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AUTARCHIA
Di Gennaro Aprea (del 21/04/2008 @ 17:53:34, in M) Satira e Umorismo, cliccato 1014 volte)
GLOBALIZZAZIONE O AUTARCHIA?
 
Tutti sappiamo cosa è la globalizzazione e la mondializzazione, i più giovani invece forse non ricordano cosa sia l’Autarchia, parola ormai in disuso da molto tempo.
La mia età avanzata mi permette di saperlo bene perché ho vissuto l’autarchia voluta da Mussolini, quando la Società delle Nazioni (la mamma delle Nazioni Unite) stabilì nel 1936 un “embargo” di materie prime nei confronti dell’Italia quando invademmo l’Etiopia per conquistare la nostra colonia in Africa.
In quel tempo l’Italia produttiva dovette arrangiarsi e sostituire alcune materie prime indispensabili (es. l'alluminio al posto del ferro perché avevamo miniere di bauxite) ed molti prodotti (es. il karkadè al posto del the che veniva da paesi colonizzati dalle grandi potenze) con altre/i in sostituzione dei primi; da qui la parola autarchia.
Sembra ora che, per risparmiare sui costi di trasporto, dovremo arrangiarci a non comprare prodotti e materie prime che vengono da lontano, per esempio le mele e le pere in primavera importate da paesi come l’Argentina o il Cile, a decine di migliaia di chilometri dal nostro mercato, per non parlare dei frutti esotici che crescono nei paesi tropicali; oppure passare sempre di più dal consumo di petrolio e gas dei lontani paesi produttori, alle energie alternative come l’eolico o il solare, o le biomasse…o il nucleare che sarà di quarta generazione, cioè senza i problemi che tutti conosciamo.
Oltre tutto il prezzo di alcuni prodotti di base per l’alimentazione, cioè i cereali, è molto aumentato (e di conseguenza il pane e la pasta senza i quali noi italiani non sappiamo vivere) perché li utilizzano per produrre etanolo che è un buon sostituto della benzina. Sembra che già i nostri contadini programmino di produrre più grano e la Commissione Europea ci ha dato il permesso di produrre più latte (anch’esso aumentato di prezzo) di quanto già concordato dai regolamenti.
Non scordiamoci che i nostri contadini sono riusciti a divenire i maggiori produttori mondiali di kiwi, quando si sono accorti che quelli importati dalla Nuova Zelanda piacevano a tutti, facevano bene alla salute e si potevano vendere a buon prezzo!
Ma sembra anche – notizia di pochi giorni fa - che alcuni ricercatori di un’Università del Massachussets abbiano messo a punto una nuova tecnica (confermata dal Professore Chiaramonti dell’Università di Firenze) per produrre un combustibile liquido ecologico da biomasse non utilizzate attualmente, cioè rami secchi e paglia; ma ci vorrà del tempo per realizzarla a produzione industriale.
I cinesi assicurano che fra pochi anni produrranno idrogeno per i motori delle loro automobili, e così faranno molti altri paesi per liberarsi almeno in buona parte dal peso e dall’alto prezzo dei combustibili derivati da petrolio e da gas naturale, con il risultato che i fumi non conterranno CO2, la “cattiva” anidride carbonica, e tutti gli altri inquinanti.
Insomma dobbiamo avviarci verso uno stato di Autarchia? Probabilmente si, almeno in parte, perché la spinta alla globalizzazione del commercio mondiale non ha tenuto conto dell’aumento esponenziale dei costi del trasporto delle materie prime e dei beni.
Eravamo abituati a mangiare esotico, ad avere d’inverno l’uva in abbondanza, ma cara. Dovremo rassegnarci a mangiarla quando la stagione ce la metterà a disposizione qui in Italia, così come i pomodori freschi e saporiti (cioè non quelli olandesi prodotti in serra che non sanno di niente), ecc.
Staremo a vedere, ma è certo che, se continua così dovremo fare un serio pensiero su arrangiarci sempre di più da soli, seppur non come ai tempi di Mussolini.
E’ chiaro che i super-ricchi non saranno costretti a fare ciò che i salariati ed i pensionati dovranno invece fare per economizzare, continueranno ad usare mezzi di trasporto che costano più di 100.000 Euro, che fanno 5-6 km con un litro di carburante, continueranno a comprare pere avocado, ananas, ed altra frutta esotica, meloni algerini o tunisini in qualsiasi stagione.
 

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