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A munnèzza
Di Gennaro Aprea (del 11/01/2008 @ 19:02:07, in F) Questa è l'Italia, cliccato 857 volte)
A MUNNEZZA
 
In questi giorni abbiamo letto e sentito autorevoli giornalisti, meno autorevoli politici e tutti gli altri che vogliono parlare di questa situazione della Campania, i quali hanno scritto (i primi), parlato, accusato, difeso se stessi (i secondi), con varie immediate strumentalizzazioni e richieste di dimissioni. Ed è utile sottolineare che queste strumentalizzazioni in Campania sono arrivate alla distruzione e l’incendio dei rifiuti, delle scuole, delle auto e dei mezzi di trasporto e dei vigili del fuoco, alle rivolte contro la Polizia e i Carabinieri e perfino i Pompieri. Si fa’ di tutto pur di far saltare il governo. Ci deve essere per me qualcuno che paga (chi mai sarà?) questi terroristi o dei “masanielli” che eccitano alla rivolta i cittadini stufi della situazione.
Da buon napoletano cui si stringe il cuore a sentire e vedere ciò che è successo da 15 anni a questa parte, e sta ancora succedendo, non posso fare a meno di mettere giù qualche pensiero sulla “munnèzza”, e non monnezza come scrivono e dicono persone che vogliono infiocchettare i loro discorsi con una nota di colore dialettale.
Innanzi tutto vorrei poter chiedere a tutti i ministri, parlamentari, consiglieri comunali provinciali e regionali con i sindaci e i relativi presidenti ed i vari assessori, ed anche ai giornalisti, se nelle loro famiglie si fa’ la raccolta differenziata. Sono certo che non vi siano statistiche, ma ho la netta impressione che la maggioranza di queste persone non la facciano e non conoscono l’importanza di realizzarla, cioè sono incompetenti o misconoscono.
Mi spiace menzionare me stesso, ma forse è utile che i lettori di questo sfogo diano un’occhiata al mio articolo nella “Sezione Rodano” del 24-10-2006 dove descrivevo ciò che si fa nel piccolo comune dove abito. Non conosco ancora i dati del 2007 ma l’ultimo disponibile era che la Raccolta Differenziata nel nostro comune raggiungeva il 67%, cifra non disprezzabile. Certo è che per arrivare a questa cifra che credo sia ancora aumentata ad oggi, ci sono voluti più di 15 anni di disposizioni, tentativi, aggiustamenti della strategia della raccolta, ma soprattutto di educazione e di acculturazione dei rodanesi. fra i quali tuttora ve ne sono alcuni che se ne fregano, altrimenti potremmo arrivare a percentuali ben superiori. Per esempio la mia famiglia certamente arriva a realizzare la R.D. per un buon 95%, tenendo presente fra l’altro che l’umido, cioè quasi tutto ciò che proviene dai rifiuti organici dell’alimentazione, prima e dopo la cottura, mi serve a fare il “composto”, cioè un ottimo concime che viene da me utilizzato “intramoenia” cioè in un sito in giardino che mi crea un terriccio che utilizzo per concimare l’orto, i cespugli e i vasi di fiori, gli alberi da frutta, ecc.
Forse qualche cifra aggiuntiva può dare un’idea della situazione italiana che è in fortissimo ritardo rispetto ai programmi fatti da un governo - non ricordo quale in questo momento - del secolo scorso che prevedeva che la R.D. avrebbe dovuto raggiungere la percentuale del 35% nel 2008; oggi siamo in Italia al 26% con una forte maggioranza al nord (con punte eccellenti come Novara 66%, Verbania 64%) perché nel sud è solo il 10%.
Di tutti i rifiuti ben il 54% va in discarica (hanno ben ragione le persone che non vogliono più discariche), il resto è riciclato come appena detto o bruciato nei termovalorizzatori.
Nel sud sono stati spesi finora 2 miliardi per il problema rifiuti con i risultati irrisori o negativi che ormai conosciamo bene.
Perché è importante e quali vantaggi dà la Raccolta Differenziata?
Le due ragioni principali sono molto semplici:
1) Tutti i rifiuti differenziati possono essere materia prima (anzi seconda in gergo tecnico) per fare altri prodotti, la plastica per il “Pile” e altri materiali in plastica, per esempio panchine, attrezzature per i giochi all’aperto, contenitori per oli minerali e moltissimi altri; il vetro per fare altro vetro con il 30% di risparmio di energia; la carta, per fare altra carta con risparmio di legno, cioè di alberi (in Italia siamo riusciti a primeggiare – secondi dopo la Germania - in questa raccolta ed esportiamo carta da riciclare); i metalli per fare altri prodotti in acciaio, ferro, alluminio, stagno, rame, zama, ottone; gli oli minerali e vegetali usati per farne altri oli, ecc.
 
2) I comuni, da soli o consorziati, che vendono i rifiuti differenziati possono, come succede a Rodano ed in altri comuni italiani, compreso a Mercato S. Severino in Campania (55% di RD), diminuire la TARSU, cioè la tassa che paghiamo per il servizio di raccolta.
 
Se non si riesce a vendere tutto, alcuni rifiuti possono essere bruciati nei termovalorizzatori per creare energia elettrica e calore per il riscaldamento, senza che ciò comporti emissioni di diossina ed altri veleni per la nostra salute. Le famose “eco-balle” stoccate in vari siti in Campania sono veramente delle balle non certamente ecologiche, balle nel senso di quelli che dicono fandonie, perché sono costituite da miscele di rifiuti indifferenziati che, se bruciati emettono questi veleni; quindi nessuno li vuole e, se vengono bruciati.dai tedeschi che le accettano, oltre al costo del trasporto, si deve pagare il costoso processo che trattiene i veleni di cui sopra.
 
Quindi, a parte ciò che è stato detto a proposito delle responsabilità che i politici si sono lanciati reciprocamente, nessuno – o quasi – ha detto (compresi Roberto Saviano ed Eugenio Scalfari nei loro eccellenti articoli di qualche giorno fa), che fra le responsabilità vi è quella di non aver pensato – a mio parere per incompetenza – che la cosa più importante, la priorità assoluta, era quella di insegnare agli italiani di realizzare la Raccolta Differenziata. Per non parlare della casta religiosa che ha tuonato – demonizzandola - contro ogni iniziativa per risolvere i problemi tecnici dei rifiuti. Invece questi signori sono stati e sono troppo e solo attenti a delle cose (es. legge 194) che interferiscono pesantemente nella libertà di pensiero degli italiani.
 
A proposito di incompetenza, una delle prime piccole e semplici cose da fare, è quella di creare una legge brevissima che non costa niente alla Stato, nella quale si obbliga tutti i produttori di imballaggi italiani e stranieri (che normalmente scrivono romanzi su di essi) ad aggiungere in grande evidenza di cosa è fatto l’imballaggio, carta, plastica, metallo, ecc., se il prodotto con cui è fatto l’imballaggio è riciclabile e se danneggia l’ambiente.
Io ricevo dalla Commissione Europea ogni trimestre una pubblicazione racchiusa nella solita busta di plastica trasparente dove c’è scritto chiaro e con caratteri leggibili in 11 lingue la seguente frase:
“polietilene riciclabile – inoffensivo per l’ambiente”.
Solo su pochi imballaggi vi sono scritte che fanno capire ai cittadini di cosa è fatto l’imballaggio. Se fosse obbligatorio per tutti, le persone sarebbero molto facilitate nella selezione. Attualmente, nel dubbio, le buttano nel secco, cioè nei rifiuti che non si possono riciclare, quindi non diminuisce la percentuale del secco non riciclabile.
Questo è solo un esempio per dirvi che fra le responsabilità dei politici e dei commissari vi è anche questa, forse la più importante, cioè l’educazione nelle scuole, nelle parrocchie, nelle comunicazioni delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali, per non parlare dei governi e dei ministri dell’Ambiente che – almeno questo Pecoraro Scanio – sembra si è limitato a dire sempre “no” a tutte le iniziative per la soluzione dei rifiuti urbani e pericolosi (dei quali questi ultimi le industrie del nord si sono sbarazzate “vendendole” alle varie mafie e camorre del sud per la loro distruzione che invece ha creato inquinamento e morti nelle discariche abusive).

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