Evviva i cacciatori bresciani!
Un mio collega di lavoro è andato da 4 anni ad abitare sul lago d’Iseo in una vecchia casa che è circondata da boschi: Lui è proprietario di un paio di ettari di un bellissimo albereto che contiene molte specie, dai castagni alle querce, ai noci, ecc. al centro del quale in una piccola piana si erge la casa.
Questo amico e la moglie, come me, amano anche molto gli animali ed hanno tre amici, due cani ed un gatto che qualche volta diventano cinque perché il figlio, che abita a Verona, possiede un gatto ed un cane che sono ospitati dai genitori quando parte per lavoro.
Da quando inizia la stagione della caccia a metà settembre che, se ben ricordo, dura quattro mesi e mezzo, la coppia è costretta a tenere i cani a catena ed i gatti chiusi in casa (con l’incubo che sfuggano in un momento di disattenzione).
C’è forse una contraddizione fra il loro dichiarato amore per gli animali e questo trattamento? Niente affatto.
Sono costretti perché i cacciatori della Provincia di Brescia (30.000 circa, i più numerosi di tutte le province italiane) non rispettano la legge. Essi sono un vero potere: esiste il partito dei cacciatori bresciani che raccoglie molti voti ad ogni elezione; vi è un museo circolante che, con le nostre tasse, va di comune in comune a predicare i nobili valori della caccia alle elementari e medie; tutti i comuni finanziano feste della caccia – ecc.. Che tutto dipenda forse dalle famose fabbriche di armi Beretta e compagni?
Vi elenco qualche esempio ed episodio:
1) I due ettari di bosco sono tutti recintati (con le solite targhette “proprietà privata – divieto di caccia”) ma i cacciatori hanno aperto varchi abbattendo pali e tagliando molti metri di rete e tutti i vicini li hanno avvertiti che se chiudono i varchi i cacciatori si vendicano uccidendo gli animali domestici, segando gli alberi da frutta, rompendo le finestre,ecc.
2) Più di una volta se li sono trovati nel portico di casa
3) I cacciatori gettano bocconi avvelenati sperando di eliminare così animali domestici che posso distrarre i loro cani o disturbare le tane ed i nidi delle prede (la scorsa stagione sono riusciti ad avvelenare, solo nel loro vicinato, una decina di gatti, 4 cani e 8 volpi).
4) I cacciatori sparano su qualsiasi cosa si muova, quindi è salutare non passeggiare nel bosco di proprietà, raccogliere le proprie noci e castagne, o percorrere a piedi la sterrata che congiunge le case per andare a trovare un vicino. In settembre, appena cominciata la caccia, su una di queste sterrate hanno ferito un temerario che andava in mountain bike. Normalmente gli amanti di bici e castagne non osano avventurarsi neanche sulle sterrate (non parliamo di sentieri). Il martedì e venerdì non c’è caccia ma la gente lavora.
5) Un vicino ha raccontato loro che poichè aveva chiuso i varchi della rete gli hanno fatto trovare il gatto impiccato davanti alla porta di casa. Ad un’altro che li aveva denunciati (contro ignoti) ai Carabinieri hanno bruciato la roulotte che aveva parcheggiato nella sua proprietà. Ad un terzo che aveva messo una sbarra per impedire che le loro macchine utilizzassero la strada privata che attraversa la sua proprietà ed arriva alla sua casa hanno divelto la sbarra rotto a colpi d’ascia il portoncino della casa e sfasciato i mobili.
6) I miei amici si sono rivolti alla Forestale che ha loro risposto: “noi siamo in due e se ci vedono arrivare, con i loro telefonini si comunicano le nostre mosse e si allontanano dalla zona che il denunciante ha segnalato, quindi è inutile che veniamo.
Ovviamente non tutti i cacciatori bresciani si comportano così, però una gran parte di loro sono conniventi ed usano la complicità un po’ come fanno quelli che vivono nell’ambiente in cui opera e prospera la mafia in Sicilia, per non parlare delle altre associazioni mafiose in altre Regioni. Alcuni cacciatori hanno ammesso con loro di tacere per paura di quelli che in questa zona chiamano “dispetti”.
Sia ben chiaro che il mio amico non vuole che io divulga il nome e la zona dove vive perché ha una paura enorme che i suoi animali vengan presi di mira dai cacciatori. E mi ha detto: “Se avessi conosciuto in anticipo questa situazione banditesca, non avrei comprato la casa in questa provincia…..”
Commento finale: Mi sembra che la caccia sia da molti considerata uno sport: in effetti vi sono numerosi cacciatori, soprattutto non italiani, che hanno un’etica sportiva in questa attività. Ma i cacciatori bresciani (non parliamo dei cacciatori di frodo) possono ancora essere considerati delle persone civili che praticano uno sport?