W L'OPERA LIRICA
Se avete letto la pagina "chi sono" di questo piccolo sito e ricordate anche che ho dichiarato che non amo l'opera lirica, avete il diritto di meravigliarvi del titolo di questo breve articolo.
Ma si, lo ripeto, non mi piace la musica cantata, specialmente quella dell'opera romantica della seconda metà dell'800, che va per la maggiore in Italia, dove i cantanti si esibiscono in parole del libretto con gorgheggi e trilli lunghi a tal punto da annoiarmi profondamente, se non innervosirmi.
Le mie esperienze in fatto di opera lirica risalgono alla prima adolescenza quando mia madre ci portava al teatro dell'Opera a Roma. Si faceva fatica a seguire le frasi - quindi la trama - della sceneggiatura. Potevamo però ovviare a questa mancanza leggendo i piccoli fascicoli che contenevano tutte le parole scritte dal librettista.
Però alla fine spesso mi addormentavo.
Più tardi ho avuto occasione di sentire, imparare a conoscere ed apprezzare la musica classica che ancora ascolto sempre con piacere, da quella del 6-700 alla moderna, quest'ultima in parte; forse perché non l'ho ancora approfondita interamente.
Ma se sento per caso i gorgheggi dell'opera, cambio stazione o canale.
E allora cosa mi è successo?
Qualche giorno fa ho ascoltato per caso una pubblicità che preannunciava Il Barbiere di Siviglia su RAI 3 nel pomeriggio di sabato 5 dicembre al teatro dell'Opera di Roma.
Mi ha incuriosito il fatto che, in osservanza delle regole del Covid 19, il pubblico sarebbe stato del tutto assente. Però, gli attori e attrici cantanti di tutti i livelli, coro, controfigure, comparse, inservienti, ecc. avrebbero "invaso" l'intero teatro con.... "Rosina nel parco reale".
Da giovanissimo non avevo mai visto il Barbiere che è un'opera buffa, quindi la cosa mi ha incuriosito a tal punto che alle 16.15 ero davanti alla TV. E ci sono rimasto per 2 ore e mezzo.
Dopo il magnifico e ben noto preludio suonato da eccellenti maestri e direttore d'orchestra, il regista Mario Martone ha fatto qualcosa di straordinario.
Forse esagero nel dire che Rossini è stato un precursore del "rap", ma durante l'intera opera i cantanti spesso "parlano" insieme alla musica che fa da sottofondo. In effetti si nota che il regista aveva raccomandato di parlare molto e quasi tutti gli attori hanno seguito queste direttive di Martone.
Ma non basta; vi accenno solo qualche scena fuori del comune che si confà perfettamente con il momento di Covid.
All'inizio tutte le persone indossano la mascherina di prammatica.
Poi si vede uno scooter che gira per le strade della città con 2 passeggeri, ambedue con maschera e casco finché si ferma davanti al teatro; ne scende solo il passeggero che entra e si avvia verso le quinte dove due inservienti in mascherina lo ricevono lo spogliano e lo rivestono con l'abito di scena: è Figaro.
Più tardi la buca del'orchestra si svuota e, di tanto in tanto, solo alcuni maestri si piazzano sul palcoscenico, poi ritornano al loro posto naturale, mentre soprano, tenori, baritono, ecc. vagano per al sala e cantano dal parco reale.
Oppure tornano in sala e si nascondono rannicchiandosi per terra fra le poltrone. per poi alternansi fra sala e palcoscenico.
Fra i cantanti, l'ottima cantante soprano che fa Rosina (credo russa) è la sola che ha insistito nei gorgheggi - vecchio stile dico io - ma tutti sono stati eccezionali.
Non voglio rischiare di annoiarvi se continuo, ma vi consiglio vivamente di scoprire se questa trasmissione sarà ripetuta perché vale la pena vederla. Se si potrà fare, vi suggerisco di procurarvi l'intero "libretto" o usare il cellulare per seguire bene l'opera perché i sottotitoli che hanno inserito sono, come al solito in Italia, meno che mediocri (discontinui, con frasi saltate, ecc.); quindi rischiereste di non poter capire bene tutta la storia che risulta essere abbastanza complicata. Ciò naturalmente se già la conoscete bene.
Fatemi sapere se volete, grazie.