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OTTO PER MILLE NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Di Gennaro Aprea (del 15/06/2009 @ 11:38:36, in C) Commenti e varie, cliccato 721 volte)
REPETITA JUVANT? NON SEMPRE
 
Questa breve frase latina, divenuta un proverbio fin dall’antichità, è alla base di un’attività che invade (troppo) le nostre case e le nostre menti: la pubblicità.
 
Io leggo varia stampa, vedo e ascolto la TV, ma anche la radio; forse sono uno dei pochi, salvo ovviamente i giovani che l’ascoltano principalmente per la musica, quando non hanno a disposizione i loro aggeggi elettronici che contengono migliaia di pezzi e canzoni.
 
Ebbene, su molte radio in questo periodo c’è uno “slogan” della chiesa cattolica che è lo stesso identico da 3 anni. Si sentono varie voci femminili e maschili, molto accomodanti e melliflue che invitano ad assegnare l’8 per mille nella nostra dichiarazione dei redditi, appunto alla chiesa cattolica. Da tre anni ripetono queste varie frasi che magnificano le attività svolte dalla chiesa, fra le quali anche il sostegno ai sacerdoti “per la loro missione” - che da solo, se non sbaglio, costituisce più dell’80% dell’introito, compreso quello aggiuntivo che proviene dallo Stato il quale assegna alla chiesa cattolica e alle altre congregazioni la stessa percentuale del denaro dei contribuenti che non hanno dichiarato alcun destinatario.
Ma c’è anche una frase, fra le tante, che non mi va proprio giù quando affermano che hanno creato “6000 azioni di aiuto ai poveri e ai diseredati in Italia e nel mondo intero”. Non capisco: le 6000 azioni sono quelle fatte nell’anno 2006, 2007 o del 2008? Oppure ogni anno ne fanno 6000…possibile? Non una di più né una di meno ogni anno? E perché ogni anno non aumentano come sarebbe logico negli intenti della loro missione?
 
Reperita juvant, ripetere aiuta, e invece molti contribuenti si sono stufati, scocciati, annoiati ed hanno destinato ad altre congregazioni religiose, a mio parere più serie, il loro 8 per mille; così la percentuale destinata alla chiesa cattolica sta diminuendo perché molti italiani stanno aprendo gli occhi e si rendono conto di queste incongruenze ed in parte bugie.
 
 
PS – La ricerca scientifica in Italia costituisce un infima percentuale del PIL (prodotto interno lordo) cumulando quella privata e quella del comparto statale, Università, CNR, ecc.  Qualche cifra:
USA 2.8%
Giappone 3%
Europa 1.9%
Italia 1.1%
La Cina ha superato la Germania che è la prima in Europa.
Se consideriamo che il PIL dei vari paesi all’avanguardia è molto superiore al nostro, ci possiamo rendere conto della perenne povertà mentale dei governi di tutti i colori che si sono succeduti negli anni per amministrare i nostri soldi, e quelli delle aziende italiane (molte straniere fanno ricerca nel loro paese di origine).
Ebbene, abbiamo visto che possiamo dare il nostro 5 per mille alla ricerca e agli enti che operano nel volontariato: la maggior parte di questo 5 va al volontariato.
Perché fra i soggetti destinatari dell’8 per mille non si è aggiunta per legge (che non costa niente) anche la Ricerca Scientifica? Interessi particolari? Anche qui non capisco: evidentemente sono scemo.
La ricerca scientifica darebbe lavoro ai nostri giovani, e non solo ai ricercatori, creerebbe innovazione per aiutare le aziende ad essere sempre più concorrenziali nel mercato mondiale, ecc.