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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 21/12/2009 @ 11:44:47, in C) Commenti e varie, cliccato 729 volte)
CONCERTO DI NATALE AL SENATO
 
Ieri ci siamo goduti questo bel concerto che il Maestro Muti ha offerto a tutti gli italiani ed europei; gratis, nel senso che non voluto alcuna parcella. E alla fine ha parlato anche in maniera egregia.
C’era qualche invitato in più che non era senatore o del governo, fra i quali uno stonava più di altri…che ci faceva in Senato Bruno Vespa? forse aveva mostrato all’ingresso il passaporto di portoghese? Qualcun altro mandava o riceveva SMS, era Gasparri: vi meravigliate?
Tutti hanno anche brindato alla fine.
L’atmosfera è stata comunque decisamente distesa, forse perché mancava una persona: è proprio così? Chissà? Allora questa volta possiamo dire?:…. “meno male che Silvio non c’è”?
 
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Di Gennaro Aprea (del 21/12/2009 @ 17:39:00, in L) Zero-carbonio, cliccato 725 volte)
FLOPENHAGEN ?
 
 
Qualcuno ha chiamato la riunione di 192 paesi mondiali sul clima con questo epiteto.
Io non sono d’accordo, per una serie di ragioni di cui ve ne dirò solo poche ma significative.
 
1)     Nonostante la lunga preparazione con minacce di defezioni importanti, di rifiuti dei paesi poveri e in via di sviluppo ad accettare proposte o imposizioni da parte dei paesi più industrializzati e ricchi, il solo fatto che si siano riuniti 192 paesi, è già un bel passo avanti rispetto a Kyoto e all’allora defezione successiva degli Stati Uniti
2)     Ora sembra invece che gli USA (il Presidente Obama) pur con qualche titubanza e limitazione nelle cifre e compromessi vari, si siano messi alla testa dei paesi che prendono sul serio il pericolo del grave riscaldamento terrestre e delle sue terribili conseguenze per l’umanità intera. A questo proposito il famoso giornalista Thomas Friedman (multipremiato Pulitzer) ha scritto un eccellente articolo sul New York Times nel quale critica il comportamento di molti delegati importanti, compreso il suo Presidente, ma lo incita a prendere iniziative concrete per una legge per contrastare l’aumento della CO2, legge che metterebbe in concorrenza aperta gli USA con la Cina e gli altri grandi produttori di gas serra. E conclude: se gli Stati Uniti riescono a realizzare questo obiettivo, tutti lo seguiranno, compreso anche la corsa alla fabbricazione concorrenziale di prodotti tecnologici (compreso quelli per la eco-edilizia) per energie alternative e rinnovabili, e per la loro applicazione. Come spesso succede, l'Europa si è fatta sentire poco; non parliamo dell'Italia!
3)     Anche la Cina, l’India ed il Brasile si sono fatti sentire positivamente (es. il Presidente Lula ha detto che la strategia per il salvataggio della Terra “potrà funzionare solo se i paesi si assumeranno la responsabilità di rispettare i propri obiettivi e se le nazioni ricche aiuteranno concretamene quelle povere a dotarsi di fonti energetiche pulite”), mentre i paesi andini, quelli che hanno gas e petrolio in abbondanza – e lo vogliono vendere -, hanno attaccato Obama e la sua politica. Così come i paesi-arcipelaghi degli oceani che temono di essere sommersi dall’aumento del livello del mare. E questi ultimi fanno bene ad insistere affinché gli accordi dei “grandi” prevedano limiti più alti di diminuzione dei gas serra.
4)     Insomma non è facile mettere d’accordo 192 paesi in una settimana, però sembra che vi sia una ferma intenzione da parte dei più importanti stati mondiali di voler continuare a trattare per il bene di tutti, non solo per il loro.
 
Io mi auguro che i pochi miliardi (pensate solo ai 700 miliardi che gli USA hanno messo in campo per salvare le loro banche) che hanno messo in campo per aiutare i paesi poveri nel percorso verso lo sviluppo delle loro “green economies” diventino molti di più, nel nostro stesso interesse.
E noi, nel nostro piccolo, dobbiamo continuare a chiedere insistentemente e senza pause che i “grandi” raggiungano gli accordi necessari a salvaguardare il mondo dalla catastrofe.
In Italia l’opinione pubblica deve essere ancora più insistente perché i nostri governanti fanno poco o niente in questa direzione obbligata, anzi mettono in campo nuovi investimenti per energie inquinanti, e per il nucleare, invece di promuovere quelli necessari allo sviluppo di produzione di energie rinnovabili e alternativi.
 
PS – Molti lettori si chiederanno perché insisto su questi argomenti. Vado per i 79 anni, non ho figli e tanto meno nipoti (salvo quelli di mia sorella). Se non si cambia politica economica i grossi guai diverranno concreti a partire dagli anni 20 di questo secolo e scoppieranno negli anni 40. Io non ci sarò più quindi potrei dare un’alzata di spalle e fregarmene.
Bene, vi confesso di essere uno scemo che pensa agli altri, anche ai poveri bambini dei paesi poveri dell’Africa e alla piccola brasiliana che ho adottato a distanza
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Di Gennaro Aprea (del 28/12/2009 @ 16:39:31, in M) Satira e Umorismo, cliccato 731 volte)
PENSIERINO SU UNO SLOGAN FAMOSO
 
Qualche giorno prima di Natale ho scritto una breve considerazione sul bellissimo Concerto di Natale al Senato che abbiamo visto e sentito in Eurovisione, ed ho magnificato il clima disteso di quell’evento.
Oggi ho letto un interessante articolo di Ilvo Diamanti sulla popolarità – in ascesa - del nostro Presidente del Consiglio dei Ministri e mi è tornata in mente la mia scherzosa conclusione del 21 dicembre: “meno male che Silvio non c’è”.
Questa volta però si tratta di un esame semantico dello slogan, cioè di una riflessione sul significato delle parole.
Giusto per fare un esempio semplicissimo, quando un bambino piccolo cade e si fa’ male ad un ginocchio, piange a dirotto e si precipita dalla mamma chiedendo aiuto e salvezza. L’affettuosa reazione della madre che gli fa’ un massaggio sulla parte dolorante e lo consola dandogli bacini lo tranquillizza un po’….poi la mamma gli chiede : “ come va? è passata la bua? Ti fa’ meno male? Il bambino comincia a calmarsi e, ancora con le lacrime agli occhi dice : “si, mi fa’ meno male…. ma ancora mi fa’ male…”
Allora, dire “meno male “ significa, salvo errore, che il male comunque c’è ed è solamente un po’ di meno. Tutti quei bambinoni che adorano Silvio, dunque, si rendono conto che lui è meno male di tutti gli altri, un po’ come quando il toscanaccio Montanelli diceva agli italiani; “votate DC turandovi il naso”.
Perché allora non hanno creato lo slogan: “per fortuna che Silvio c’è”? forse perché riconoscono che in fondo anche lui è “male” come tutti gli altri? solo un po’ di meno probabilmente. Voi che ne dite?
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