica di campane, appartenente sempre alla stessa famiglia Grassmayr fin dal 1600. Passiamo vicino all’arco di Trionfo e ritorniamo al posteggio dei pullman.

Poi a piedi rientriamo nel centro storico e Sabine ci porta nel cortile dell’”Hofburg” (palazzo imperiale), costruito dall’imperatore Massimiliano 1° degli Asburgo (vissuto a cavallo del 1400/1500) e ristrutturato successivamente varie volte anche dall’imperatrice Maria Teresa nel 1700. E’ un classico palazzo reale austriaco dove, oltre al museo, una parte dei locali sono stati trasformati in appartamenti e locati a famiglie senza tetto subito dopo la 2° guerra mondiale, successivamente ristrutturati e forniti di riscaldamento e servizi igienici moderni. Vi sono anche uffici municipali e la succursale del famoso caffè/pasticceria viennese “Sacher” (consiglio di andarci).

Rientriamo nell’Altstadt e la nostra guida ci porta al Tettuccio d’oro e ci racconta il perché questo è divenuto il simbolo della città, sempre risalente a Massimiliano 1° dove si sposò in questo edificio con le sue due mogli, la seconda (dopo 15 anni), una Sforza.

Poi visitiamo la Cattedrale, St Jakob con il quadro del famoso pittore bavarese Cranach che rappresenta una bellissima Madonna col Bambino (ambedue senza aureola perché amico di Martin Lutero) che si chiama “Mariahilf” (Maria Ausiliatrice). Molti edifici della città hanno sulle facciate copie di questo quadro.

Ci porta di nuovo nel vicolo delle favole e lo percorriamo tutto con le spiegazioni dei  vari personaggi che spesso si riferiscono a racconti che non conosciamo in Italia. Continua a nevischiare e fa’ abbastanza freddo, ma verso l’una ci rifugiamo in un magnifico grande ristorante dove, oltre l’ambiente, l’ottimo pasto tipicamente tirolese ci riscalda piacevolmente.

Alle due appuntamento per partire ed andare a visitare il negozio ed il museo di Swarovski, ma 5 o 6 persone si fanno aspettare più del dovuto, cioè circa mezzora. Quando arrivano sorridenti non accennano neanche a uno “scusate!”, ma si giustificano perché dovevano fare spese, cosa che abbiamo fatto tutti senza essere ritardatari. Quando sento qualcuno vicino ai loro posti che li giustifica, mi arrabbio e dico ai ritardatari che sono ineducati e incivili. Non so chi siano, né voglio mai conoscerli, ma ciò che più mi fa’ arrabbiare sono quelli che li giustificano e manifestano tolleranza, come succede quasi sempre in Italia (quindi il nostro Paese è divenuto quello che è a causa del permissivismo permanente) e l’assoluta indifferenza e mancanza di intervento da parte della signora che ci fa’ da guida, troppo buona e gentile, e quindi senza il polso che dovrebbe avere.

Il sito ove c’è il negozio ed il museo di Swarovski è architettonicamente ben concepito, ma il negozio è praticamente lo stesso di quello in centro città. Non so il Museo che costa 8 Euro a persona, ma la nostra signora/guida (la chiamo così perché in tutti i suoi interventi al microfono non ha mai detto il suo nome) ci dice che sarebbero necessarie due ore per visitarlo bene.

Ma l’appuntamento è alle 16 senza ritardatari, e finalmente ripartiamo per arrivare oltre le 10.30 di sera, cosa non prevista dal programma (io ho dovuto annullare una cena che avevo alle 20.30).

Commenti – Non ho mai parlato del pullman n° 1 perché quasi non l’abbiamo visto. Come già accennato, solo una volta all’inizio del viaggio la signora Mariangela è venuta nel nostro per dirci qualcosa. Forse sarebbe stato più simpatico vederci ogni tanto anche con i viaggiatori dell’altro pullman. L’unica particolarità su quest’ultimo è che nel viaggio di ritorno, l’autista è uscito inspiegabilmente a Trezzo sull’Adda (e noi del 2 lo abbiamo seguito) facendoci fare dei giri strani che hanno allungato notevolmente il tempo del ritorno, rispetto all’uscita di Agrate e forse anche a quella della tangenziale che avevano preso all’andata.

Parliamo invece del complesso del viaggio. Certo è che il programma, compreso le guide locali, è stato acquistato come pacchetto dall’agenzia di viaggio Bonolatours e lo si può giudicare senz’altro buono per essere un viaggio così breve. In effetti ci sono molte cose da vedere ad Innsbruck (così come in qualsiasi altra città di quelle dimensioni) quindi non si può pretendere di poter visitare tutto. Avrei evitato la corsa al sito di Swarovski (consigliando di visitare il negozio/piccolo museo in città nel pomeriggio dell’8) e lasciando per esempio lo stesso tempo alla visita del Museo di Arte popolare tirolese nei pressi dell’Hofburg, che non è grande, per chi era interessato, altrimenti tempo libero, così come molti non erano interessati al grande museo Swarovski del sito fuori città. Da notare che delle due ore a disposizione per questa visita, circa una se n’è andata per l’andata (con i ritardatari) e ritorno, compreso il percorso a piedi, e quasi mezzora per i biglietti, quindi poco più di mezzora per la visita del negozio e del museo).

Ho già parlato bene dell’ hotel, non conosco quello del pullman n° 2 che comunque si trovava fuori dal centro città, non bene invece della cena.

Ed ora parliamo del titolo della gita: i Mercatini di Natale. Sono stati per me e mia moglie una delusione. A Merano, a Trento e a Bressanone (Brixen) sono più interessanti ed hanno più oggetti di artigianato locale di quanto non abbia visto a Innsbruck. La maggioranza di quelli offerti in questa città li avremmo potuti vedere agli “obej obej”, oppure all’”Artigiano in Fiera” pochi giorni fa.

In conclusione questa gita è stata a mio parere finalizzata molto al consumismo e poco alla cultura. Voto finale, ovviamente a giudizio personale di un vecchio viaggiatore come me: sei più.

La prossima volta il Comune e la Biblioteca dovrebbero stare più attenti ed affidare l’organizzazione a persone che hanno maggiore esperienza di viaggi ricercandole fra i tanti potenziali volontari Rodanesi. Ultima nota, questa volta positiva, è il ricordo di una delle famiglie che si è dimostrata sempre simpatica e civile durante tutto il viaggio, anche grazie alla loro giovanissima figlia Francesca che ha scattato decine di foto con la sua bella macchina digitale.

 
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