Omografi? Contatti
Il Blog: discussioni, articoli, pensieri e scambio di idee
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Gennaro Aprea (del 21/11/2008 @ 16:09:32, in A) Aziende, innovazione, produttività, costi, ecc., cliccato 1745 volte)
EVVIVA LA GRANDE AZIENDA ENEL !
 
 
 
La lettera che vi offro da leggere mi riguarda particolarmente, ma ritengo sia sintomatica di una situazione ormai “normale” che si è venuta gradualmente a creare nel nostro Paese, povero Paese in mano a imprese che sono rette e gestite da persone che dovrebbe andare a scuola iniziando dalla media inferiore, possibilmente in un Paese diverso dal nostro.
Tengo a precisare che simili situazioni si erano avverate anche con l’ENI Divisione Gas & Power (Italgas) e si sono avverate con l’ENEL che distribuisce energia elettrica ed ancora con ENEL GAS per un piccolo appartamento di vacanze non mio ma che conosco bene per esserci stato ogni tanto. Sarò sfortunato io, oppure capita a molti altri “utenti”? Ho la netta impressione che sia la seconda alternativa.
Se continuano così andranno in malora come Alitalia, Telecom, Cirio; Parmalat, e via continuando.
 
10 Novembre 2008
 
RACCOMANDATA A.R.
ENEL ENERGIA S.p.A.
Servizio Clienti Gas
Casella Postale 1000
85100 Potenza PZ
 
No. CLIENTE 9200 0500 0689 – VOSTRA FATTURA 920008000619 DEL 20/10/08
Vi restituisco la fattura in oggetto perché errata, chiedendovi al tempo stesso di emetterne una nuova con i calcoli corretti. Oggi stesso provvedo ad interrompere l’autorizzazione permanente di addebito sul mio c/c bancario perché sono stanco di ricevere da voi un pesante disservizio che mi impedisce di mantenere un rapporto chiaro con il fornitore e che mi costringe a perdere tempo per correggere i vostri continui errori dall’inizio del 2006 a tutt’oggi.
Appena riceverò la nuova fattura con gli importi esatti provvederò a pagare la fattura corretta e riprenderò il pagamento tramite banca.
Sia ben chiaro che questa è l’ultima volta che tento di ricucire il rapporto con voi. Se i vostri disguidi e disservizi si presenteranno ancora una volta , non solo cambierò fornitore di gas, ma provvederò a denunciarvi all’Autorità Giudiziaria per danni morali e a comunicare alla Stampa nazionale e alla Televisione di Stato i vostri comportamenti che denotano:
-         disorganizzazione in alto grado
-         mancanza assoluta di trasparenza
-         maleducazione nel non rispondere alle mie comunicazioni e richieste scritte ed orali
-         maleducazione degli addetti dei vostri “call centres” (center è americano, in inglese si scrive centre e siamo in Europa) che non lasciano parlare il cliente ed interrompono ogni volta le comunicazioni
-         incredulità sulle dichiarazioni del cliente che giudicate bugiardo o imbecille
-         mancanza di notazione delle mie telefonate che comunicano i consumi nelle date previste
-         in sintesi un penoso “servizio clienti” (?) che non esiste e che comporta un aumento spropositato dei vostri costi che si riflette sulle tariffe del prodotto, le più alte in Europa.
-         altro che “L’energia che ti ascolta” !
 
Le ragioni di questo mio atteggiamento sono le seguenti, tutte convalidate da documentazione in mio possesso che è già stata esaminata dal mio Avvocato.
1)      Alla fine del 2005 per ragioni che ora giudico meno gravi rispetto al vostro comportamento che sarà illustrato qui di seguito, ho abbandonato l’Italgas del Gruppo ENI, precedente fornitore del gas. La mia richiesta di fornitura di gas naturale (Ricarica casa 3000) a voi è stata fatta con il vostro incaricato Signor Diego Dell’Aquila il 26.10.05 con promessa di fornitura il 1° gennaio o “alla prima data utile successiva”
2)      Dopo un lungo silenzio, il 24 gennaio 2006 mi inviate una lettera gentilissima (ma che alla luce degli avvenimenti successivi suona come una presa in giro bella e buona) nella quale mi avvisate che la fornitura sarà attivata il 1° marzo 2006. Commento: dal 26 ottobre al 1 marzo mi sembra un’attesa decisamente eccessiva. Efficienza? In cantina!
3)      Dato che non ricevevo alcuna comunicazione né fattura, con mia raccomandata del 25 luglio 2006 (copia allegata insieme al suo allegato messaggio e-mail del 24 luglio) vi comunicavo la lettura all’1/3/2006 (12.285 mc.) in attesa di una vostra lettura o richiesta di lettura
4)      In ottobre 2006 mi avete fatturato per la prima volta un ridicolo consumo presunto (marzo-ottobre) di 100 mc. Per € 65.01. Efficienza? In cantina!
5)      La successiva fattura è solo del 25/1/07 con un consumo presunto (ancora più ridicolo) di 106 mc. Comunicatemi chi è quell’incompetente che presume un consumo invernale di soli 106 mc.
6)      In data 24/4/07 vi è una successiva fattura che copre la parte residua e sostanziosa del consumo invernale con il consumo presunto di 93 mc. Idem come al punto 5)
7)      Le fatture si susseguono in data 30/7/07, 7/11/07 sempre con consumi ridicoli
8)      L’11/11/07 vi comunico per telefono la lettura del contatore cioè mc. 17.885 di cui non tenete conto
9)      Infatti il 13/3/08 mi inviate un’altra fattura ridicola dove il consumo presunto invernale è di 102 mc. e la lettura presunta è di mc. 12.279 !!!
10) Il 28/4/08 vi comunico per telefono che il contatore segna mc. 20.100 di cui non tenete conto
11) Nello stesso giorno vi invio il messaggio e-mail allegato al quale non si siete degnati di rispondere, nonostante la mia richiesta di informazioni dettagliate
12) Finalmente mi arriva la fattura del 26/7/08 per un “periodo di riferimento feb08-Apr08” (?)
      (€ 3.361,04 per 7.815 mc.) che provvede al conguaglio di tutti i consumi passati di circa 2
       anni e 3 mesi (che efficienza!), ma solo a seguito di una telefonata da parte di una vostra
       addetta che mi chiede di darle in tempo reale i numeri del consumo, senza tener conto di
       tutte le mie comunicazioni verbali e scritte precedenti; il conguaglio è incomprensibile per
       gli addebiti calcolati e, nonostante una telefonata al 800900860, non sono riuscito a capire i
       vostri calcoli. La ragione unica è che il vostro addetto del call centre mi chiude il telefono
       in faccia dicendo che non ha tempo da perdere a dare spiegazioni, che ora pretendo da voi,
       spiegazioni fatte da persona competente per iscritto.
13) Il 28/8/08, cioè nel periodo richiesto, comunico al telefono la lettura del contatore (mc.
      20140)
14) Qualche giorno fa mi arriva la vostra ultima fattura in data 20/10/08 che non tiene conto
      della mia suddetta comunicazione telefonica e mi addebita un “consumo presunto” di 514
      mc. al 31/8/08, così come indicato nella fattura che vi restituisco che indica una lettura
      presunta di 20649 mc. Per vostra informazione alla data di oggi 10 novembre il contatore
      segna 20351, cioè un consumo di soli 211 mc. dal 28.8.08
 
A questo punto pretendo a buon diritto che mi spieghiate perché non tenete conto delle mie comunicazioni, come mai mi addebitiate un consumo presunto così alto, quando in estate il consumo di gas è quasi nullo perché ho i pannelli solari per l’acqua calda fino dal 1982 (quest’anno per la primavera-estate in circa 6 mesi ho consumato solo 5 mc.) il riscaldamento dell’ambiente è nullo, ed infine vi è zero consumo di gas per la cottura perché dal settembre 2007 essa è al 100% elettrica (fornitore Enel Esercizio Elettrico SpA).
 
Attendo vostre comunicazioni dettagliate al più presto possibile per poter pagarvi la nuova fattura con gli importi corretti.
 
Vi saluto con il massimo della disistima.
 
Dr. Gennaro Aprea
 
 
 
Allegati: a) fattura 920008000619; b) raccomandata AR del 25/7/06 con il suo allegato e-mail del 24/7/06; c) raccomandata AR del 25/7/08
 
PS - vi prego di notare che il mio nuovo indirizzo e-mail è : gennaro.aprea.5@alice.it
- avreste potuto inviare nel marzo 2006 un incaricato per la lettura del contatore, cosa che ormai    non fate più per “risparmiare” e al quale avrei potuto dare i dati dei miei consumi medi
     - invece di attendere comunicazioni dal precedente fornitore per inserirmi nella corretta fascia di
       consumo, perché non fate una richiesta al cliente che possiede tutte le precedenti fatture?
 
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Di Gennaro Aprea (del 04/11/2008 @ 19:33:00, in F) Questa è l'Italia, cliccato 1315 volte)
E QUESTA E’ MILANO, LA PIU’ EFFICIENTE CITTA’ PER I TRASPORTI PUBBLICI (si dice)
 
Di ritorno dal viaggio di cui all’articolo precedente, trovo il messaggio della mia cara amica e collaboratrice al sito, che non ha bisogno di ulteriori commenti, salvo per dire che i vituperati ritardi dei mezzi pubblici nelle città di Roma e Napoli hanno buona compagnia nella città che tutti esaltano per l’efficienza…si fa’ per dire.
 
il 30 ottobre mia figlia di 31 anni ed io abbiamo aspettato il 3 in via Torino/piazza Duomo direzione Bausan, dalle 23.00 alle 23.50[1].
A quell'ora non ci sono scuse di traffico ed abbiamo subito il freddo (non eravamo preparate a star ferme 50 minuti di notte al freddo) e l'ansia notturna di due donne sole. Il giorno dopo avevo mal di gola e non potevo lavorare. ATM[2] fa’ il contrario di quanto afferma nella sua “mission”, cioè peggiora la qualità della vita dei cittadini . Approfitta di essere un monopolio supportato dalle nostre tasse, che non perde niente maltrattando i clienti.
Quando siamo salite sul tram c’erano i controllori e mia figlia li ha avvicinati subito e ha detto loro che non avrebbe pagato un disservizio.: era una questione di principio. Il controllore ha ribadito dicendo che allora l’avrebbe fatta scendere e lei si è rifiutata di scendere. La contrapposizione granitica è continuata sino a quando io sono intervenuta e l’ho convinta a pagare il biglietto e le ho promesso che il giorno dopo avrei scritto, come ho poi fatto, ad ATM ed all’associazione delle associazioni consumatori e le ho suggerito di scrivere a qualche blog, tutte iniziative che hanno poche speranze di infastidire il monopolio ATM, ma comunque di più che la perdita di un euro. Poi ho passato la notte in bianco a domandarmi se ero stata corretta ad interferire nella sua scelta di protesta, anche se la ritenevo inutile e sgradevole.
 
Daniela Gilardelli
 
Parlando al telefono con Daniela, le ho suggerito anche di scrivere ai principali giornali che si leggono a Milano, Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, L’Unità, Il Giornale, Libero. Non so se lo farà perché non crede molto ai giornalisti.
 
Devo anche dire che personalmente più volte, ma di giorno, attendendo i mezzi pubblici, ho riscontrato lo stesso disservizio, nel senso che il tram o l’autobus previsto a una certa ora si faceva attendere molto di più, anche 15-20 minuti in orari di punta rispetto alla tabella stampata alla fermata. Alla mia domanda al conducente su quale sarebbe stato l’orario del mezzo che conduceva, regolarmente la risposta è stata quello del mezzo su cui ero salito. In altre parole, l’ATM salta alcune corse mentre dice nei suoi slogan pubblicitari che “l’uso dei mezzi ATM migliora la qualità della vita dei cittadini”.
Che ne dite di organizzare i camioncini che trasportano persone, come si usava nel 1945? Naturalmente usando quelli modernissimi per fare concorrenza all’ATM, ATAC, ANM !


[1] Da notare che a Milano a tutte le fermate vi è un cartello per ogni linea che indica gli orari di passaggio del mezzo; per la linea 3 era previsto un passaggio alle 23.05 – 23.25 e 23.49
[2] ATM : Azienda Trasporti Milano
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Di Gennaro Aprea (del 04/11/2008 @ 14:23:40, in C) Commenti e varie, cliccato 957 volte)
VIAGGIO IN LIBIA
 
Sono appena tornato da un giro turistico in questo paese che non conoscevo perché ci ero stato solo per lavoro parecchi anni fa con un breve soggiorno unicamente a Tripoli. Eravamo (mia moglie ed io) in un gruppo di 23 persone, scortati da una guida locale eccezionalmente simpatica e competente che ci parlava in perfetto italiano e che ci ha accompagnato per tutto il viaggio. Con lui vi era un giovane poliziotto in borghese, obbligatorio per più di 4 turisti che viaggiano insieme, che sarebbe stato utile in caso di disguidi (es. risolvere rapidamente i controlli ai posti di blocco) ma che penso avesse anche il compito di sorvegliarci (ma non parlava né italiano né inglese).
Non vi sto a fare la cronaca del viaggio e dei dettagli di ciò che abbiamo visto nel visitare le antiche rovine di numerose città (ciascuna egregiamente illustrata da guide locali); città puniche o greche, poi romane, poi bizantine, poi ottomane fino alla crudele conquista italiana del 1911, proseguita con lo sviluppo della colonia durante il periodo fascista che ha avuto in verità molti lati positivi. Ma abbiamo goduto anche del profondo deserto nel centro del paese, deserto di sassi e di sabbia con le dune altissime dove i fuoristrada ci hanno fatto correre come sulle montagne russe e portato a vedere i graffiti di 10.000 anni fa e le oasi con i laghi salati, le vecchie città arabe con le loro fortezze, tutte sotto la protezione dell’UNESCO in quanto giudicate patrimonio dell’umanità.
L’unico commento è che tutti, alla fine del viaggio, abbiamo pensato che vale la pena di tornarci, il che è sintomatico dell’impatto che la Libia (quasi 6 volte più grande dell’Italia) ha avuto su di noi. 
Vorrei invece parlare di qualche peculiarità e caratteristica dell’ambiente e delle persone.
Bene, ricorderete certamente che la Libia è stata per molti anni sotto embargo per i comportamenti del Capo Supremo Gheddafi (39 anni di potere), tanto che era considerato giustamente uno dei paesi “canaglia”. Ora non lo è più.
In pieno embargo, il nostro simpatico (?) Vittorio Sgarbi nel 1998 decise di andare in Libia e di rompere questo “black listing” deciso dagli USA e seguito da tutto l’occidente. Penso che Sgarbi abbia fatto proprio bene perché da quel momento la politica del Capo è andata lentamente modificandosi fino al riconoscimento delle colpe del disastro di Lockerbie dove morirono più di 450 persone innocenti per una bomba libica sull’aereo, per non parlare dei circa 40 soldati e civili morti in una discoteca in Germania.
Da allora il paese si è aperto lentamente al turismo con tutti i limiti che ancora esistono dovuti a numerosi fattori che non sono solo quelli della differenza di cultura religiosa. Per esempio gli scavi delle antiche città che furono timidamente iniziati da qualche archeologo francese ed inglese nel XIX secolo e sviluppati dagli italiani negli anni 20 del secolo scorso fino all’inizio della seconda guerra mondiale, non sono considerati da Gheddafi facenti parte della loro cultura, perciò sono spesso in condizioni pietose, senza controlli, abbandonati. Il “Dux”, come si fa’ chiamare, si dimentica che nella cultura di un paese c’è anche la sua storia. Sembra che consideri solo la parte araba del paese unicamente perché i primi abitanti erano i fenici (provenienti dalla penisola arabica e istallatisi nell’attuale costa del Vicino Oriente, Siria, Libano, Israele, Palestina, cioè quei popoli che occuparono le terre dell’attuale Nord-Africa, mettendovi piede e costruendo città principalmente nell’attuale Tunisia e Tripolitania, per i loro commerci. Fenici che i romani chiamarono punici e che vennero sconfitti dai nostri diretti antenati i quali conquistarono e distrussero Cartagine. Quindi la storia ci racconta che i romani invasero anche le coste della Cirenaica dove erano arrivati prima i greci, fino alla caduta dell’impero romano d’occidente, seguito dall’impero bizantino e da quello ottomano. Anche l’Italia è stata invasa e conquistata da una miriade di stranieri, più o meno “barbari”: ciò fa’ parte della nostra storia, quindi della nostra cultura.
Sembra che da pochissimo tempo, qualche accenno di collaborazione e di azioni congiunte con gli archeologi stranieri si sia istaurato, grazie anche al fatto che giovani libici vengono in Italia a studiare archeologia. Meno male!
 
Ma non vorrei annoiarvi troppo con questi racconti seriosi, quindi passo alle cose più semplici e caratteristiche (positive e negative) ed anche a qualche consiglio nel caso in cui fossi riuscito a farvi venire la curiosità di fare una visitina laggiù.
1)     La seconda metà di ottobre è ideale per il clima che è in genere molto secco. In questo periodo in Cirenaica si sta come da noi in estate, ma con piacevoli brezze e venticelli. Dove abbiamo dormito a 900 m di altitudine, la sera era necessario un pullover e forse qualcosa di più. Anche nel deserto la temperatura non andava oltre i 30° senza un filo di umidità ed il venticello continuo rendeva l’ambiente più che piacevole. Di notte avevamo 15-16 gradi, Solo negli ultimi due giorni a Tripoli e dintorni (Leptis Magna) l’umidità era aumentata per via dello scirocco, ma di sera si stava bene.
2)     Se non arrivate alle 11 di sera o anche qualche ora dopo a causa di ritardi degli aerei, cosa normalissima alla quale dovreste abituarvi con pazienza, riceverete un “drink” di benvenuto, ovviamente non alcolico (ci sono anche birre tedesche senza alcol più che accettabili che costano come in Italia). Anche l’acqua (sempre in bottiglia) è a volontà e non si paga se usate quella del frigo negli alberghi o al ristorante.
3)     Premunitevi di un liquido insetto-repellente perché ci sono dappertutto, anche in pieno deserto, delle mosche piccolissime ma fastidiosissime che spesso preferiscono il viso o le braccia del turista ai piatti ripieni di cibo.
4)     I pasti: in 10 giorni di soggiorno, dovunque, cioè in alberghi, ristoranti, bettole, pic-nic nel deserto sotto un albero, ecc. il menu è costituito unicamente da:
a)     insalatina di pomodori, lattuga, ottimi cetrioli, cipolle, carote, qualche fagiolo, il tutto tagliato a pezzettini (l'aceto per condire è come l'acqua e ovviametne non deriva dal vino ma dai datteri)
b)     zuppa libica (ottima), solitamente piccante che assomiglia un po’ alla “goulash suppe” austro-ungarica con la base di carne o di pesce e pomodoro: oppure una zuppa di ceci
c)     carne di pollo e/o agnello alla griglia, molto cotta solitamente accompagnata da patate fritte e cous-cous oppure riso condito (una volta ci hanno rifilato anche gli spaghetti al pomodoro) e qualche altro pomodoro e fagioli. Tre volte la carne è stata sostituita da pesce (ottimo)
d)     frutta (pere, mele) o macedonia di frutta, o banana, ottimi datteri freschi a volontà che chiamano la “seconda mamma” perché si può sopravvivere a lungo nel deserto (con l’acqua) solo mangiando questi frutti.
e)     alla fine sempre l’ottimo the alla menta, alcune volte frullato con schiuma, cosa inusuale e piacevole
f)       Il caffè è disponibile, quasi sempre liofilizzato, ma abbiamo gustato anche alcuni buoni “espresso”
g)     Da notare, questo pasto, senza caffè, costa 20 dinari, cioè circa 13 €, ma non vi affannate a cercare variazioni o altri tipi di cucina: sarebbe una battaglia persa in partenza
5)     Specialmente in Cirenaica, vi sono rifiuti abbandonati ovunque, ed è un peccato
perché l’ambiente è bello ovunque. Speriamo che risolvano questa bruttura al più presto. Il fatto è che il Dux non ama la Cirenaica dove vi sono molti oppositori e dove molti anni fa ha subito un attentato che lo ha ferito gravemente (curato da un'infermiera che poi è divenuta sua molgi e gil ha dato 5 figli) quindi se ne frega di questa regione. Anche nel deserto vi sono rifiuti, ma questa situazione è in massima parte colpa dei turisti
6)     I libici non lavorano molto e, quelli che lo fanno, solo dalle 8 alle 14, amano il loro istinto primordiale, cioè il commercio; così moltissimi aprono anche un negozietto dove vendono di tutto e riempiono il resto della giornata. Non parliamo dei lavori umili e pesanti. Questi sono espletati unicamente da i loro “extracomunitari”, cioè egiziani, beduini del Niger, tunisini, senegalesi, ecc. Se hai bisogno di un idraulico o di un pittore per la casa o di un muratore, vai in una delle tante rotonde in e fuori città e vedi persone che attendono che qualcuno li chiami, un po’ la situazione dei nostri “caporalati” nel Sud Italia. Tutti hanno una casa comprata a prezzi “calmierati”, una o più TV con parabola, internet, l’aria condizionata, l’auto, e tanti figli. Negli anni 60 i libici erano meno di 2 milioni, ora sono più di 6….e continuano.
7)     A proposito di auto, ve ne sono di tutti i tipi fuori città, anche molto vecchie, tipo Peugeot 403 e 404 degli anni 60-70, la maggior parte pick-up, ma quelle più recenti sono quasi sempre giapponesi o coreane. In città si vedono numerose Mercedes e le maxi giapponesi e coreane  della dimensione e classe delle Mercedes S, qualche BMW. Italiane zero: ho visto solo due Palio in tutto il viaggio, e una Ferrari a Tripoli (chissà chi si occupa dell’assistenza, è molto probabile che venga un esperto dall ‘Italia ogni volta). Stranamente il 90% dei camion e degli autoarticolati sono invece Fiat o IVECO. Per chi ama le auto d’epoca, vi sarebbe una buona fonte di approvvigionamento. I fuoristrada ed i pick-up del deserto sono tutti Toyota Land Cruiser del tipo vecchio, cioè non elettronici, perché i loro autisti, Beduini e Tuareg libici, devono essere capaci di poterci mettere le mani senza il computer.
8)     I cartelli stradali sono tutti e solamente in lingua araba, quindi vi dovreste arrangiare con una guida se volete andarci da soli. La cosa stramba è che sono istallati solo preventivamente e mai all’incrocio o alla rotonda, quindi, se non avete letto bene a 150 metri prima, dovete tornare indietro. Questo (la sola lingua araba) lo ha voluto il Dux perché aveva notato che nel resto del mondo non vi sono scritte in arabo oltre alla lingua locale. Quale è dunque la soluzione?…..studiatevi l’arabo, prima che le nostre imprese diventino tutte appartenenti ai fondi sovrani….
9)     Nel deserto vi sono i cosiddetti beduini che in arabo si chiamano “amazigh”. che significa “non cittadino”, provinciale, solitamente non stanziale, cioè nomade; ora però abitano in case moderne e sono diventati stanziali come i cittadini, abbandonando le loro tende e le loro vecchie case quando facevano i contadini. Nel nostro gruppo abbiamo quindi scoperto che la maggior parte di noi sono beduini, in napoletano “cafune e’ fora”
10) Ultima peculiarità, in parte sorprendente. In generale, quando si viaggia all’estero, è difficile trovare il bidet nella sala da bagno. In Libia molti alberghi ce l’hanno e, quando manca, vi è la soluzione alternativa, cioè un tubo flessibile che esce da un rubinetto all’altezza di circa 50 cm da terra che permette di lavarsi piedi ed organi genitali e dintorni. In molti ristoranti “fuori porta” dove vi sono i classici gabinetti alla turca e gli sciacquoni non ci sono o non funzionano, non manca mai il rubinetto ed il tubo che serve per pulire e pulirsi. La ragione? I musulmani, almeno quelli di Libia, hanno molta cura della pulizia della loro persona, e non solo per lavarsi i piedi prima di entrare a piedi nudi nella moschea.
 
A parte le cose amene e più o meno interessanti, spero di aver solleticato la vostra curiosità e la Libia è un mondo da vedere, altrettanto interessante – mutatis mutandis – di quello che solitamente vogliamo andare a visitare in Europa, in Asia e nel Nuovo Mondo.
Bon voyage!
 
 
PS – Quando ero nel deserto mi si accesa una lampadina pensando alle varie ragioni che spingono i governanti di molti paesi nel mondo con grande affluenza e tradizione turistica, a non firmare gli accordi di Kyoto e simili o, se li firmano, poi non si comportano adeguatamente quindi non mettono in pratica le direttive per diminuire i gas serra. Hanno capito che il deserto con le dune e le corse dei fuoristrada, oltre ad essere di moda, hanno un fascino eccezionale per i turisti…..quindi cercano di creare le stesse condizioni desertiche nei propri paesi per non perdere i visitatori che paesi concorrenti come la Libia, l’Algeria, il Marocco, Sudan, Ciad, Niger, ecc. stanno attraendo sempre più verso di loro. Sarà questa una delle ragioni importanti? Bah! …..ogni tanto ci vuole un paradosso che non sta né in cielo né in terra! ed un sorriso
 
 
 
 
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