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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 11/02/2012 @ 16:27:39, in F) Questa è l'Italia, cliccato 965 volte)
REGALI FINO A 150 EURO DI VALORE POSSONO ESSERE ACCETTATI; QUELLI DI VALORE SUPERIORE DEVONO ESSERE RESTITUITI O CEDUTI AL “TESORO”
Questa è, più o meno, una delle provvidenze emanate dal Presidente Mario Monti, insieme ad altre più importanti, per diminuire il costo della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Economia e delle Finanze da lui retti.
La diminuzione delle spese (spending review) va benissimo e mi auguro che la si faccia per tutti i Ministeri, per le Regioni e tutti gli altri governi locali.
Però c’è qualcosa che non mi sta bene: l’accettazione di regali fino a 150 Euro di valore. Perché si possono accettare regali?....e quanti? …e quando?....e perché? ….e chi controlla o stabilisce se il valore è inferiore a 150 Euro?....
E non voglio sentire che si tratta di consuetudine!
Forse sono esagerato, ma questo mio pensiero deriva e fa’ parte della mia educazione familiare, soprattutto – ma non solo – da parte di mio padre e della famiglia allargata.
Ho imparato questo comportamento nei 25 anni della vita passata in famiglia; quando ne sono uscito è stato ed è il mio modo di essere di sempre. È successo anche a me di dover restituire dei regali, oppure, se proprio non era il caso di rifiutarli perché erano di basso valore e senza fini corruttivi, ma solo per gentilezza, di ricambiare con un regali di valore simile.
Vi racconterò solo un esempio che mi è rimasto in mente, soprattutto perché mi ha toccato particolarmente: infatti ero un bambino di 8 anni e mezzo.
Natale 1939. Mio padre, ingegnere, era Tenente Colonnello del Genio Militare ed in quel periodo Direttore dei lavori della linea di fortificazioni sul confine del Brennero “contro i tedeschi”[1]
Era stata fatta una gara d’appalto per numerose imprese edili e fornitori di materiali e servizi secondo i regolamenti di allora, e 3 o 4 avevano vinto per le necessarie specializzazioni e servizi. Negli anni 30 non esisteva Babbo Natale ma solo Gesù Bambino e soprattutto la Befana; così come non c’era l’albero ma il presepe.
In quei giorni di festa arrivarono dei pacchi a casa nostra (INCIS – Istituto Nazionale Case Impiegati dello Stato) Via Cesare Battisti – Bolzano, con gli auguri delle imprese che lavoravano ai cantieri. Quando mio padre tornò dall’ ufficio base di Merano il 24 sera e vide i regali, raccomandò a nostra madre e a noi bambini di non toccare i pacchi. Faceva molto freddo fuori e molto caldo in casa e subito cominciammo a sentire un ottimo odore di cioccolato che si stava squagliando e di panettone che ci tentava in alto grado….
Passate le feste, mio padre convocò tutti i responsabili delle imprese appaltatrici, li ringraziò del pensiero e degli auguri ma al tempo stesso comunicò che lui non poteva assolutamente accettare alcun regalo perché l’accettazione avrebbe potuto far pensare a qualcuno dei suoi superiori e collaboratori che si trattava, se proprio non di corruzione, di ringraziamento per preferenze accordate; così i pacchi furono restituiti ai mittenti che restarono un po’ sorpresi dell’atteggiamento di mio padre…..
Noi bambini nel frattempo avevamo un sofferto ogni volta che passavamo davanti ai pacchi che stavano vicino alla porta d’ingresso, ma nostro padre nei giorni successivi  aveva risolto il problema regalandoci cioccolatini e panettone per il brindisi del 31, come ogni anno.
Esempi simili sono stati numerosi negli anni, anche se mia madre diceva ogni tanto alle cognate sorelle di mio padre che adoravano l fratello – senza entrare nei dettagli - che c’era un po’ di esagerazione nel comportamento del marito, troppo intransigente.
Mi sono meravigliato anch’io per la decisione del Presidente; per me c’è una sola regola da stabilire: non si accettano regali !  Forse sono un italiano anormale?


[1] A Mussolini e allo Stato Maggiore dell’Esercito non era piaciuta l’invasione dell’Austria da parte di Hitler; che significava avere i tedeschi “alle porte”. Quindi si stava preparando alla difesa
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Di Gennaro Aprea (del 16/02/2012 @ 12:13:01, in C) Commenti e varie, cliccato 989 volte)
QUESTI SOCIAL NETWORK…..
 
La mia esperienza con i social network non è molto positiva, contrariamente alla generalità delle persone che si affannano a farne parte e li utilizzano per avere molti contatti con il maggior numero di persone.
Quasi sicuramente questo mio punto di vista dipende dal fatto che non sono più giovane da molto tempo, però recentemente abbiamo sentito cose non certamente positive su alcuni di essi.
È una notizia recente che Twitter ha iniziato a censurare i messaggi di chi scrive, cosa assolutamente inaccettabile.
A questo proposito ritengo di non poterne farne parte perché, nonostante cerchi di non essere prolisso, in generale sono incapace di esprimere un pensiero o il mio punto di vista in poche parole, così come esige Twitter, a meno che non si tratti di battute, spesso banali e di minima importanza, quindi di scarso interesse, almeno per me, che le ritengo perdite di tempo.
 
Vi racconterò invece la mia personale e negativa esperienza con Facebook. Molti anni fa (avevo già 73 anni), si era proprio agli inizi della vita del più diffuso network a livello mondiale, mi iscrissi in buona fede. Dopo pochi giorni, la mia posta elettronica fu invasa da decine di letterine e foto di giovani donne – evidentemente ignare della mia età - che volevano conoscermi e incontrami con l’evidente desiderio di venire a letto con me. Scrissi a Facebook che non volevo più ricevere alcun messaggio e che volevo essere cancellato dal social network. Un paio di giorni dopo mi arrivò un messaggio di Facebook in cui si diceva che io ero stato cacciato dal network per miei ignobili comportamenti. Risultato: Facebook è da me stato messo nella “black list”, dopo averli minacciati di denunciarli per calunnia.
Non solo; ancora mi arrivano messaggi da persone che non conosco e da qualche nome che devo aver conosciuto mille anni fa, che non ricordo chi siano o che non frequento da una vita, le quali mi invitano a comunicare con loro e a far parte del loro giro. In fondo al messaggio c’è la scritta che riporto qui sotto (come si vede, in inglese, in piccoli caratteri e colorata in tono leggero, che io ho messo in grassetto per facilitarvi la lettura)
 
This message was sent to gennaro.aprea.5@alice.it. If you don't want to receive these emails from Facebook in the future or have your email address used for friend suggestions, please click: unsubscribe.
Facebook, Inc. Attention: Department 415 P.O Box 10005 Palo Alto CA 94303
 
Non basta: quando clicco su unsubscribe, appare la seguente pagina, questa volta in italiano:
 
“Registrazione Facebook ti aiuta a connetterti e a rimanere in contatto con le persone della tua vita
 
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           Gennaro Aprea – gennaro.aprea.5@alice.it
 
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A parte che sono io a giudicare quali siano “le persone della mia vita”, non credo che vi sia bisogno di alcun commento su questi comportamenti fasulli.
 
Ed ora passiamo a Linkedin, molto più recente di Facebook.. Qualcuno che conosco, immagino una quarantenne in carriera, ma non sono certo sia lei, mi ha iscritto inviando al network in mio Curriculum Vitae professionale, con molti errori e manchevolezze. Da allora Linkedin mi offre di aggiornare il CV, per poter usufruire del network ai fini di poter essere assunto da un’impresa e migliorare la mia posizione ed il mio stipendio, oppure di scambiare idee con le persone della rete su situazioni che riguardano l’economia e la politica..
Quando ho cominciato a ricevere queste comunicazioni avevo circa 76 anni ed ora sono vicino agli 81. Ve lo immaginate quanto io possa essere interessato a “frequentare” questo gruppo di persone e far parte di Linkedin stesso?
Ma il peggio è che non riesco a farmi cancellare il mio indirizzo e-mail da “data base” di Linkedin, così che questi messaggi mi riempiono la posta in arrivo fra i quali vi sono i nomi di persone che conosco i quali evidentemente hanno inserito il mio nome fra le loro conoscenze professionali e politiche.
 
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Di Gennaro Aprea (del 22/02/2012 @ 19:36:20, in M) Satira e Umorismo, cliccato 886 volte)
QUESTI LEGHISTI VERDONI

 

Qualche tempo fa avevo fatto una breve considerazione sul colore adottato dai Leghisti nella Sezione “Satira e Umorismo” (11/10/2010) intitolata “Verde, sempre più verde, globalmente verde”. Ieri ho ricevuto un commento da una mia lettrice toscana che probabilmente ha girovagato sul blog e, con un po’ di calma dato il tempo trascorso (e chi ci corre dietro?), ha fatto i commenti che potete leggere qui sotto perché immagino le sia piaciuto il testo del mio articolo. Così li passo a tutti voi perché ritengo che sia altrettanto divertente la sua presa in giro dei “verdoni”, anche più della mia, in quanto dimostra ottimamente la loro ignoranza.
 
nome = arianna
cognome = porretti
email = aripor@valdelsa.net
provenienza = colle di val d'elsa
messaggio = ehe, penso che sia proprio così, i leghisti, comunque, hanno perso la concezione di spazio e tempo, e secondo me non conoscono neanche il colore delle bandiere che hai elencato. Perchè??? ma se avevano scritto "sull' ali d'orate" (tanto perché a livelli di pesci si vede che il trota non basta) invece che "sull'ali dorate", come recita il loro inno, che tra l'altro (lo sanno???) era stato, qualche annetto prima, metafora della liberazione italiana...
 
Ancora a proposito di ignoranza, ricordo di aver ascoltato il capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Marco Reguzzoni durante la prima dichiarazione di voto al Governo Monti – dunque non l’ultimo arrivato – nella quale si lamentava che il Presidente del Consiglio non aveva menzionato la volontà di “tagliare le spese del Governo e delle Stato”. Ebbene, nel chiedere la fiducia per il programma “Salva Italia”, aveva appunto specificato che esso conteneva, fra l’altro, la “spending review”, cioè appunto ciò che Reguzzoni dichiarava di aver voluto sentire. Abbiamo Deputati e Senatori che non conoscono quel poco di inglese necessario a fare il Parlamentare, anzi il “parlamentare capogruppo”. Povera Italia !
E invece Monti sta mettendo in atto questi risparmi.
 
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