ELEZIONI 2008
Ieri, domenica 12 aprile, sono andato a votare, come alcuni milioni di italiani hanno fatto e continuano a fare oggi, lunedì. Vorrei fare un commento su quanto mi è capitato di vedere e constatare:
La scheda elettorale
Dopo tutto il bailamme e le lamentele che abbiamo ascoltato alla radio, televisione e letto sulla varia stampa che ha accusato il Governo di aver sbagliato la stampa, tanto da aver richiesto (la Lega nord) una ristampa delle schede (ma esse, come affermato dal Ministro dell’Interno Giuliano Amato, erano state preparate secondo la legge emanata dal precedente Governo Berlusconi), mi ero premunito perché sembrava che i simboli delle varie liste fossero illeggibili perché piccolissimi. Infatti oltre agli occhiali da presbite, avevo portato con me anche una lente di ingrandimento per ogni evenienza.
Entrato nella cabina elettorale, ho aperto le schede e mi sono accorto che,non solo non c’era bisogno della lente, ma i simboli erano talmente grandi e chiari che non ho avuto bisogno nemmeno degli occhiali.
Poveri noi, se vince la destra/Lega nord, come sembra, saremo in mano a persone come queste che speculano con meschinità su cose che non stanno né in cielo né in terra, e che considerano noi elettori completamente scemi?
I telefoni cellulari
Appena entrato, il Presidente al quale mi ero avvicinato per ricevere le schede per il voto, mi chiede se ho un telefono cellulare. Gli rispondo si, ma che il mio non ha la capacità di fotografare ed è spento. Una ragazzetta addetta al seggio mi dice che comunque è meglio che io lasci il cellulare prima di entrare in cabina, quindi dubita della mia affermazione, cosa che mi fa saltare i nervi immediatamente.
Le rispondo che la legge è chiara e che non prevede di lasciare il telefono se non ha la capacità di fotografare. Con aria di superiorità mi invita a leggere il cartello dove – secondo lei – si legge che è obbligatorio il deposito dell’apparecchio in ogni caso.
Leggo e le parole sono: “…”l’elettore è tenuto a lasciare il telefono cellulare o altre apparecchiature elettroniche capaci di fotografare prima di entrare in cabina…”, cioè conferma quanto è stato detto e scritto nei giorni precedenti da radio, tv e stampa.
Non ho lasciato il cellulare ma ho invitato a leggere bene l’italiano. Infatti la ragazzotta aveva scambiato la “o” per una “e”, sicuramente perché la sua conoscenza della lingua madre è talmente scarsa da confondere la congiunzione “e” che prevede un’aggiunta alla proposizione che la precede (cioè telefoni cellulari e altre apparecchiature che fanno le foto, cioè due cose distinte), alla congiunzione “o” che prevede invece due o più elementi della stessa natura grammaticale all’interno della stessa proposizione. In altre parole erano proibiti il telefono cellulare che fa le foto nonché le altre apparecchiature elettroniche che fanno le foto.
Da una parte devo dire che chi ha redatto quel cartello è stato (volutamente?) poco chiaro, e dall’altra si nominano addetti ai seggi che non conoscono bene la lingua madre. Povera Italia!