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COSTI E BENEFICI
Di Gennaro Aprea (del 22/02/2019 @ 16:35:58, in L) Zero-carbonio, cliccato 409 volte)
COSTI E BENEFICI
 
"Una società ecologicamente sostenibile potrà affermarsi quando diventerà desiderabile".
 
Non è la prima volta che ricordo questa frase di Alexander Lager, uno dei nostri massimi ecologisti, che la pronunciò nel 1995. La scrissi anche nell'introduzione del piccolo saggio del 2012.
Come molti già sanno, nella strategia di marketing per vendere più agevolmente qualsiasi bene o servizio, la comunicazione al mercato deve essere tale da renderli desiderabili.
Cosa, ahimè che ancora non si è realizzata per l'attuazione di una economia sostenibile, nel senso più largo della parola, sviluppo, lavoro, territorio, salute, sicurezza, ecc.
Da cosa dipende questa situazione? Le cause sono tante e si potrebbe scriverne a lungo, ma mi limito a evidenziarne due gruppi.
 
Primo, la limitata o trascurabile conoscenza dei nostri gestori politici dell'enorme argomento dei problemi ambientali; e di conseguenza i ridotti o pressoché zero programmi politici che finora non sono mai stati per loro una priorità, mentre invece è divenuta oggi sempre più pressante.
 
Secondo, scienziati, esperti ed addetti ai lavori che studiano e si occupano di energie non inquinanti alternative alle fossili si parlano fra di loro, cosicché la gente comune non ha a disposizione una corretta informazione necessaria a renderla consapevole di questi problemi. E ciò ha un impatto anche sui politici che hanno la tendenza ad essere scettici su di essi. Non solo, un ulteriore impatto si è avuto su molte persone che hanno ricevuto notizie contraddittorie (con l'"aiuto" delle industrie delle energie fossili) così esse sono divenute a loro volta scettiche e pensano o sono convinte che un'economia sostenibile costerà molto di più di quella attuale.
 
In altri paesi, europei e non, la situazione è certamente differente nel senso che la gente comune ha acquisito maggiore consapevolezza, soprattutto fra i giovani (abbiamo sentito recentemente le loro iniziative - vedi articolo precedente, COP 24).
 
Allora perché il titolo di questo articolo?
I media ci hanno a lungo riempito la testa di costi e benefici riguardo alla linea TAV: molte/troppe notizie contraddittorie (per motivi politici) ed infine smentite e riconoscimento di errori di approccio.
 
Non dobbiamo dimenticare che i costi e benefici per un qualsiasi investimento innovativo sono basilari per ogni azione economica, nessuna esclusa. Purtroppo abbiamo spesso sentito di investimenti importanti nelle infrastrutture che non hanno dato risultati positivi, anzi essi sono stati una perdita per la comunità, cioè per noi cittadini-contribuenti.
 
Eppure vi sono movimenti internazionali il cui scopo è "divest fossil energies".
All'estero, essi riescono a portare persone nelle piazze perché le hanno convinte a comportamenti utili a limitare l'uso delle energie inquinanti e produttrici di gas serra.
Alcuni di questi movimenti sono riusciti persino a convincere grandi investitori (assicurazioni, enti pensionistici, fondazioni e simili) a disinvestire i loro patrimoni mobiliari nelle imprese del carbone, petrolio, gas naturale.
 
Alla luce di queste considerazioni ritengo necessario che le modifiche dei comportamenti di chi ci governa in Italia e di noi cittadini abbiano bisogno di un chiaro convincimento sulla convenienza economica di sostituire le energie che abbiamo utilizzato finora con altre alternative.
 
Di conseguenza è indispensabile che ogni partito e movimento politico coinvolto in elezioni di ogni genere, non solo inserisca nel suo programma l'economia sostenibile come prioritaria, ma anche si prefigga di fare ricerche e studi accurati sui costi e benefici della sostituzione dell'economia cui siamo abituati, in particolare le energie fossili.
 
Queste vecchie fonti - ormai molti già ne sono abbastanza convinti - hanno rovinato gravemente l'ambiente in tutte le maniere possibili.
Per realizzare tutto ciò sono necessari esperti e tecnici di altissimo livello specializzati in ciascun settore dell'economia, della salute e delle problematiche ambientali, coordinati da esperti di sostenibilità economica. Naturalmente tutti affatto indipendenti da partiti e movimenti di origine politica.
Ma non basta. E' importante che queste politiche siano abbracciate dalla gente comune affinché sia spinta a premere sui legislatori e su chi le fa applicare. La gente deve essere pienamente informata e coinvolta.
 
In altre parole noi tutti non dobbiamo attendere che i governi (centrali e locali) legifichino tiepidamente in favore dell'ambiente con l'attuale lentezza. Dobbiamo prendere iniziative e scendere in strada affinché queste nuove politiche divengano più incisive e applicate con la massima rapidità; tutto ciò anche al di là degli accordi internazionali (es. accordi europei al 2030, data ultima per salvare il pianeta)
 
Non sto qui ad elencare tutte le infinite situazioni che possono interessarci direttamente, sono molte.
Ecco un solo esempio fra i tanti
 
- Plastica biodegradabile. L'abbandono completo della plastica (inventata dal nostro grande chimico Giulio Natta nel secolo scorso) che continuiamo ad utilizzare, è ancora lontano ma è necessario sostituirla al più presto, come più volte è stato ampiamente dimostrato dalle immagini delle isole di rifiuti di plastica nei mari e nell'esistenza di microplastica nel pescato, cibo importante della nostra alimentazione, con le conseguenze negative sulla salute degli umani e di uccelli e di altri animali.
 
Le materie prime per produrla provengono interamente dal petrolio con processi petrolchimici a loro volta pericolosi per l'ambiente e gli umani.
Eppure la tecnologia ha fatto da tempo passi da gigante e già oggi la sostituzione completa con plastica biodegradabile è possibile.
Quali le cause principali?
a) l'industria petrolifera/petrolchimica che sembra non avere alcuna intenzione di cambiare mestiere (salvo poche virtuose eccezioni estere) e continua ad investire nella ricerca e lo sviluppo
b) l'industria della fabbricazione della materia prima plastica e delle sue applicazioni e utilizzazioni
c) la grave insipienza dei politici sui problemi della sostenibilità e la lentezza con la quale stanno affrontando il problema i decisori che si avvicinano a queste problematiche, spesso pesantemente condizionati dalle industrie di cui sopra.
 
Occorre affrontare decisamente l'esame costi-benefici della sostituzione della plastica con le nuove materie prime interamente biodegradabili, così come per tutti gli altri settori economici iniziando da quelli che hanno un impatto più pesante rispetto ad altri, come la mobilità delle persone e delle merci, l'agricoltura, tutte le varie cause del riscaldamento terrestre e le numerose soluzioni innovative della produzione di energia elettrica con il relativo accumulo (è di questi giorni la notizia del nuovo campo eolico più grande del mondo in acque britanniche che sarà pari a 7 centrali atomiche) riscaldamento e raffrescamento naturali. Senza dimenticare il riuso.
 
Per passare oltre la plastica, i calcoli più difficili sono quelli riguardanti il valore dei benefici per l'ambiente e la salute derivanti dall'uso di nuove tecnologie; per quest'ultima direttamente in prima battuta e indirettamente a cascata dai graduali miglioramenti ambientali.
Miglioramenti che alcuni tecnici, abbiamo sentito, tendono a ritenere "insignificanti" o privi di interesse.
 
Ora che avete finito di leggere, tornate al primo rigo e valutate ancora la frase di Langer.

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