IL FOOTBALL-SHOW
Uno dei miei primi articoli di questo blog nell’ottobre 2006 si intitolava “Prime considerazioni sul gioco dei calci…pardon, del calcio” edesprimeva il mio disprezzo per questo gioco che già da allora consideravo non più uno sport. Se volete dargli un’occhiata basta cliccare sulla Sezione “Sport e calcio” e andate indietro fino al primo articolo in fondo a pagina 3..
Da qualche anno, alle considerazioni di cui sopra, è doveroso aggiungere un’altra caratteristica che lo rende ancora più lontano da uno sport, quello delle scommesse e delle partite truccate, cioè di malavitosi che estendono la loro delinquenza a livello internazionale, addirittura con rapporti con la camorra, mafia, ‘ndrangheta, ecc.
Il calcio è diventato in Italia solo uno show penoso, come tanti ne vediamo (con pochissime eccezioni) in televisione dove personaggi imbecilli “l’un contro l’altro armati” si danno sulla voce coadiuvati da conduttori altrettanto imbecilli che li lasciano fare solo rumore. Questi talk-show sembrano una metafora dei calciatori che si danno reciprocamente calci (e pugni, gomitate, sgambetti pericolosi per l’incolumità delle loro gambe, ecc.) per pestare l’avversario. E non parliamo delle tifoserie.
Bene, benissimo, ha fatto il Presidente Mario Monti nel pronunciare la frase “bisognerebbe chiudere il calcio per 2 o 3 anni”. Cosa lodevole ma realisticamente difficilmente attuabile.
Io aggiungo e ripeto: il calcio italiano non è più uno sport. Avrei voglia di fare una campagna raccogliendo firme per obbligare i direttori dei giornali quotidiani e delle trasmissioni sportive in TV e radio a separare le notizie sportive da quelle del “football show” (professionale) che è seguito ancora da troppe persone (tralasciamo le congreghe dei tifosi sulle curve che sono pagate dalla squadre per iniziative anche delinquenziali) in buona fede, ma che per fortuna – statistiche alla mano - stanno diminuendo sia negli stadi che come telespettatori.
Opterei per far rientrare nelle notizie sportive il calcio delle squadre dei dilettanti, beninteso dopo accurati controlli che i loro comportamenti siano improntati alla massima etica sportiva.
So che molti mi manderanno a quel paese, per dirla con un eufemismo, ma se c’è qualcuno che ha voglia di fare commenti, mi scriva e li pubblicherò con piacere, ovviamente indicando l’autore (se lo vuole, altrimenti indicherei “lettera firmata”).
Con questo articolo fermo la Sezione “Sport e calcio” e ne aggiungerò una che si chiamerà solo “Sport” dove non si parlerà più di calcio, almeno fin quando questo spettacolo e tutto ciò che di sporco c’è dietro non tornerà ad essere quello di molti anni fa e del gioco che si vede in altri paesi (pochi) dove ancora esiste l’etica sportiva in questa attività