DOVE SONO ANDATI A FINIRE I GIORNALISTI?
Domenica 13 dicembre 2009
Al telegiornale delle 19 (se non erro) de La 7, si racconta di ciò che è successo a Piazza Duomo a Milano e si mostrano le immagini del fattaccio. L’inviata della rete televisiva dice che il ferito è stato trasportato all’Ospedale S. Raffaele e che sarà trattenuto almeno per 48 ore.
Seguono altri telegiornali di altre reti dalle 20 fino a mezzanotte in cui si ripetono più o meno lo stesso percorso e le stesse parole
Lunedì 14 dicembre 2009
Telegiornale delle 13.30 RAI 1, quello dell’esimio direttore Minzolini, il più ascoltato in Italia, cioè “er mejo de tutti”. La prima immagine e le prime parole sono quelle di una giornalista che annuncia uno “scoop”, più o meno: “Il presidente del consiglio dovrà rimanere in ospedale almeno fino a domani…”. Ma come, la sera precedente è stato già annunciato e ripetutamente ripetuto che ne avrà per almeno 48 ore ed ora mi vieni a dire con l’aria di aver fatto una scoperta unica che dovrà restare almeno un giorno in più?
Lunedì 14 dicembre 2009
Marco Imarisio, inviato del Corriere della Sera conduce la rassegna stampa di “prima pagina” di Radio 3, E’ la trasmissione che seguo da moltissimi anni e che mi dà un’idea globale di ciò che scrivono i giornali italiani. I conduttori sono dei giornalisti o delle persone esperte che scrivono per i giornali o i settimanali e che cambiano ogni settimana a partire dal lunedì. Quindi non sono legati alla direzione della radio, cioè non leggono le veline. Infatti si alternano conduttori vicini alla sinistra, anche estrema, centro, indipendenti (si fa’ per dire) destra, estrema destra,ma anche l’Osservatore Romano, Avvenire, ecc.. Ore 7.15, Il giovane Imarisio inizia a parlare del “fattaccio” della sera prima e va avanti fino alle 7.50, cioè 35 minuti. Poi, nei restanti 10 minuti del tempo a disposizione parla frettolosamente delle altre cose, anzi cosine di minore importanza per lui, cioè della riunione di Copenhagen sul clima, delle elezioni in Cile e dei candidati al ballottaggio, di Obama, di Kamenhei che minaccia di "eliminare gli oppositori" e di altre cose molto più importanti dell’aggressione di uno spostato. Sono incazzatissimo. Telefono a Prima Pagina (dalle 8.04 fino alle 8.35 vi sono le domande degli ascoltatori e le risposte del giornalista) e chiedo di trasmettere al giornalista il mio pensiero, cioè che il fatto, nonostante la sua importanza, solo perché si tratta di un’aggressione ad un’alta carica dello Stato, (carica ovviamente pro-tempore come dovrebbe essere in democrazia), non meriterebbe più di 15 minuti. Per il resto del tempo gli italiani sono interessati a conoscere molto più in dettaglio le altre notizie che si leggono sulle prime pagine dei giornali.
Conclusione: che cavolo di giornalisti abbiamo oggi? Ma questi sono ancora dei giornalisti? Poveri noi, a che punto si è ridotta la stampa italiana, la radio, la televisione, nessuna esclusa, salvo qualche rara eccezione che, come dice il proverbio, conferma la regola. Addio vecchi giornalisti seri che, pur essendo di parte, erano competenti, e liberi, e indipendenti, e che sapevano distinguere fra le cose importanti e meno importanti!
Per quanto mi riguarda, di certe notizie, come si dice con una frase che è venuta di moda da pochi anni, in questo momento “non me ne potrebbe fregare di meno”!
Vorrei invece percepire più attenzione e intewresse ai gravi problemi che ancora ci affliggono: disoccupazione per aziende che chiudono, aumento della povertà, ambiente, fisco in aumento, ecc.