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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 18/12/2010 @ 19:14:52, in F) Questa è l'Italia, cliccato 791 volte)
PACCHI SORPRESA
 
Ho copiato questa lettera – perché penso che più lettori debbano conoscerne il contenuto -  da una di quelle indirizzate al Direttore dei giornali, in questo caso da La Repubblica del 16 dicembre. Mi sono permesso di inserirla perché rappresenta, nella sua semplicità, uno degli esempi-sintomi più marcati di dove è andata a finire l’Italia in mano a chi gestisce la cosa pubblica, semi-pubblica e privata.
 
Ho ricevuto nei giorni scorsi un pacco speditomi da mio figlio dal Giappone contenente delle foto della nipotina e che attendevo con tanto piacere. All'atto della consegna del pacco, l'addetto alla consegna (Ditta spedizioni Ems International ) chiede il versamento per diritti di dogana di 75 euro! Rifiuto il pagamento e respingo il pacco. Chiamo il call center di Ems Italia ed una gentile signorina mi conferma la richiesta del pagamento poiché, ogni 10 pacchi provenienti dall'estero circa la metà vengono aperti ed ispezionati dai funzionari di dogana e questa operazione ha un costo, mentre quelli non sottoposti a verifica vengono consegnati senza alcun esborso. Il mio pacco è stato rimandato al mittente. Francesco Alliata da Palermo”
 
 
Possiamo fare qualcosa per cambiare questa situazione? Io lo saprei ma, prima di dirlo, mi piacerebbe leggere qualche parere dei lettori che ringrazio anticipatamente.
E, visto che siamo nel contesto, anticipo gli auguri a tutti i miei lettori di feste serene ed
un ottimo 2011
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Di Gennaro Aprea (del 20/12/2010 @ 19:34:43, in M) Satira e Umorismo, cliccato 767 volte)
MANAGEMENT CHANGE e CHANGE MANAGEMENT
 
Per chi non ha molta dimestichezza con l’inglese questa coppia di parole scritte invertite ha un significato decisamente diverso.
Mi sono venute in mente in questi ultimi giorni di fronte allo spettacolo della politica e della situazione globale e, nonostante la loro diversità di significato, in questo caso esse hanno una correlazione molto stretta.
Non vi faccio aspettare oltre e spiego, sempre per quelli che conoscono altre lingue, compreso quelle dei dialetti italiani.
Management Change = Cambio della Direzione (nel senso di quelli che dirigono)
Change management = Gestione del cambiamento
Il pensiero che leggerete di seguito vale per tutti, anche per quelli che conoscono l’inglese alla perfezione.
In questi tempi in cui l’economia e l’ambiente, non solo quello fisico, sono in continuo divenire con grossi sconquassi, tutti noi e soprattutto le aziende devono saper gestire e far fronte al cambiamento di tutto ciò che ci circonda, finanze, rapporti umani, difficoltà in crescita, cortei, nevicate….e chi più ne ha più ne metta.
Queste esigenze si riferiscono anche all’Azienda Italia, che è, ahimè “gestita” da persone che hanno dimostratodi non averne la capacità (per pura incompetenze ed interessi di bottega), per un mucchio di ragioni; poi ci sono numerose altre persone che intenderebbero sostituirsi alle prime, e dubito che anch’esse ne abbiano le capacità, fatte salve in ambedue i casi le debite eccezioni.
In generale il mio personale pensiero il quale, sia ben chiaro, non è qualunquista, mi dice che è assolutamente necessario un ricambio, anzi un cambio, soprattutto generazionale, affinché vi sia una nuova classe dirigente dell’Italia che sia fatta di giovani (donne e uomini) preparati ed onesti - e ce ne sono! - (e finora sono stati messi da parte) insieme ad alcune eccezioni[1]  di cui si diceva prima.
In conclusione, facciamo sì che si cambi il management in maniera tale che il nuovo management sia capace di gestire il cambiamento.
Come realizzare tutto ciò?
Non è facile ma si può fare. Se ne vogliamo parlare sono a disposizione.
Resto in attesa di vostre notizie (come si diceva nelle lettere commerciali di un’epoca passata) ed invio distinti saluti


[1] Uno di questi ci ha lasciato ieri, purtroppo
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Di Gennaro Aprea (del 29/12/2010 @ 17:41:43, in C) Commenti e varie, cliccato 803 volte)
SIAMO TUTTI SCRITTORI
È vero che molti famosi scrittori del passato non vivevano dei loro scritti, anzi spesso sopravvivevano grazie ad altri mestieri e professioni, ma in alcuni casi anche di rendita; non solo, il successo per molti di loro è venuto dopo la morte, nonostante fossero degli ottimi romanzieri, poeti o drammaturghi.
A partire dalla fine del 1800 quando fu istituito il Premio Nobel (il primo fu assegnato nel 1901) la scrittura ha iniziato la sua piena “mondializzazione” che è andata via via accentuandosi col passar degli anni. Senza fare nomi, mi riferisco ai premi letterari dei quali abbiamo assistito impotenti all’inflazione, specialmente in Italia. Penso che ogni sindaco ormai voglia far ricordare il suo nome instituendo un nuovo premio letterario….
Con il recente sviluppo della civiltà mediatica degli ultimi decenni e l’incoraggiamento che essa ha dato alle persone che una volta non si sarebbero mai aspettate di divenire famose in pochissimo tempo, molte di esse si sono messe a scrivere libri di tutti i generi, dalle autobiografie ai saggi politici, a quelli umoristici, ai romanzi, poesie, saggi sociali, e di moltissimi altri generi.
Cantanti, professori, comici, deputati e senatori, presentatori alla TV, giudici, partecipanti a trasmissioni di intrattenimento, attori, musicisti, giornalisti, avvocati, imprenditori, medici, sportivi, veline, ecc. hanno scritto di tutto e di tutti, unendosi a quell’infinità di scrittori sconosciuti che non riescono a far pubblicare i loro lavori perché sono appunto degli sconosciuti, soprattutto perché non appaiono in televisione.
La grande differenza fra i primi e gli sconosciuti è che gli editori fanno a gara per pubblicare i lavori dei famosi le cui immagini appaiono spesso in TV e poi sono commentate ulteriormente sulla stampa o sulla stessa TV da polemiche e discussioni per lo più chiassose. Questi hanno guadagnato e continuano a incrementare i loro redditi anche perché molti di essi sono diventati “testimonial” per la pubblicità di numerosi prodotti e servizi.
Personalmente non ho il tempo di seguire tutte le trasmissioni, ma circa 5 giorni alla settimana nella trasmissione di Corrado Augias “Le Storie – Diario italiano” ,vi è un nuovo libro pubblicato di recente; idem per la bisettimanale “Che tempo che fa” di Fabio Fazio; qualche volta ho seguito occasionalmente qualche trasmissione di altre reti nelle quali si presentava un nuovo libro. Potete quindi immaginare quanti sono i libri che escono ogni giorno riempiendo le librerie di ogni tipo, ben pubblicizzati in televisione.
Ma la cosa bella è che la gente – soprattutto quella che va al mare in vacanza – compra molti di questi libri facendo finta di essere un intellettuale sulla sdraio. E spesso si tratta di testi “spazzatura” di autori vari, compresi numerosi stranieri.
Mi chiedo: ma tutti questi libri esisteranno ancora nelle biblioteche – ormai molte informatiche – fra 50-60 anni, o anche più? Quanto le future generazioni apprezzeranno questi libri? Forse quelli che commentano le stagioni politiche e le situazioni sociali ed economiche ad esse connesse saranno ritenuti interessanti perché aiuteranno gli storici professionisti; ma gli altri? Chissà!.
E mi chiedo ancora: dato che i libri stampati stanno vistosamente perdendo terreno rispetto a quelli offerti ormai da più editori di libri da comprare via Internet[1], ma anche da leggere e sfogliare sulle tavolette elettroniche che stanno invadendo i mercati mondiali da un paio d’anni, cosa succederà a questi volumi cartacei che stanno anche loro inflazionando le librerie di tutto il pianeta?
Si, siamo diventati tutti scrittori (anche io) ma forse vi saranno solo poche opere – come è sempre successo - che resisteranno nel tempo e saranno parte della cultura delle future generazioni. Alcuni di essi, pur avendo scritto buone cose, stanno sparendo perché “non sono più di moda”  (es. Alberto Moravia)….ma speriamo che i giovanissimi li studieranno nella futura letteratura italiana o di altri paesi.
Rinnovo i miei migliori auguri di buon anno a tutti i lettori.


[1] Amazon ha dichiarato che le sue vendite di libri “on line” ha raggiunto il 52% quindi ha superato quelle del cartaceo
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