L’AEROPORTO E LO SPREAD
Oggi, fra le lettere al Direttore di Repubblica, ho letto questa inviata dal Signor Borghi che riporto interamente (mi sono permesso di evidenziare il titolo e la conclusione)
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“L’aeroporto nel caos e lo spread sale
Franco Borghi – Roma
Se un aeroporto è il biglietto da visita di un Paese, allora grazie allo scalo di Fiumicino lo spread dell'Italia è ben più alto di quello dei titoli di Stato. Giovedì 30 agosto, ore 19.45: il volo in arrivo da Dubai è in perfetto orario, ma la speranza di uscire presto si infrange al controllo passaporti. Quattro voli in arrivo in contemporanea, 1200 passeggeri, la maggior parte comunitari, e un solo varco aperto per i controlli. Risultato: per un'occhiata distratta ai documenti da parte dell'unico agente di ps in servizio ci vorranno 45 minuti. Protesta verbale ad un addetto degli Aeroporti di Roma. La risposta: faccia reclamo, tanto dipende dalla polizia. Nel frattempo sul nastro bagagli le valigie provenienti da Dubai si sono mescolate con quelle dei passeggeri in arrivo da altre destinazioni, ed il ritiro si trasforma in una caccia al tesoro con spintoni e gomitate. Alla fine il bagaglio è recuperato, ma non ci sono carrelli per raggiungere l'uscita. Altra richiesta di spiegazioni ad un addetto. La risposta: boh, saranno tutti fuori. È vero, sono tutti fuori, ma nessuno pensa che sarebbero più utili dentro. Ed il personale preposto fuma serenamente. Alla protesta rispondono: e che ce posso fa? Alla fine si trova un taxi, dopo aver respinto le lusinghe dei conducenti abusivi, che pascolano a caccia di stranieri in un piazzale semibuio e sudicio. Benvenuti in Italia. Ma siamo sicuri di essere in Europa?“
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Mi chiedo – e mi piacerebbe chiederlo all’Autore – se la sua ultima affermazione sottintende che fuori Europa le cose stanno come in Italia. Ebbene, se la mia ipotesi è valida (forse vuole riferirsi a Paesi africani, asiatici e del Sud America? oppure solo a quelli dove sono in corso guerre o rivoluzioni ove la situazione presuppone questi disguidi?) devo dire che, avendo viaggiato per cinquanta anni in 75 paesi di 4 continenti, la situazione di Fiumicino è certamente peggiore rispetto a tutti gli altri aeroporti esteri con un traffico passeggeri simile a quello di Fiumicino, ma anche ad aeroporti più piccoli. Ora non viaggio più frequentemente ma ritengo che in quegli aeroporti le cose non possano essere che migliorate col tempo.
Allora, non solo non siamo in Europa o in alcun altro paese estero, siamo PURTROPPO unicamente in Italia (lo dico piangendo dentro di me); quindi lo spread, che comprende anche la disistima nei nostri confronti, ha ben ragione di essere...oppure no?
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