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IL GIOCO DEL CALCIO
Di Gennaro Aprea (del 04/02/2010 @ 16:01:32, in I) Sport e Calcio, cliccato 761 volte)
IL GIOCO DEL CALCIO
 
In questi anni ho scritto poco di questa cosa che io chiamo ex-sport per le note ragioni:
-          tifo senza etica sportiva
-          attività ridotta più che altro a grande opportunità finanziarie
-          gioco sul campo senza etica sportiva
-          scuola di violenza in campo e sugli spalti
-          povertà di innovazione di gioco negli anni, salvo per i calci nascosti, cioè senza farsi vedere dagli arbitri e dai guardalinee
-          simulazione di falli da parte dei giocatori
-          camuffamenti delle partite
-          arbitraggi non sempre corretti…..non per distrazione
-          e chi più ne ha, più ne metta…
 
A proposito del penultimo punto, ricordo un famoso “capo-popolo” del tifo napoletano al tempo in cui ci si azzardava a dire delle parolacce all’arbitro, con grande scandalo delle persone serie che assistevano alla partita, e che erano la maggioranza.
Quando il direttore di gara commetteva uno svarione in favore della squadra avversaria, questo capo del tifo (non so di quale curva) si alzava e, con il tono di voce più alto possibile, aiutato dal megafono, chiamava:
“Arbitro”
Immediatamente si faceva silenzio sugli spalti e il Nostro continuava:
“Essere strunzo è ‘nu diritto…ma tu te n’abbuse” (credo che non vi sia bisogno di traduzione). Seguivano urla e fischi.
Questo era il massimo della diseducazione del tifo napoletano. Ora non farebbe neanche più ridere.
Perciò ho voluto parlare del calcio riportando integralmente una lettera al Direttore scritta dalla signora Elisabetta Dellepiane di Terni, ed apparsa oggi su La Repubblica:
 
“Bravissimi i giocatori e i dirigenti della squadra di calcio di Casteltodino (Terni). Tutta la squadra fuori campo a partita non ancora finita perché due suoi giocatori erano bersagli di insulti razziali, senza che l’arbitro prendesse provvedimenti. Non mi interesso di calcio (brava! n.d.e.) e non avevo mai sentito parlare di questa squadra, ma auguro a tutti loro un futuro di soddisfazioni, nello sport vero. Con la stessa dignità che hanno mostrato in questa occasione, i dirigenti hanno scritto: ‘Vogliamo ricordare che la squadra è seconda in classifica e candidata a vincere il campionato, e che i regolamenti ci costringeranno alla sconfitta a tavolino ed a possibili sanzioni pecuniarie. Ma riteniamo che sia un dovere civile e atto di lealtà un’assunzione di responsabilità che spetti a chi ha a cuore i valori e l’etica sportiva”
 
Qualche giornale aveva accennato a questo episodio ma nessuno, a mia conoscenza, aveva riportato la lettera dei dirigenti.
So che i miei lettori sono pochi se comparati a quelli di molti altri siti, ma do il mio contribuito alla diffusione di questo episodio di alto grado di civiltà, cosa che purtroppo manca in Italia sempre di più.