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ACCORDO USA-CINA PER DIMINUZIONE GAS SERRA
Di Gennaro Aprea (del 13/11/2014 @ 18:14:12, in L) Zero-carbonio, cliccato 762 volte)
L’ACCORDO USA CINA SUL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI PER LA DIMINUZIONE DELLE TEMPERATURE TERRESTRI
 
Ieri i due Presidenti delle nazioni che inquinano da sole il mondo per il 40%, Obama e Xi Jinping, hanno raggiunto un accordo per diminuire le loro emissioni di gas serra entro il 2030.
Leggendo i titoli della stampa ed ascoltando la radio e la televisione sembra che i pesanti problemi legati all’uso delle energie fossili, soprattutto carbone e petrolio (ma anche gas seppur in misura minore) saranno risolti abbastanza presto. In effetti l’accordo è una buona notizia perché gli impegni del Protocollo di Kyoto del 1997 che avevano lo stesso scopo non erano stati mantenuti (anzi le emissioni erano aumentate del 50%), soprattutto perché gli USA e la Cina e gli altri paesi del BRIC non avevano aderito. E’ una buona notizia perché costituisce un primo piccolo passo avanti in vista della Conferenza sull’Ambiente e l’Energia che si terrà a Parigi nel 2015 dove saranno discussi nuovi impegni fra la maggior parte dei paesi aderenti alle Nazioni Unite.
Tuttavia, se si va un po’ più nei dettagli dell’accordo di ieri fra i due paesi, si può capire meglio che, dietro i titoli, ci sono molte cifre che dimostrano la mediocrità dell’accordo.
Non posso qui dare dettagli, ma suggerisco di leggere su La Repubblica di oggi 13 novembre due interviste ad altrettanti scienziati che spiegano perfettamente cosa c’è dietro le strette di mano; una delle due è stata intitolata “I confini dell’ottimismo”; questa è del Professor Pascal Acot, francese. L’altra intervista è a Richard Brubaker, americano, che insegna a Pechino, Ambedue se ne intendono molto: se non avete il quotidiano a disposizione, sicuramente lo potete chiedere alla direzione del giornale o andare su Google dove sicuramente troverete i due articoli. Vale la pena di leggerli attentamente.
Mi limito fare un commento personale.
La gente comune ha cominciato a rendersi conto che qualcosa sta cambiando intorno a noi:
-          il cambiamento del clima con la sparizione delle stagioni intermedie con sintomi quali l’aumento della frequenza delle punte di temperature minime e massime o stagioni invernali ed estive irriconoscibili
-          le alluvioni sempre più frequenti che a loro volta provocano danni ingenti alle persone e agli ambienti: naturale, agricolo, rurale, e urbano
-          si parla molto dei problemi economici legati all’approvvigionamento e molto meno alle conseguenze dell’uso continuo delle fonti di energia fossili
-          accanto queste (carbone, petrolio e gas) si sono aggiunte le fonti alternative, prima il nucleare, e più recentemente altre alternative cui si sono aggiunte le rinnovabili di cui si conosce ancora poco perché la loro tecnologia è in continua e rapida evoluzione.
-          Le fonti di informazione parlano male o bene di tutte le fonti di energia, cosa che impedisce l’esatta conoscenza o addirittura confonde la gente la quale rinuncia ad approfondire la conoscenza; una delle ragioni principali è che le lobby dei produttori/venditori di energie fossili sono potentissime e condizionano politici e  altri decisori.
La cosa più grave è che la gente comune, salvo poche eccezioni legate a particolari siti industriali, non collega ancora molte di queste situazioni ai gravi danni all’ambiente in generale che sono a loro volta strettamente legati alla nostra salute, derivanti dall’inquinamento delle polveri e dai “gas serra” prodotti dalle fonti fossili, danni che sono in continuo aumento.
A fine settembre 2013 a fine marzo e a settembre 2014 l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle’ONU composto da circa 500 scienziati di tutto il mondo, ha presentato il suo 5° Rapporto sul Clima che ha confermato il deterioramento del clima e l’aumento delle temperature terrestri per cause antropiche, cioè come conseguenza dei comportamenti umani.
Sarebbe quindi necessario offrire una maggiore chiarezza e comprensione rispetto ai numerosi saggi esistenti, scritti in genere dagli “addetti ai lavori” e dai loro scambi di idee e discussioni in convegni ed incontri dove è praticamente assente la gente comune anche perché per alcuni sarebbero di difficile comprensione.
Inoltre è auspicabile che tutti i mezzi di informazione parlassero sempre più di frequente di questi problemi che riguardano direttamente noi e le generazioni future perché è necessario che le azioni per salvare il pianeta, cioè per “cambiare verso”, come dice il nostro giovane Presidente del Consiglio, siano realizzati al più presto possibile altrimenti non ce la faremo.
Tutti noi dobbiamo interessarci di questi argomenti per capire di più: è importante.
A proposito, il nostro giovane Presidente non se ne interessa come dovrebbe: nel decreto ”Sblocca Italia” ci sono numerose azioni che esaltano la ricerca e l’utilizzazione delle fonti fossili.