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CLIMATE CHANGE IS HOPELESS
Di Gennaro Aprea (del 18/10/2018 @ 16:48:11, in L) Zero-carbonio, cliccato 500 volte)
Climate Change is Hopeless. Let's Do It
It begins with how we live our lives every moment of every day.
 
Il cambiamento del clima è senza speranza (di miglioramento). Agiamo!
Si comincia da come viviamo le nostre vite in ogni momento di ogni giorno.
 
Questo articolo è stato scritto da Auden Schendler, imprenditore e attivista del clima, e da Andrew P. Jones che crea simulazioni del clima per l'organizzazione "Climate Interactive".
E' apparso sul The New York Times il 13 ottobre 2018.
Traduzione di G. Aprea
 
Lunedì prossimo i più importanti scienziati nel mondo produrranno un rapporto su come proteggere la civiltà mondiale limitando il riscaldamento globale a non più di 1,5°C. Sulla base dell'aumento medio globale già in atto (+1°C rispetto alle temperature pre-industriali, n.d.t.) questo traguardo è il 50% più difficile dell'obiettivo attuale di 2°C, sul quale già numerosi scienziati erano scettici sulla possibilità di raggiungerlo.
Siamo sulla strada di pensare veramente a volerlo, e persino a pensarlo.
Il mondo dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra molto più rapidamente di quanto finora abbia fatto, e realizzarlo dappertutto, per i prossimi 50 anni. Negli anni 70 gli stati del Nord Europa hanno ridotto le emissioni fra il 4 ed il 5% all'anno. Abbiamo bisogno di riduzioni fra il 6 ed il 9%, ogni anno, in ogni paese, per il prossimo mezzo secolo.
Dobbiamo diffondere le migliori pratiche climatiche globalmente - come in Norvegia i veicoli elettrici, l'efficienza energetica in California, la protezione del territorio in Costa Rica, la potenza elettrica del sole e del vento in Cina, il vegetarianismo in India (1), l'uso delle biciclette nei Paesi Bassi.
Dobbiamo però fronteggiare l'opposizione in ogni maniera. Per ottenere (un aumento massimo di) 1,5°C, è necessario lasciare il massimo del carbone, petrolio e gas rimasti sotto terra, costringendo le società Exxon Mobil, Saudi Aramco, ecc. a dimenticare i redditi di 33.000 miliardi di US dollari nei prossimi 25 anni.
 
Sottolineiamo comunque che, mentre l'aria diverrebbe immediatamente più pulita e le persone più in salute, gli impatti del cambiamento del clima sugli infarti, i diluvi su Londra, New York e Shangai, così come a Mumbai India, Hanoi Vietnam, Alessandria Egitto e Jakarta Indonesia - giusto per evidenziare queste conseguenze - continuereb- bero per decenni, nonostante la diminuzione delle emissioni, a causa delle emissioni di gas serra di "lunga vita" da noi prodotte e già esistenti nell'atmosfera.
Certamente qualche titolo di notizie ciniche di alcune testate seguiranno il rapporto, come per esempio: "Gli scienziati sono d'accordo - Siamo cotti". Gli scrittori dei titoli potrebbero anche avere un pensiero: "risolvere il problema del clima sarà più difficile e più improbabile, di vincere cose come la Seconda Guerra Mondiale, ottenere tutti i diritti civili, distruzione di tutte le infezioni batteriche, mandare un uomo sulla luna. Tutte queste cose realizzate contemporaneamente.
 
Opinioni informate e veritiere sulla stampa di ogni giorno sono vitali.
Come facciamo ad impegnarci in un possibile - ma non probabile - grande sforzo vincente con un sistema attrezzato contro una grande scommessa della quali non vedremo il risultato finale? Se la specie umana si specializza in una cosa, affronta l'impossibile.
 
Siamo costituzionalmente equipaggiati per capire la situazione; siamo, dopo tutto, mortali, quindi la nostra intera esistenza è una battaglia contro l'inevitabile fine.
Abbiamo anche esperienze: le brutte esperienze che abbiamo affrontato negli anni ci sono sembrate insormontabili: la peste nera (XIV e XVII secolo) uccise un terzo degli europei; la seconda Guerra Mondiale vanta 50 milioni di vittime, ne siamo usciti in un certo modo........
 
Abbiamo speso il nostro tempo di Homo Sapiens combattendo, ciò che John R.R. Tolkien (2) ha chiamato "la lunga sconfitta".
 
1 - 15.000 litri di acqua per produrre un kg di carne
2  - scrittore e grande linguista inglese
 
A questo punto vorrei fare alcuni commenti sul contenuto di questo articolo. A mio parere i due autori sono riusciti in una pagina a mettere in piena luce l'importanza e l'urgenza della assoluta necessità da parte di tutti noi di divenire immediatamente consapevoli della gravità della situazione del pianeta e di comportarci di conseguenza. I loro esempi e comparazioni sono delle perfette e incisive fotografie che riescono a farci pensare seriamente.
Purtroppo nel mondo, salvo appunto quegli esempi, solo in pochi paesi vi è la consapevolezza necessaria da parte di tutta la gente comune e soprattutto di chi dovrebbe prendere le decisioni necessarie per cambiare la situazione.
Le ragioni? Secondo me, da una parte gli scienziati e gli esperti parlano solo fra di loro in maniera molto tecnica, quindi non comprensibile ai più; dall'altra non hanno la capacità di influenzare i "decisori" che governano; la maggioranza di questi non si rende conto della situazione perché incompetenti e spesso anche "interessati" a non disturbare le multinazionali dell'energia, anche per ottenere maggior successo personale, sminuendo o negando la pericolosità della situazione.
 
In Italia queste realtà sono particolarmente negative: ve li immaginate i nostri decisori - non dico imporre ma neanche accennare - all'ENI, che devono smettere di ricercare ed estrarre petrolio e gas naturale e lasciare queste fonti di energie fossili nel sottosuolo? e di cambiare mestiere investendo ed operando al 100% nelle energie rinnovabili?
Alcune società e decisori britannici e americani lo stanno facendo o hanno deciso di farlo.
Ve lo immaginate i nostri governanti comportarsi nella stessa maniera dicendo ai proprietari delle centrali elettriche, ENEL compresa, di sostituire subito il carbone per produrre elettricità con il gas provvisoriamente e investire subito nelle rinnovabili? Invece è stato deciso di interrompere l'uso del carbone solo nel 2025 ! Se avete voglia e tempo date un'occhiata alla Strategia Energetica Nazionale...
Nel mondo vi sono alcune realtà associative che organizzano frequentemente in molti paesi contemporaneamente giornate di informazione e di protesta riunendo migliaia di persone nelle piazze che sfilano nelle strade per informare trascinando la popolazione, e far sentire ai governi l'importanza di cambiare immediatamente la politica energetica per interrompere l'emissioni di gas serra e di inquinanti, salvare la natura, fauna e flora, ecc. (Greenpeace, 350.org, Fondation Good Planet, Global Footprint Netwok, Life Gate, ecc.).
 
In Italia Legambiente è la migliore associazione ambientalista ma non organizza iniziative simili; solo convegni cui partecipano soprattutto gli addetti ai lavori e pochissimi cittadini comuni. Idem per le Università; insomma non c'è in Italia la partecipazione dei cittadini, salvo sporadiche apparizioni. Fra i fornitori di notizie sui problemi ambientali è necessario  elogiare QualEnergia e Life Gate più altri numerosi in Italia e all'estero.
Non parliamo dei comportamenti di alcuni importanti governanti attuali che denotano profonda ignoranza.
"...Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso... una delle sue analisi profonde: 'Cos'è il migrante climatico? Se uno in inverno ha freddo e in estate ha caldo, migra? Il migrante è anche uno di Milano a cui non piace la nebbia?'
(copyright L'Espresso14/10/2018 -  Antonio Botta "I tifoni, la nebbia e Salvini"
 
Devo ammettere che da circa 2 anni a questa parte l'opinione pubblica è stata toccata dai media positivamente su questi argomenti. Ma non basta: l'informazione al pubblico deve essere sempre più stringente, frequente e convincente.
Diamoci da fare!

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