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TALK SHOW, CHE BEATITUDINE !
Di Gennaro Aprea (del 22/10/2013 @ 19:04:44, in F) Questa è l'Italia, cliccato 847 volte)
 
TALK SHOW, CHE BEATITUDINE !
Più volte ho parlato male delle abitudini e comportamenti degli italiani e della scarsa professionalità ed informazione delle persone che partecipano ai cosiddetti “talk show”, che a me piacerebbe chiamare “discussioni aperte” anche se mi rendo conto che è più breve e semplice la dizione inglese, una delle tante di cui abusiamo.
Domenica scorsa ho assistito ad una di queste discussioni che si chiama “L’Arena” condotta da Massimo Giletti. Abitualmente evito l’ascolto e la visione di queste arene, giusta definizione nella maggior parte dei casi perché sembra di stare al Colosseo e vedere – senza poter mettere il pollice verso – a scontri di gladiatori, spesso mediocri. Però il soggetto su sui discutere era molto interessante: la nuova tassa TRISE (tassa sui rifiuti e servizi) che si divide in due sotto-tasse, la TARI e la TASI; la “I” finale sembra significhi indispensabili.
I gladiatori erano numerosi, fra gli altri un gentile signora economista; tuttavia la prima impressione è che, la maggior parte di loro, politici l’un contro l’altro armati, ne sapevano poco, in parte giustificati dal fatto che i dettagli su queste tasse erano e sono tuttora relativamente non definiti. Quindi si sono messi a parlare, spesso a vanvera, facendo la comparazione fra l’IMU e la TRISE con il risultato che alla fine il discorso per gli ascoltatori non è stato affatto chiaro.
Il primo sbaglio, o meglio, la prima mancanza è stata quella di non aver precisato la differenza concettuale e giuridica che avrebbe facilitato la comprensione, cioè fra la TASSA (TrIse) e l’IMPOSTA (Imu).Tutti confondevano le due dizioni ma la maggior parte dei gladiatori usava solo la parola tassa, copiando la “tax” anglosassone che non fa differenza rispetto alla migliore precisione giuridica dei nostri codici (salvo per l’imposta doganale che chiamano “duty”).
Ebbene per una migliore comprensione di come e perché lo Stato impone questi prelievi alle persone fisiche e giuridiche, è utile precisare che la TASSA è un prelievo monetario in corresponsione di un SERVIZIO, mentre l’IMPOSTA lo è un prelievo sul reddito che comprende anche il patrimonio. Ovviamente, non discuto sulla giustezza e sull’ammontare di questi prelievi, ma essi sono necessari a qualsiasi Stato per la sua struttura e organizzazione (in Italia decisamente da mediocre a pessima a causa di incompetenza, corruzione, sperperi, “amici degli amici”, ecc.)
E’ facile fare degli esempi di tasse più o meno giuste:
-          tassa per raccolta rifiuti
-          tassa di proprietà autoveicoli
-          tassa utilizzo di spazi pubblici
-          ecc.
e di imposte, sempre più o meno giuste nell’ammontare del prelievo
      - Irpef : sui redditi delle persone fisiche
      - Irap : regionale sulle attività produttive
      - Ires: imposta sui redditi delle società
      - Imu : imposta municipale
      - Imposta sui redditi finanziari
      - ecc.
In effetti l’IMU è/era un’imposta un po’ spuria, nel senso che una parte del ricavato andava allo Stato – quindi non solo municipale - e un’altra ai Comuni che ne avevano bisogno per erogare servizi ai loro cittadini.
Allora, non sappiamo ancora quale sarà la destinazione del ricavato di queste nuove tasse; la TARI dovrebbe andare ai Comuni, questa volta non solo sulla base dei metri quadri dell’abitazione ma tenendo conto anche del numero dei componenti familiari; mentre non si sa se la TASI andrà in parte allo Stato e l’altra parte ai Comuni a fronte dell’erogazione di servizi (quali sono gli indispensabili?), ecc.
In conclusione i partecipanti-gladiatori del’Arena non hanno chiarito assolutamente la parte più importante, la destinazione e l’ammontare del prelievo..
A proposito, i partecipanti, come quasi sempre succede in tutte le altre arene, (esempio di "quasi": le discussioni in un "mercato" palermitano) si danno continuamente sulla voce alzando il volume ed il tono (alcune volte addirittura in tre contemporaneamente) con il risultato che più di metà di ciò che dicono è incomprensibile. E i conduttori che fanno? Li lasciano fare, non li interrompono (anzi alcuni interrompono loro stessi senza lasciar finire chi parla): in definitiva, la confusione generale. Ciò, a mio parere, abituato ad altri talk show anglosassoni e di altre nazioni, è la ragione per cui cambio spesso canale quando ci sono questi programmi.
 
Forse sono io ad essere sbagliato perché agli italiani piacciono questi “casini”, ma spesso si tratta di semplice maleducazione sempre più dominante nei rapporti fra le persone.
Massimo Giletti? Ha fatto ciò che poteva mostrando molta buona volontà, allargando le braccia con le mani verso il basso con piccoli movimenti oscillanti, come per dire: “calma ragazze/ragazzi”….: troppo poco, e pressoché senza seguito.
 
Servirebbe una forte iniziale premessa in ogni “discussione” in cui il conduttore avvisa i presenti che “è proibito interrompere il discorso di uno che parla”, pena un primo preavviso di richiamo, seguito dalla chiusura del microfono di chi interrompe la seconda volta (cartellino giallo) o addirittura l’allontanamento dal talk show (cartellino rosso) per il recidivo. Ognuno dovrebbe annotarsi i punti salienti della persona sui quali vuole intervenire per contraddirlo e rispondere successivamente "come si deve" e vuole.
Forse i gladiatori diventerebbero delle persone normali e gli ascoltatori potrebbero seguire meglio la trasmissione/discussione.

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