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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 18/05/2019 @ 17:15:37, in L) Zero-carbonio, cliccato 353 volte)
PNIEC
 
Ecco una nuova sigla. Gi esperti e i burocrati non riescono a perdere il vizio di inventarne di nuove, sempre più complicate e non facili da ricordare per le persone che non le usano continuamente perché hanno differenti interessi culturali o che comunque non riguardano la loro vita quotidiana.
Si tratta però di un argomento nuovo e importante; ed ecco cosa significa: Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.
 
Esso costituisce una delle applicazioni della Strategia Energetica Nazionale (SEN) pubblicata a fine 2017 che tiene conto, fra l'altro, delle modifiche dei consumi negli ultimi anni da fonti rinnovabili nei Paesi membri dell'Unione Europea. E' stato pubblicato dal MiSE nel dicembre 2018 ed inviato alla Commissione Europea in attesa della loro "benedizione". Il Ministro insieme a quello dell'Ambiente hanno fatto una presentazione in marzo. Non ricordo molti riscontri sui media.
 
Da un po' di tempo a questa parte c'è sicuramente un aumento di attenzione ai problemi ambientali mediante trasmissioni e articoli sui media. Tuttavia da mesi gli esperti discutono sul PNIEC (e sollevano obiezioni o fanno polemiche) fra di loro ma i media, compreso internet, non ne hanno dato ulteriori dettagli come sarebbe necessario per la sua importanza.
La mia piccola ambizione è da sempre quella di cercare di comunicare al grande pubblico nuove informazioni evitando il gergo, spesso non facile a comprendere, degli addetti ai lavori. Cosa che essi non fanno, anche se dovrebbero e potrebbero.
Giovedì 9 maggio ho seguito il convegno di "Energy & Strategy Group" della School of Management del Politecnico di Milano che ha infatti esaminato a fondo il contenuto del PNIEC.  Auditorio: circa 1.100 persone contro le solite 5/700. Alla presentazione sono seguite 3 tavole rotonde di esperti, tecnici, economisti (in totale 17 persone).
Ho cercato invano il giorno successivo ed i seguenti fino a domenica se radio TV e quotidiani (Corriere e Repubblica) lo avessero menzionato. Come sempre, il Gruppo ha presentato questo rapporto e consegnato agli intervenuti un sostanzioso volume cartaceo, da cui ho tratto queste note.
 
Tutti siamo ormai abituati ad udire ed usare la parola sostenibilità. Essa tocca numerose situazioni come l'inquinamento, le emissioni di gas serra, quindi il clima, il consumo di suolo, la deforestazione, i rifiuti, specialmente la plastica, l'agricoltura intensiva e la produzione e le abitudini  alimentari, le acque, le industrie elettrica, chimica, petrolchimica, siderurgica, ecc. ecc.
Oggi l'importanza del nuovo PNIEC deriva dal fatto che esso fissa un piano "sfidante" di incremento delle energie rinnovabili. Esso si prefigge di diminuire di elevate percentuali il ricorso alle energie fossili (carbone, petrolio e gas), cioè  quelle che producono gas serra e gli altri inquinanti, responsabili del continuo aumento medio delle temperature terrestri, quindi dei violenti e frequenti cambiamenti climatici.
Qui di seguito un brevissimo condensato:
 
Potenza totale istallata per la produzione di energia elettrica - 2017 (in GigaWatt)
- Totale da tutte le energie                                    118     GW
- Totale da energie fossili (carbone petrolio gas)    64        "
- Totale da energie rinnovabili                                 54        "
- di cui da idroelettrico storico                                 18,8      "
- di cui da nuove energie rinnovabili                        35,2     "
 
Gli obiettivi del nuovo Piano riguardano le strategie dell'Italia per il periodo 2021-2030 per la decarbonizzazione, efficienza energetica, autoconsumo e generazione distribuita, sicurezza energetica ed elettrificazione dei consumi. Prima fase al 2025, seconda fase al 2030.
 
 
 
 
PROGETTO DI  POTENZA ISTALLATA PER FONTI  (MegaWatt)
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      Fonte                              2017                          2025                     2030                    Percentuale
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         Idrica                          18.863                      19.140                  19.200                         + 2%
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
     Geotermica                         813                           919                       950                       + 17%
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
        Eolica                            9.766                       15.690                 18.400                       + 88%
 di cui off-shore                        0                                300                      900
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
      Bioenergie                       4.135                        3.750                    3.764                         - 9%
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
    Solare (*)                19.682                       26.990                  50.880                   + 158%
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
       Totale                           53.259                      66.169                   93.194                     + 75%
 
 
(*) fotovoltaico + solare termico
 
Da notare l'aumento spettacolare della fonte solare nella seconda fase
 
 
Il Gruppo Energy & Strategy ha presentato ancora numerosi dati fra i quali i più significativi sono quelli della produzione di energia elettrica, soprattutto per l'eolico ed il solare.
 
 
             ENERGIA COMPLESSIVA GENERATA PER FONTE (TeraWattH)
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    Fonte                            2017                         2025                    2030                   Percentuale
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
      Idrica                            46,0                          49,0                     49,3                    + 4,7%
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
   Geotermica                       6,2                            6,9                       7,1                    +15%
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      Eolica                           17,2                          31,0                     40,1                  +133%
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
   Bioenergie                      19,3                          16,0                      15,7                    - 19%
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      Solare                          24,4                          36,4                      74,5                 + 205%
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
     Totale                         113,1                        139,3                    186,8                  + 65,0%
 
Anche qui si evidenziano gli obiettivi particolarmente ambiziosi il cui conseguimento è assolutamente necessario per raggiungere il deciso taglio delle emissioni climalteranti stabilito a livello europeo e internazionale. Nello svolgimento del Piano gli autori si sono poi concentrati sulle due maggiori rinnovabili, eolico e solare.
 
Una delle peculiarità importanti del Piano è quella di favorire i cosiddetti repowering e revamping.
 
Per esempio, nel caso dell'eolico, sostituire le vecchie pale eoliche di potenza inferiore con altre più potenti nello stesso posto, quindi senza occupare spazio aggiuntivo; idem per i pannelli solari che nel tempo, a parità di dimensione, hanno aumentato la loro potenza ed efficienza.
Altro esempio: nel caso di vecchi impianti fotovoltaici di grande dimensione, per non aumentare l'occupazione di suolo, li si può sostituire con nuovi pannelli più potenti ma di pari dimensione al fine di conservare la stessa capacità produttiva, lasciando però maggiore spazio fra le file, con lo scopo di lasciare terreno sufficiente per la coltivazione orticola.
 
Per raggiungere questi risultati eclatanti si sottolinea che il Piano dovrà evitare uno sviluppo inerziale qualora lo si lasciasse al libero mercato come è successo finora (pur tenendo conto degli incentivi finanziari esistenti).
 
Quindi il Piano non può fare a meno di esaminare e risolvere le difficoltà crescenti cui lo sviluppo deve far fronte per realizzare il progetto.
Fra queste vi sono:
- emissione di "provvedimenti normativi e regolatori di accompagnamento coerenti con
  lo  sviluppo del PNIEC"
- eliminazione della lentezza burocratica
- ricerca della disponibilità di suolo (e di adatte acque costiere) per la installabilità della 
  potenza  prevista
- barriere di mercato od economiche in determinate zone per la presenza delle attuali
  configurazioni del sistema elettrico (centrali elettriche, trasporto energia con tralicci ad
  alta tensione, stazioni di trasformazione e ulteriore trasporto ai consumatori
- disponibilità di imprese capaci quindi necessarie a questo sviluppo
 
Personalmente ritengo che vi sia un'ulteriore difficoltà da superare, cioè la resistenza delle multinazionali mondiali del petrolio e gas. Per l'Italia l'ENI ha reso noto in febbraio il suo programma finanziario che prevede di continuare ad investire il 3,5% all'anno delle sue disponibilità fino al 2022 per la ricerca e l'estrazione di petrolio e gas naturale. Non mi risulta che Il governo responsabile della politica di sostenibilità industriale (MiSE), ne abbia messo bocca, forse per evitare ulteriori polemiche in questo periodo di pre-elezioni.
 
Come già accennato, le discussioni attuali degli stessi esperti ed addetti ai lavori vertono principalmente sui dubbi circa la possibilità di realizzare effettivamente questo Piano, in particolare nella seconda fase dal 2025 al 2030.
Il Gruppo Energy & Strategy ha costruito un'ottima strategia economico-tecnica esaminando a fondo tutte le possibili situazioni e ostacoli durante le due fasi, offrendo soluzioni adeguate.
Il Gruppo è divenuto un eccellente punto di riferimento nel settore.
 
Per esempio, per il problema della disponibilità di suolo, si esamina l'utilizzazione di aree industriali dismesse, di cave dismesse od esaurite, aree agricole non utilizzate, ecc. E sembra che tali disponibilità possano coprire il fabbisogno di suolo.
Per la soluzione delle altre difficoltà proseguono gli studi, le discussioni e gli approfondimenti.
 
 A proposito di scarsa comunicazione al pubblico, una lode va alla Casa della Cultura di Milano che invece continua a coinvolgere alcuni esperti sull'argomento ambiente. Sabato 11 maggio di mattina la Professoressa Claudia Sorlini ha fatto una conferenza superlativa sulle conseguenze dei comportamenti umani e sui conseguenti impatti negativi sul nostro pianeta. Nel pomeriggio i Proff. Paolo Pileri e Renzo Rosso hanno approfondito problemi particolari relativi al consumo del suolo e dell'acqua. L'auditorio era numeroso ma consiglio tutti i soci non presenti di vedere queste conferenze sul sito (casadellacultura.it).
 
Mi auguro che queste brevi informazioni sul PNIEC siano state utili per dimostrare l'importanza del nuovo programma nazionale e dell'apporto dell'Italia in favore della sostenibilità.
 
Gennaro Aprea
 
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Di Gennaro Aprea (del 30/06/2019 @ 15:39:55, in F) Questa è l'Italia, cliccato 352 volte)
ADDIO PONTE MORANDI
 
Dopo poco meno di 11 mesi dal 14 agosto 2018 quando crollò il Ponte Morandi, c'è stato lo show della distruzione dell'ultimo manufatto che ha creato decine di migliaia di tonnellate di detriti, per non parlare dei 43 morti.
Francesco Merlo di Repubblica ha scritto ieri 29 maggio un articolo superlativo che "critica" il grido di gioia e la festa dei politici alla vista del crollo di questa vergogna italiana.
 
Io vorrei solo far notare a tutti che, a pochi giorni dal disastro, i numerosi cosiddetti politici esperti, dopo aver consultato - forse ? - alcuni tecnici, affermarono che si sarebbero fatti miracoli, cioè tirar giù in 3 mesi tutti i resti del ponte; ed il nuovo ponte sarebbe stato pronto dopo 1 anno. Sono certo che molti di voi lo ricordano. Giornali, radio e TV erano pieni di queste notizie.
In ottobre 2018 il Sindaco di Genova Marco Bucci, nominato Commissario per la ricostruzione, non hai mai negato queste previsioni e disse più volte che qui a Genova faremo presto a risolvere il problema della mancanza di questa arteria indispensabile che ha creato problemi ai genovesi in quanto lavoratori e ai traffici commerciali con conseguenze negative per le attività economiche. E non ha mai smentito queste previsioni.
La realtà è che gli eccessivi ritardi sono dovuti alla lentezza burocratica (discussioni fra esperti) delle ricerche per accertare le cause del crollo.
 
Se ho ben capito, il nuovo bellissimo ponte di Renzo Piano dovrà utilizzare la stessa parte di territorio dove sono ora i detriti, quindi per il completamento della sua costruzione si dovrà attendere che il terreno sia sgombro. Quanto tempo ci vorrà? e dove andranno a finire le decine di migliaia di tonnellate di acciaio e cemento armato fatto di detriti di dimensioni notevoli?
Se la realtà dei tempi è proporzionale alle previsioni iniziali, l'inizio dei lavori sarà non prima di 4 a 5 volte i mesi previsti nel 2018,cioè 12-15 mesi....
 
E il nuovo bellissimo ponte di Renzo Piano, quando sarà disponibile per ricostituire il traffico fra le zone est ed ovest di Genova?
In effetti la sua preparazione è già in uno stadio avanzato perché, essendo interamente in acciaio, le varie parti sono in parte già pronte; ed è appena iniziata la prima fondazione in cemento dei piloni che sosterranno le strutture stradali nelle zone ove non vi sono i detriti.
Vi sono quindi previsioni positive (Marco Ansaldo - La Repubblica) grazie al lavoro che un gruppo di grandi aziende specializzate unite nella società "Per Genova" sta facendo.
"Consegna prevista dicembre 2019. Percorribilità 15 aprile 2020", cioè meno di un anno dopo rispetto alle previsioni del 2018. Bene!
Tutto ciò grazie al progetto del grande Architetto Piano.
 
Vorrei comunque che qualcuno mi rassicurasse; e che i giornalisti seguissero accuratamente questi sviluppi perché è assolutamente necessario che l'Italia che vediamo in questo periodo non può continuare ad essere in genere così poco seria e affidabile.... Già ne stiamo dando dimostrazione in questi ultimi tempi.
 
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Di Gennaro Aprea (del 30/06/2019 @ 17:23:03, in I) Sport e Calcio, cliccato 393 volte)
CALCIO  FEMMINILE,  C'E'  QUALCOSA  DI  NUOVO?
 
Da qualche giorno a questa parte i media hanno parlato molto di questa novità che finora non aveva avuto molto riscontro nelle trasmissioni sportive. Le ragioni sono probabilmente dovute al fatto che le donne pretendono giustamente di essere considerate almeno alla pari degli uomini in tutti i campi e soprattutto al campionato mondiale in questo sport, finora considerato dagli uomini - e da molte donne/mogli/sorelle/compagne - solo per gli uomini.  Questa cosa nuova è più che benvenuta.
 
Inoltre le squadre di calcio femminili sono formate e giocate unicamente da dilettanti, cosa che per me è un pregio in quanto, come ben sapete rileggendo i miei precedenti articoli su questa Sezione "Sport  e calcio", non apprezzo questo gioco che non sa più di sport ma solo di investimenti finanziari.
Situazione quest'ultima che è cominciata verso il 1978 intorno alla fine del Campionato del Mondo che tutti gli anziani come me non mancavano mai di seguire in un grande gruppo di amici tutti tifosi, fino a  quando la squadra italiana raggiunse la finale battendo la Germania 4 a 3, rimontando un punteggio di 3 a 2 per la squadra tedesca. Poi l'Italia perse con il Brasile ma successivamente il calcio perse molto della sua sportività con il risultato penoso che abbiamo di fronte oggi, specialmente in Italia.
 
In questi giorni avevo guardato meno distrattamente le notizie della cronaca sportiva e le scene/risultati delle partite della squadra italiana femminile che esaltavano queste ragazze per la loro bravura e sportività di dilettanti. Tutti erano entusiasti della loro bravura; anche mia moglie che non ama questo spettacolo, aveva dato una discreta attenzione.
 
Quindi, arrivati alla partita dei quarti di finale Italia-Olanda, ho deciso di seguirla tutta in diretta alla televisione.
Comportamento delle italiane nel primo tempo non all'altezza delle avversarie (non perché professioniste nel loro paese) anche se sono riuscite a non subire alcun goal per pura fortuna. Lo ha confermato anche la D.T. nell'intervallo, commentando il loro comportamento.
 
Inizio del secondo tempo penoso, tutte nervose al massimo con un gioco da squadretta dell'oratorio. Hanno cominciato a fare numerosi falli deliberati di tutti i generi, dalla presa della maglia agli sgambetti  alle gomitate e spinte, tutti fermati dall'Arbitra, cose che aggravavano la loro condizioni di inferiorità; due o tre hanno anche ricevuto il cartellino giallo.
 
In quel momento mi sono venuti in mente i calciatori uomini.  Mi sono detto: dilettanti donne che imitano i peggiori professionisti maschi dell'"ex sport" calcio; e ho ricordato anche alcune brevi scene delle precedenti partite femminili dove l'imitazione era altrettanto penosa, cioè gli abbracci esagerati con l'esecutrice del goal poi stesa a terra e coperta dai corpi delle compagne che la baciano a più non posso.
Queste scene ridicole fanno sì che di solito il mio dito cambia canale quando per caso appaiono durante un telegiornale.
 
Da notare che le squadre straniere non fanno queste cose, uomini e donne. E persino in Italia i rugbisti sono molto più seri e veramente sportivi.
 
Per me: calcio femminile, che aspira a divenire professionale, se continua così: AMEN
E se le calciatrici diventano professioniste, vi sarà un nuovo "mercato femminile"?
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