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Sogno numero 2
Di Gennaro Aprea (del 11/12/2007 @ 17:40:54, in M) Satira e Umorismo, cliccato 940 volte)
HO FATTO UN ALTRO SOGNO
 
Qualche tempo fa ho letto su un articolo scientifico che ciascuno di noi fa’ dai 3 ai 6 sogni per notte ma in media ne ricordiamo solo 2 alla settimana. E’ per questo che, prima di scordarmelo, mi sono messo a scrivere stamattina questo sogno che mi è sembrato la continuazione di quello fatto il 6 ottobre dell’anno scorso e raccontato in questa stessa rubrica “Commenti, satira, varie”, che forse sarebbe utile rileggere per una migliore comprensione di questo.
Lo spunto evidentemente è stato quello dell’intervista che Fabio Fazio ha fatto sabato scorso all’onorevole Tremonti nella sua trasmissione “Chetempochefa”.
 
Mi trovavo in un’aula dell’Università Bocconi (ci sono stato recentemente in un Think Tank organizzato dall’Assochange www.assochange.it). Era una sessione di esami ed il Presidente della Commissione d’esame che si accingeva ad interrogare era (buon anima) Francesco Parrillo (il cuiviso cambiava di tanto in tanto con quello di un altro ben noto Professore); la materia in questione era Politica Economica e Finanziaria. Ad attendere il proprio turno nei banchi, Giulio Tremonti, Lamberto Dini, Willer Bordon, Paola Binetti con un vestito semitrasparente che lasciava intravedere il cilicio, Bertinotti, Franco Giordano, Pecoraro Scanio, Fabio Mussi ed il laureando Emanuele Filiberto di Savoia.
Seduti a fianco del Professor Parrillo, gli assistenti Professor Diliberto, un piccolo ometto pelato che mi è sembrato riconoscere in Luigi Einaudi, un altro invece alto che assomigliava a Guido Carli e, comodamente sdraiata sulla cattedra la più giovane degli assistenti, la Prof Luciana Littizzetto.
Nell’aula vi erano, opportunamente piazzate nei punti strategici 4 telecamere per la trasmissione in diretta. Non conosco il nome del direttore delle luci ma era sicuramente molto bravo.
Giulio Tremonti è stato il primo ad essere chiamato ed ha facilmente risposto alle prime domande del grande Parrillo il quale però ad ogni risposta si fermava a prendere un appunto con aria sorniona. Ad un certo punto il chiarissimo Professore presidente della Commissione d’esame ha fatto un gesto con la mano come per dire all’esaminando di interrompere la sua prolusione e, ringraziandolo, gli ha detto:
“Egregio Professore Tremonti, la promuovo con lode per le sue risposte e assegno lei quale insegnante di ruolo alle prime tre classi della scuola elementare “Santa Rosalia” di Palermo. Si presenti al prossimo anno per l’eventuale esame per l’assegnazione alla scuola elementare superiore o forse anche per la media inferiore…..
Mentre tutti gli assistenti annuivano sorridendo con soddisfazione alla decisione con l’eccezione del Professor Diliberto che si è dichiarato in disaccordo con la sentenza, è intervenuto Guido Carli che ha chiesto di fare un’ultima domanda all’esaminando, con l’immediata approvazione del Parrillo.
Carli:”Mi può dire come risolverebbe da un punto di vista sociale il problema degli aumenti dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile?”
La risposta non si è fatta attendere ed il Tremonti ha prontamente risposto: “Imporrei alle banche di rinunciare a una piccola parte dei loro profitti per dare ai clienti che hanno sottoscritto i mutui a tasso variabile degli interessi passivi più bassi per salvarli dalla povertà”. Un forte applauso è scrosciato in tutta l’aula cui si sono uniti gli operatori alle telecamere, i bidelli capitanati da Giuseppe Albanese, le donne delle pulizie, questi ultimi tutti attratti dal lungo applauso. Appena si sono calmati non è mancato l’ulteriore intervento di Diliberto che è stato fulmineo nell’interloquire: “Quando ero pensionato dell’INPDAI (Istituto di Previdenza dei Dirigenti di Azienda Industriale) ho acceso con questo Istituto un mutuo di 20 anni ad un tasso fisso relativamente basso per quei tempi (1981), cioè al 12% mentre le altre banche non concedevano mutui a tassi non inferiori al 17%. Avevo fatto bene i miei calcoli e avevo deciso che mi sarei potuto permettere di pagare questa cifra senza pericolo di divenire insolvente….Come è possibile che quelli che avevano acceso mutui a tassi variabili qualche anno fa partendo da un interesse basso del 3-4% non si siano fatti bene i conti e non possano oggi far fronte ad aumenti dei tassi al 6-7%?”
Dallo studio televisivo, pardon, dall’aula si è sentito un “muuuh” di disapprovazione talmente forte che mi sono svegliato perché la Littizzetto su quel motivo ha cominciato a ballare accompagnandosi con dei ripetuti “neeeh?” di puro stampo torinese ai quali si sono uniti tutti i presenti in aula…..ma era solo la sveglia che suonava.
Mi sono alzato immediatamente e davanti allo specchio mi sono dato due schiaffi dicendo fra me e me: “ma che cazz’ e’ suònn te miett a fa’ o’ martedì? Tu adda essere nu poco chiù sèrio a primma matina!” (penso che tutti possano capire questa breve frase della mia lingua originale).

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