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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 30/08/2010 @ 09:42:41, in M) Satira e Umorismo, cliccato 769 volte)
L’ITALIA È COME UN’AUTOMOBILE VECCHIA
 
Devo premettere che l’idea di base non è mia perché lo spunto è venuto da mia moglie. Mi ha raccontato molto brevemente di una trasmissione ascoltata in auto su Radio 24 nella quale si intervistavano alcuni giovani italiani con ottimo curriculum scolastico che, dopo alcuni tentativi infruttuosi di inserirsi nel mondo del lavoro e della ricerca, avevano deciso di andare all’estero dove avevano avuto un enorme consenso e successo.
Uno di questi, rispondendo alla richiesta del perché nel nostro Paese i giovani molto preparati non possono aspirare ad un riconoscimento della loro professionalità, ha risposto che l’Italia è come una automobile vecchia.
Mia moglie mi ha riferito solo un paio di dettagli delle ragioni di questa affermazione perciò, forte della mia passione per le automobili e dei motori in genere, sono andato avanti con la fantasia ed ho aggiunto qualche dettaglio in più.
Una vecchia automobile:
-          ha un motore superato rispetto a quelli delle macchine odierne con efficienza estremamente bassa
-          con la stessa cilindrata le auto di oggi raggiungono velocità ed accelerazioni di molto superiori
-          ha un motore che consuma molto perché ai suoi tempi il caro-carburante non era un problema
-          dal tubo di scappamento escono miasmi perché non vi è marmitta catalitica; ai suoi tempi anche questa situazione non era un problema
-          ha una carrozzeria pesante e superata nelle linee
-          ha ancora i freni a tamburo/ganasce e non i freni a disco né tantomeno il servofreno, ABS ed ESP
-          non c’è il servosterzo quindi il guidatore si lamenta che ha difficoltà a guidarla….
-          il guidatore è vecchio e non vede molto bene davanti a se perché non indossa mai gli occhiali; però è contento di possedere una macchina come questa e che guida a suo piacimento portando a spasso alcuni  vecchi amici poveri – ma anche giovani con mentalità sorpassata – i quali non posseggono alcuna macchina e pendono dalle sue labbra aspettando che lui li premi facendoli guidare qualche volta per finta
-          non guarda mai indietro e ai lati perché ha una forte artrosi cervicale
-          è molto fiero di avere questa macchina d’epoca perché ancora bella (e infatti l’Italia è sempre ed ancora molto bella) e va avanti imperterrito per la sua strada. Chissà se un giorno o l'altro non vada a sbattere......non so se abbia le cinture di sicurezza e gli air bag, temo di no.
 
Se vi è piaciuta la metafora, divertitevi ad aggiungere (via contatti) ulteriori ragioni che inserirò volentieri nel sito.
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Di Gennaro Aprea (del 05/09/2010 @ 13:04:03, in F) Questa è l'Italia, cliccato 652 volte)
ASPETTAMI
 
In tutto questo bailamme della politica italiana sono intervenuti e continueranno a intrattenerci i migliori pezzi da novanta del giornalismo italiano, qualcuno in verità dicendo anche qualche frottola. 
Quindi, da giovane – si fa’ per dire - apprendista della cronaca, non mi permetto di intervenire e resto in attesa sul solito ponte che passi il cadavere.
Commenterò invece una cosa banale spiegandovi la ragione del titolo.
“Aspettami” è infatti il titolo di un foglietto pubblicitario delle Poste Italiane che ho trovato in un ufficio postale due giorni fa in occasione di un pagamento.
E infatti qui si tratta di un pagamento nuovo inventato dagli “innovativi” delle Poste per tirar fuori dalle nostra tasche altri denari, come se non bastasse l’eliminazione dell’affrancatura di € 0,45 in favore dei 0,60, “perché la consegna è ormai sempre prioritaria”, cioè entro due giorni. Grossa bugia! Mentre in tutto il resto di Europa, ed anche negli USA, con la posta ordinaria la consegna è sempre brevissima.
Bene, detto questo, vi spiego l’Aspettami. Il sottotitolo si capisce subito: “La tua posta ti aspetta quando non ci sei”. Il che significa che contro pagamento di € 12 per le aziende e € 6 per i privati le Poste custodiscono per due settimane la posta “non a firma” (cioè raccomandate, ecc.) durante l’assenza per ferie, la quale sarà consegnata il giorno successivo alla scadenza della 2 settimane. Si può fare anche per 4 settimane ed i prezzi salgono rispettivamente a € 24 per le aziende e € 12 per i privati.
A parte l’esosità dei prezzi, cosa succede se aziende e privati non aderiscono a questo servizio cosiddetto “con valore aggiunto”?
 
1) si riempie la cassetta delle lettere del destinatario fino all’inverosimile
2) il postino non può più infilare la corrispondenza per il troppo pieno
 
Nel primo caso qualche incivile potrebbe approfittarne oppure la pioggia eventuale potrebbe bagnare la corrispondenza che sporge dalla feritoia della cassetta.
Nel secondo non lo so, ma temo che la corrispondenza di troppo andrebbe al macero
E cosa succede se per una ragione qualsiasi – e vi sono molti casi - il destinatario ritarda il ritorno dalle ferie di uno o più giorni? Dove va a finire la posta custodita per il periodo contrattato?
 
Vorrei saperne di più e chiederò lumi a più di un ufficio postale perché sono quasi certo che avrò risposte differenti.. Voi che ne dite?
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Di Gennaro Aprea (del 16/09/2010 @ 17:19:03, in C) Commenti e varie, cliccato 851 volte)
PUBBLICITA’ POSITIVA
 
Da qualche settimana va in onda una pubblicità del Ministero della Salute sui danni del fumo ”selvaggiamente” condotta da un Renato Pozzetto che fa’ egregiamente il maestro arrabbiato di una classe di bravissimi bambine e bambini. Sono certo che molti di voi l’avranno notata.
Personalmente sono d’accordo su questo spot pubblicitario molto forte perché sono un ex fumatore e, come molti sanno, gli ex sono più cattivi degli altri.
Poi in un bar ligure ho visto il cartello che vedete, così mi sono ricreduto sulla forza della persuasione. E mi sono fatto anche una bella risata (sono certo che quelli che non conoscono il dialetto ligure, non avranno difficoltà a comprender appieno il significato dell’ultima invito!)
 
PS – ho controllato con alcuni esperti linguisti: le traduzioni sono quasi tutte esatte; per esempio nel portoghese (lingua che conosco bene) la "E" deve avere l'accento acuto cioé "É", e "prohibido" è senza la h che invece c'è in spagnolo, ma si capisce ugualmente
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