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LE ELEZIONI REGIONALI NOV 2014
Di Gennaro Aprea (del 28/11/2014 @ 19:06:32, in C) Commenti e varie, cliccato 740 volte)
L’ASTENSONE NELLE ELEZIONI REGIONALI DI NOVEMBRE 2014
 
L’eco delle elezioni regionali di domenica scorsa si è ormai spenta. Ciò che resta nella mente di tutti noi è la vittoria dell’astensione nelle due regioni. Più difficile ricordare i risultati dei partiti che sono stati sopraffatti dal discorso di Papa Francesco, dalle situazioni di tensione nelle cosiddette periferie cittadine e, non ultime, le alluvioni che continuano a imperversare dappertutto.
 
Ogni volta che si parla di bassa astensione, molti si “consolano” pensando alla situazione degli Stati Uniti dove l’astensione media è al di sotto del 50% da decenni.
Tuttavia vi sono delle differenze di base fra noi europei e gli americani che sono il risultato di vari fattori.
Il primo è che negli USA per votare occorre iscriversi. Ciò sembrerebbe un ostacolo e molti pensano che ciò induce alla pigrizia di procurarsi la scheda elettorale (che spesso non esiste perché si vota telematicamente al seggio o da casa o dall’estero). La realtà è che ci si può iscrivere semplicemente e rapidamente ovunque senza burocrazia, in un qualsiasi ufficio pubblico e “privato”, come un supermarket, una stazione ferroviaria o di autobus, un ufficio postale, ecc.
In Italia e in altri stati europei la scheda elettorale cartacea arriva a casa; siamo ancora arretrati.
Il secondo punto riguarda la profonda differenza fra le elezioni federali e quelle governative di ogni stato americano. Per le prime l’affluenza dei bianchi - WASP – cioè i “White Anglo-Saxon Protestant”, è in genere di circa il 30-40% mentre gli afro-americani ed i “latinos” o "ispanici" spesso raggiungono il 60- 70%; ciò è dovuto alla maggiore fede dei “colored” nei confronti delle strutture federali (Presidente e Congresso) in rapporto al minore appoggio ai loro interessi da parte delle strutture governative da parte dei singoli stati, specialmente in quelli del Sud.
Il contrario avviene nel rapporto fra bianchi e colored: l’affluenza dei primi nelle elezioni governative è superiore al 60% mentre i votanti afro-americani e latinos sono fra il 10 ed il 30%.
Nessuno si preoccupa negli Stati Uniti di questi bassi numeri di astensione che ora sono una costante da molto tempo.
Perché vi ho raccontato queste realtà? Se ci pensate su un momento, vi sono tuttavia delle similitudini fra le elezioni federali americane e le nostre elezioni così come fra le governative americane e quelle regionali italiane. In Italia sta crescendo la consapevolezza ed il numero delle persone che non credono molto o addirittura credono molto poco alle azioni delle amministrazioni regionali, cominciando dai comportamenti delle persone che dovrebbero fare gli interessi dei cittadini e che invece si dimostrano incapaci, incompetenti e troppo spesso delinquenti.
Qui abbiamo una struttura in più, le elezioni per il Parlamento che sono necessarie per costituire  il governo dove, se continua questo andazzo, l’astensione crescerà, cosa molto pericolosa perché ha un impatto notevole sulla situazione economica e sociale. Per fortuna qualche revisione fondamentale sta andando avanti, soprattutto grazie alle azioni del Consiglio, della Commissione Europea e del Parlamento che hanno cominciato ad agire per unificare le legislazioni di ogni stato.
 
Vorrei concludere con una considerazione che si basa sulle mie approfondite esperienze di studio e di lavoro durante le quali ho appreso e utilizzato le tecniche statistiche delle indagini a campione che servono a stabilire delle situazioni che riguardano l’universo della popolazione presa in considerazione.
Per spiegarmi meglio se si desidera conoscere i comportamenti, per esempio, di 3 milioni di cittadini sulla loro propensione all’acquisto di un certo genere di prodotto, non c’è bisogno di interrogare l’intero universo, cioè i 3 milioni, ma è sufficiente esaminare un “campione” che può essere limitato per esempio a 3000 persone a patto che questo campione rispecchi le numerose caratteristiche dell’universo, cioè il genere, le fasce di età, l'istruzione, ecc. Tutti i dati sono facilmente reperibili (a pagamento) presso imprese specializzate che posseggono numerosissimi “data base” che aggiornano continuamente.
Se 3000 persone costituiscono lo 0,1% dell’universo preso in considerazione, il risultato dell’indagine sarà uguale al risultato se facessimo l’indagine su tutti i 3 milioni di cittadini in un intervallo percentuale,  che corrisponderà alla realtà all’interno del dell’intervallo voluto (per esempio: un ipotetico 1.250.00  più o meno 5%. Più il campione ingrandisce, più l’intervallo di correttezza diminuisce, cioè si più ci si avvicina alla realtà.
Se dunque in Emilia Romagna e in Calabria la percentuali dei votanti sono rispettivamente del 37,7% e del 44%, i votanti costituiscono un campione molto vicino alla realtà, con una percentuale minima di errore rispetto al 100% dei cittadini aventi diritto. Questa realtà per negare che la bassissima affluenza abbia avuto un impatto sui risultati delle elezioni.
Si è discusso anche sulle ragioni della forte diminuzione dei votanti (solo in Emilia Romagna. Ne ho accennato precedentemente, ma ritengo che in tutti i partiti vi sono state defezioni e alcuni spostamenti di voto da un partito all’altro in più o in meno; però i risultati rispecchiano la situazione pressoché esatta del successo dei vari partiti anche se avesse votato il 100% degli elettori.
Per me questa situazione di bassa affluenza non dovrebbe essere sottovalutata, quindi i politici del PD e affini devono cambiare passo se non vogliono diventare loro dei “rottamati” da parte della Lega e dei partiti di destra estrema e centro destra. Ciò a causa delle loro alzate di spalle sull’astensione crescente.