TRAFILETTI FRETTOLOSI SUI TRAGUARDI ENERGETICI
Il 13 agosto scorso è apparso un trafiletto non firmato su La Repubblica, apparentemente non importante proprio per essere un trafiletto. In poche righe si accennava frettolosamente al cosiddetto: “5° Conto Energia che ha imposto un’ulteriore riduzione degli incentivi per il fotovoltaico (ministro Passera) perché l’approccio del passato è stato “non certo ottimale e troppo costoso, privilegiando il settore elettrico senza prevedere adeguati meccanismi di contenimento dei volumi”: vero, ma la parte negativa è causata da pessime leggi, speculazioni e mancanza di controlli adeguati.
Il mio commento – di cui il trafiletto non parla mentre ne parlano altri articoli in altre date senza connetterlo a questi problemi – è che il Governo ha deciso di dare il via libera all’estrazione di petrolio e gas (cominciando dalle nostre due imprese semi-pubbliche ENI ed ENEL) sul nostro territorio e off-shore, al fine di aumentare l’apporto nazionale di queste due fonti energetiche dal 10 al 20%, ossia ridurre le importazioni dal 90 all’80%, Cosa positiva ma che tralascia altri problemi importanti che troverete più avanti, cominciando dal fatto che continuare ad utilizzare petrolio e gas naturale significa non diminuire l’emissioni di gas serra e aumentare quelle di inquinanti.
Il trafiletto afferma trionfalmente in chiusura che: “Anche se i vantaggi della green economy sono ora evidenti, abbiamo raggiunto in anticipo gli obiettivi di produzione rinnovabile imposti dall’Europa nel 2020 ed ottenuto un calo netto dei prezzi elettrici grazie proprio al contributo di sole e vento”.
I miei commenti a queste superficiali considerazioni sono i seguenti:
1) Perché gli obiettivi imposti? Qui si tratta di obiettivi concordati: l’Italia ha partecipato alla definizione del piano ed è nostro interesse raggiungere gli obiettivi al 2020.
2) Uno dei tre obiettivi è infatti aumentare del 20% l’utilizzazione di fonti di energia rinnovabili; tuttavia alla discussione sul "quanto", dopo la decisione del 20% da parte della maggioranza dei paesi, l’Italia si è messa a piangere che la nostra industria non ce l’avrebbe fatta ed ha ottenuto uno sconto, quindi il traguardo per noi è il 17%.
3) Da notare che nelle fonti rinnovabili è compresa l’energia idroelettrica non inquinante che già abbiamo.
4) Gli altri due obiettivi sono: la maggiore efficienza del 20% nell’uso delle fonti in tutte le attività economiche e amministrative, il che si traduce in buona parte in risparmio di energie, e la diminuzione delle emissioni di gas serra, sempre del 20%. Nel trafiletto si parla di obiettivi, invece sembra che abbiamo raggiunto solo quello del 17% di energie rinnovabili, certamente non gli altri due di cui nessuno parla; per il terzo, ribadiamo, come possiamo raggiungerlo se si decide di continuare ad usare petrolio e gas?
5) Perché poi limitarci al 17% o al 20%? Il fine dell’accordo europeo non è quello di raggiungere i famosi obiettivi 20-20-20 e poi fermarci. Altri paesi europei, cominciando dalla Germania, Danimarca, Gran Bretagna, Olanda e Svezia non si fermano ed alcuni stanno oggi già raggiungendo i tre obiettivi avendo anche deciso di velocizzare e raggiungere le percentuali prima del 2020. Hanno capito - non il nostro governo attuale - che la soluzione dei problemi del caldo in aumento inesorabile, delle alluvioni che ci rovinano il territorio, dei ghiacciai (ed i ghiacci del Polo Nord) che si sciolgono, e in generale del clima che si deteriora dipendono dalle di politiche virtuose di chi pensa al bene dei cittadini e non solo a quello delle società petrolifere e del risparmio di valuta per l’importazione di petrolio, gas ed anche del carbone, i quali possono certamente essere sostituiti da altre energie alternative e dai risparmi nell’utilizzazione di tutte le energie.