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SPARIRANNO I GIORNALI STAMPATI?
Di Gennaro Aprea (del 16/03/2010 @ 18:37:21, in C) Commenti e varie, cliccato 1788 volte)
EDITORIALE 
I GIORNALI QUOTIDIANI SPARIRANNO?
 
Recentemente si è parlato molto di questo argomento. Alcuni sono pessimisti – nel senso che effettivamente i giornali rischiano di sparire dalla circolazione in favore della stampa on line – altri invece sono ottimisti, ma prudenti.
Io faccio parte della seconda schiera e cercherò di spiegare le mie ragioni, sperando che i lettori siano propensi ad avere uno scambio di idee con me e fra di loro utilizzando la pagina dei contatti.
Devo ammettere che essere ottimisti non è facile perché gli italiani (ma anche molti cittadini di altri paesi) hanno preso delle cattive abitudini che io considero deleterie. Eccone alcuni esempi:
a)     si dice che la gente non ha più voglia di leggere a lungo; tutto deve essere scritto in poche parole…
b)     molti lettori leggono solo i titoli e i sottotitoli e non approfondiscono: un po’ è anche colpa dei quotidiani più importanti che, compresa la pubblicità, arrivano ad avere più di 50 pagine, il che scoraggia la lettura
c)      qualche anno fa sono usciti i giornaletti gratuiti che vivono di pubblicità. In quei fogli le notizie sono pressoché telegrafiche, solo di cronaca; i commenti e gli approfondimenti non esistono; tutto è usa e getta. Alcuni di questi giornali sono spariti (meno male); resta comunque il fatto che gli italiani si sono abituati a non pagare la stampa scritta e si lamentano che quella a pagamento è troppo cara (circa il prezzo di un caffè)
d)     molta altra stampa a pagamento li ha parzialmente imitati con il risultato che ha abituato i lettori a leggere troppi articoli “brevi” che dicono poco
e)     numerose testate hanno aperto dei siti gratuiti di informazione, infarciti di pubblicità molto di più della carta stampata, sui quali gli italiani collegati ad Internet con la banda-larga, e quelli che hanno internet a disposizione in ufficio leggono le notizie. È importante sottolineare che questi siti sono soprattutto di cronaca e molto poco di commenti e approfondimenti, comunque non scritti da persone di valore; su questi siti c’è anche la possibilità di scrivere commenti (registrandosi), cioè divengono dei blog i cui commenti non sempre sono validi e possono confondere le idee
f)        per non parlare di Facebook e dintorni
g)     non parliamo poi della radio e della gran parte della televisione: gli approfondimenti si fanno più che altro nelle ore serali di 2° serata, salvo due importanti "talk-show" invisi ai politici di parte, destra e sinistra, perché non guardano in faccia a nessuno nel fomentare le critiche a certi comportamenti (numerosi talk-show diventano "cry-show", cioè strilli di partecipanti che si danno sulla voce, per cui io li spengo)
h)      e chi più ne ha più ne metta
 
Il risultato di questa situazione è che gli italiani non sono più ben informati….e il peggio è che non hanno nemmeno voglia di esserlo. In definitiva gli italiani apprendono i “Bignami” delle realtà, realtà che sono spesso distorte e manipolate e che non fanno capire come stanno le cose veramente.
Ed i politici ne approfittano per spararle grosse e non si vergognano di mettere in giro delle mail che allegano pagine di propaganda politica la più becera possibile. Oppure sparano delle battute in televisione che possono far pensare a cose vere e invece sono bugie.
Riporto un esempio significativo che ho preso da un recente articolo di Giorgio Bocca su L’espresso: “Crolla il PIL, abbiamo detto nei giorni peggiori. La ripresa sarà lenta e rischiosa, diciamo oggi. E magari nello stesso giorno il nostro governo dice che siamo i primi in Europa a risalire la china, e la Banca Europea che siamo ultimi”.
Ma in conclusione gli italiani sono arrivati al punto di non volere dei leader che dicono quello che è necessario dire per fare capire come stanno le cose e cosa si deve fare per risolvere i problemi, ma preferiscono solo quelli che dicono ciò che alla gente piace sentire, compreso il gossip.
Per ritornare al rischio dei giornali stampati, come andrà a finire?
Io penso che sia necessario ri-abituare gi italiani a leggere un po’ di più e a pensare un po’ di più con la loro testa.
Come si può immaginare che Eugenio Scalari o Umberto Eco, grandi pensatori e saggi maestri di vita per tutti noi, possano scrivere il loro articoli di approfondimento che siano brevi?
E lo stesso si può dire (non in ordine di importanza) di Giovanni Sartori, Giorgio Bocca, Lietta Tornabuoni, Mario Calabresi, Massimo Giannini, Barbara Spinelli Federico Rampini, Vittorio Zucconi, Natalia Aspesi, Massimo Gramellini, Ilvo Diamanti, Flavia Perina, Mario De Aglio, Chiara Beria d’Argentine, Ezio Mauro,  Edmondo Berselli, Marco Damilano, Curzio Maltese, Conchita De Gregorio, e tanti altri bravi giornalisti che non posso elencare perché ci vorrebbe troppo spazio.
Insomma come si fa’ a far tornare in se e alla buona lingua italiana i lettori di giornali, specialmente giovani (molti dei quali scrivono anche una quantità di e-mail sul cellulare risparmiando verbi e abbreviando parole o inventandole in maniera quasi assurda)? Credo che questo sia compito proprio dei giornalisti e dei direttori di giornali.
Io penso (e spero) che appena in Italia la banda larga sarà (e dovrà essere) a disposizione di tutti, come in altri paesi più avanzati del nostro, ed i proprietari dei giornali vedranno affievolirsi sempre di più le vendite dei loro prodotti cartacei, pretenderanno che i loro siti siano pagati, come hanno già fatto i grandi giornali in altri paesi più avanzati del nostro.
In Italia alcuni già fanno pagare la lettura, ma credo che arriveremo al pagamento di tutti.
Così i cartacei rimarranno per quelli che viaggiano e per le persone – che capisco – le quali non amano i PC e cellulari vari, ma gli piace sentire la carta fra le mani, oppure vogliono leggere un articolo di un giornale diverso da quello che leggono abitualmente e se lo vanno a comprare in edicola….e gli italiani riprenderanno a leggere i giornali veri, non la raccolta di cronachette.
Se poi la maggioranza dei programmi televisivi evolveranno in senso meno “trash”, tanto di guadagnato!
 
Voi che ne pensate?
Io ho ancora dei dubbi, cerchiamo di chiarirci le idee insieme. Tutti gli interventi saranno inseriti nel sito
 
 
PS – Dopo alcuni anni di abbonamento cartaceo a La Repubblica (che non arrivava tutti i giorni e certamente non la domenica e le feste comandate), mi sono abbonato via Internet perché ho la banda larga 24 ore su 24 ad un prezzo fisso. Ho preferito così (questo tipo di abbonamento costa decisamente meno di quello cartaceo quindi molto meno di un caffè al giorno) perché mi permette di avere il giornale intero, compreso gli allegati e le cronache locali di 7-8 città d’Italia, senza avere tanta carta per casa. Meno carta, meno alberi tagliati.
Conosco bene molti siti di grandi e medi quotidiani, ma non c’è paragone fra gli articoli dei siti e quelli del giornale intero.