CINQUEMILLA MILIARDI DI DOLLARI (americani) DISINVESTITI DALLE FONTI FOSSILI
Il 2016 è stato certamente un anno importante: oltre alla decisione di interrompere a il progetto di costruzione dell'oleodotto dal Canada al Texas per rifornire le locali raffinerie, l'ultimo esempio è la recente vittoria degli indiani Sioux del Dakota che ha impedito il progetto di oleodotto "Dakota Access Pipeline".
Ma la notizia più importante è che a partire dall'accordo di Parigi del dicembre 2015 (COP 21) è stato assodato che dal settembre 2015 ad oggi il movimento globale per il disinvestimento dalle fonti fossili ha coinvolto 688 istituzioni in 76 nazioni: ciò significa più di 5 miliardi di dollari, cioè il doppio rispetto a quelli del 2015.
Le istituzioni comprendono università (es. MIT), fondi pensione, gruppi di organizzazione per la sanità, il settore assicurativo ed associazioni culturali ed altre simili. Di queste l'80% sono istituzioni che hanno quale scopo primario il profitto (es. Rockfeller Foundation"), le altre la copertura dei loro costi.
Inoltre alcune entità importanti come la Bank of England, la World Bank e il Consiglio per la stabilità finanziaria del G20 stanno prendendo in seria considerazione le decisioni delle alte direzioni di queste istituzioni.
Mr Lou Allstadt, ex alto dirigente della Mobil Oil ha dichiarato in questi giorni: "Il disinvestimento" sta accelerando la sua crescita; l'orologio che segna l'ora delle energie fossili "out" e delle rinnovabili "in" è ormai una realtà"
Questa notizia è il risultato di un rapporto della "Fossil Free Organization" dell'11 dicembre 2016 che è stato ripreso ad oggi dal Guardian e dal 350org.
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