FILASTROCCHE
Ritengo che da qualche giorno a questa parte molti di noi stiano seguendo gli avvenimenti politici dei quali l’incertezza è il sintomo più evidente.
Così, invece di parlare di cose serie come ho fatto negli ultimi tempi, vi racconterò di una divertente conversazione che ho avuto recentemente con una cara anziana signora di circa 95 anni.
Si parlava fra l’altro di filastrocche, di quando eravamo bambini; io le ho raccontato una delle mie e lei le sue perché ne sapeva di più. Ascoltandole mi rivenivano in mente.
Questa che state per leggere l’aveva imparata da sua nonna, è tutto dire, quindi risale a metà 800 e per me era veramente nuova.
L’ ho scritta sotto dettatura e per curiosità sono andato su internet cercandola invano fra le centinaia di filastrocche disponibili. Eccola:
- gennaio, mette ai monti la parrucca
- febbraio, grandi e piccoli imbacucca
- marzo, libera il sol da prigionia
- aprile, di bei colori orna la via
- maggio, vive fra musiche e uccelli
- giugno, ama i frutti appesi ai ramoscelli
- luglio, miete il grano al solleone
- agosto, calzandolo nei sacchi lo ripone
- settembre, i dolci grappoli rubina
- ottobre, di vendemmia riempie la tina
- novembre, ammucchia aride foglie in terra
- dicembre, ammazza l’anno e lo sotterra
Se qualcuno di voi la conosce, faccia un segno.
Il mio pensiero quando l’ho ascoltata è stato subito quello del cambiamento climatico rispetto al passato, molto differente dall’andamento delle stagioni cui eravamo abituati in passato, in Italia e in tutto il mondo. Riflettiamoci bene sopra.