ANCORA SULLE FERROVIE. E ALTRE AMENITA’
Poliziotti inglesi
Nell’articolo precedente vi ho parlato della Stazione Centrale della “Milano da bere” dove regna un’assurda – per essere buoni - organizzazione dei servizi ai viaggiatori (l’ufficio assistenza ai viaggiatori apre alle 7 quando vi sono treni in partenza ed in arrivo a partire dalle 5.30 di mattina) e nessun ferroviere presente sa niente; In più, se lo si fa’ notare, alle informazioni ti dicono che “è un’anomalia”…..mentre invece è una semplice schifezza.
Questa volta vi parlo della società ferroviaria francese semiprivata, 50% TGV (treni grande velocità) del gruppo di statale delle ferrovie francesi SNCF e 50% di una società privata, un po’ come quella di Luca di Montezemolo.
Si tratta sempre della mia anziana sorella che è arrivata sabato scorso da Parigi con il treno in arrivo alle 5.38 (ritardo di 14 minuti) a Milano.
Alla partenza il conduttore francese del vagone nel quale viaggia mia sorella, come sempre si usa fare per i treni notturni con cuccette o vagoni letto, ritira a tutti i viaggiatori degli scompartimenti il biglietto e la carta di identità o il passaporto. Dopo la frontiera di Domodossola i francesi restituiscono la carta d’identità e trattengono il biglietto. Ciò accadeva alle 4.30 di mattina con le basse luci notturne.
Dopo un paio di giorni, mia sorella ci mostra la carta d’identità di un’altra signora francese insieme ad altri documenti, carta alla quale non aveva fatto caso con poca luce e senza occhiali. Chissà a chi il conduttore francese ha dato la carta d’identità di mia sorella.
Nasce il problema: come farà a passare la frontiera al ritorno senza questo documento?
La accompagno dai Carabinieri che dicono che senza un altro documento (mia sorella aveva con se una patente col vecchio indirizzo che è sempre valida in quel paese e non occorre rifare esami o controlli fino alla morte, anche a 110 anni) non potevano accettare una denuncia di smarrimento ma dovevano almeno avere il numero della carta d’identità emessa in Francia che si può otttenere andando al Consolato che farà le ricerche del caso presso il Comune di residenza, cosa per cui ci vuole molto tempo mentre mia sorella deve ripartire presto. Ci suggeriscono di andare in Comune e fare un documento sostitutivodell’atto di notorietà o un’autocertificazione….in Comune non se ne parla neppure.
Ultima speranza la Polizia di Stato. Ci proviamo e la risposta è come quella dei Carabinieri, ma l’Agente disponibile e che sa il francese, si accorge, come invece non fanno i Carabinieri, che non diciamo frottole, leggendo, oltre alla patente, anche sul libretto degli assegni di mia sorella il nome e l’indirizzo attuale. Si impietosisce e accetta di fare la denuncia di smarrimento.
Risultato:
a) imperizia, o disattenzione, o incompetenza del ferroviere francese, ufficiale di pubblico servizio, che provoca fastidiose conseguenze?
b) disattenzione di mia sorella che non controlla? ma in parte la si può perdonare data l’età e la situazione
c) la burocrazia italiana
Tutto ciò succede perché in Italia e di altri paesi europei vige il principio della “mala fede”. Nei paesi anglosassoni, primo la Gran Bretagna, vige invece il principio della “buona fede”, cioè se io dico una cosa il mio interlocutore mi crede sulla parola. Per spiegarmi meglio faccio un esempio calzante. Se un inglese sta guidando l’auto e la velocità del mezzo supera il limite indicato, per esempio 30 miglia all’ora, e viene fermato da un poliziotto che gli contesta l’eccesso di velocità, la conversazione avviene più o meno così:
Poliziotto: “Buongiorno Signore; lei ha superatto il limite di velocità indicato….”
Conducente: “mi rendo conto, ma in buona fede non me n’ero accorto”
P. : “Come si chiama Signore? E dove abita?
C. : “John Brown” (in Gran Bretagna non esiste la carta di identità) ed abito a…….., in via……al numero..…”
P : “Bene, Signore, lei possiede la patente di guida?
C. : “Si, Agente, la possiedo” (in G.B. non è obbligatorio portarla con se)
P. : “Bene, Signore; l’ammenda è di 50 Sterline (circa 60 Euro). Domani verrà al posto di polizia di……..per pagarla, non oltre le 5 del pomeriggio. Può andare, Signore, buongiorno Signore”.
Il conducente parte e il giorno dopo si presenta la posto di polizia per fare il suo dovere.
Nel frattempo i poliziotti hanno verificato sul data base i dati del signor Brown. Se tutto è a posto non succede niente. Se invece ha detto qualcosa di inesatto (nome, mancanza di patente, indirizzo sbagliato, ecc.) l’ammenda può salire fino a 500 sterline a seconda della gravità della colpa e se non è recidivo. In caso contrario può andare perfino subito in galera per una sentenza che il giudice emette il giorno dopo (da noi si dice “per direttissima”, ma sono casi rari). E nessuno dei colpevoli può evitare queste procedure penali…a meno che non sia un delinquente di mestiere che non si presenta o non si fa’ trovare, così che può solo ritardare le pene, galera, ecc..Così funziona il principio della buona fede. Da noi ci sono invece moltissime leggi (troppe) e non ci sono controlli, così le leggi non sono rispettate.
Quali considerazioni da fare? Fate voi, però pensateci prima un po’ su.