PICCOLO E INSIGNIFICANTE RICORDO DI SCALFARI
PICCOLO E INSIGNIFICANTE RICORDO DI SCALFARI
Oso anch'io, da vecchio (91) ammiratore di questa grandissima colonna del giornalismo italiano, un ricordo di lui.
La mia famiglia abitava ad Avenza, frazione di Carrara perché mio padre era direttore di uno stabilimento nella zona industriale Apuana. Frequentavo l'università a Pisa e seguivo le lezioni quindi prendevo il treno (1 ora di viaggio)
Il professore Resta di Economia ci consigliò di leggere l'Espresso, allora in formato quotidiano in bianco e nero, così cominciai a leggere regolarmente questo settimanale. Quindi Eugenio Scalfari divenne subito il mio giornalista preferito.
Qualche anno dopo per lavoro abitai a Fabriano e spesso andavo in treno a Roma dove un paio di volte lo incontrai scambiando qualche parola con lui, un po' intimidito e pieno di ammirazione. Ho continuato a seguire tutte le iniziative di Scalfari (democrazia parlamentare, divorzio, ecc. ecc.)
Più tardi, a fine 1975 per lavoro mi trasferii in Brasile ma, prima della mia partenza, Scalfari chiese agli amici de l'Espresso di aiutarlo con un abbonamento per due anni del nuovo quotidiano la Repubblica che vide la luce nel gennaio 1976. Mentre ero in Brasile il nuovo quotidiano arrivava all'indirizzo dell'ufficio di Milano e tutti i Soci del Club degli Amici di "la Repubblica" ricevettero una copia numerata (298) della Costituzione della Repubblica Italiana che conservo e consulto regolarmente.
Questo è tutto nel mio piccolo; e ne sono sempre fiero.
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